OCCHIO, LA SAMP E’ UN PICCOLO NAPOLI
Stasera Spalletti affronta un avversario molto organizzato
Turno infrasettimanale, nessuno scontro diretto tra le grandi. Inter-Sampdoria, anticipo di stasera, è la partita clou per somma di punti, 40 in due che potrebbero essere di più, visto che i blucerchiati devono recuperare la gara con la Roma a Marassi. San Siro campo centrale perché l’Inter deve dare continuità alla prestazione di Napoli, lo 0-0 blocca-capolista. La Samp sembra un piccolo Napoli, tutti i blucerchiati sanno che cosa fare, come e quando farlo. Marco Giampaolo è un grande organizzatore di calcio e calciatori ed è sopravvissuto agli smantellamenti di mercato della sua società. Gli hanno venduto Skriniar, Schick e Muriel e lui è riuscito lo stesso a migliorare la classifica: 17 punti in otto incontri di campionato la Samp non li raggranellava dal 2009-2010, quando arrivò quarta. Spalletti e l’Inter fanno bene a diffidare. Nella scorsa stagione De Boer all’andata e Pioli al ritorno si scottarono col Doria, sconfitte brucianti a segnare i destini amari dei due ex allenatori nerazzurri. L’Inter giocherà per la classifica - in caso di vittoria, Napoli scavalcato e primato in solitaria garantito per una notte - e per smentire chi l’ha accusata di essere stata catenacciara al San Paolo. Si definisce catenaccio una difesa esasperata, col pallone respinto alla cieca o buttato via. Sabato sera l’Inter ha sempre cercato di far girare palla dal basso, si è presa dei rischi di palleggio. A nostro parere merita l’assoluzione per non aver commesso il fatto.
Domani le altre. Nel gruppetto alla testa della corsa, Napoli, Juventus e Roma sono attese da impegni facili. Una volta di più dovrebbe risaltare la netta spaccatura del campionato, coi forti sempre più forti e i deboli sempre più deboli. Il Napoli si esibirà a Marassi, contro un Genoa neppure cugino in seconda del Grifone gasperiniano che fu. La Juve ospiterà la Spal per un buon allenamento infrasettimanale. Idem la Roma, contro il Crotone all’Olimpico. Impegno più tosto per la Lazio, di scena a Bologna, giusto perché la squadra di Donadoni finora ha offerta buone prove di sé. I biancoazzurri rappresentano la variabile indipendente, possono condizionare i valori della concorrenza. Sono giovani, sono forti, praticano un potente calcio tecnico-muscolare. Chi vuole entrare in Champions dovrà fare i conti con Simone Inzaghi, e per ora non ci spingiamo oltre.
Il Milan, glorificato in estate per i sontuosi acquisti, annaspa a centrogruppo. Gli tocca in sorte il peggiore degli avversari-medi, il Chievo di Rolando Maran, forse il più sottovalutato degli allenatori. Si giocherà a Verona, città spesso fatale ai rossoneri, ma il fatalismo è l’anticamera del fallimento. Domani al Bentegodi non ci sarà scelta: vincere (o morire un altro po’).