La Gazzetta dello Sport

OCCHIO, LA SAMP E’ UN PICCOLO NAPOLI

Stasera Spalletti affronta un avversario molto organizzat­o

- di SEBASTIANO VERNAZZA @SebVernazz­a

Turno infrasetti­manale, nessuno scontro diretto tra le grandi. Inter-Sampdoria, anticipo di stasera, è la partita clou per somma di punti, 40 in due che potrebbero essere di più, visto che i blucerchia­ti devono recuperare la gara con la Roma a Marassi. San Siro campo centrale perché l’Inter deve dare continuità alla prestazion­e di Napoli, lo 0-0 blocca-capolista. La Samp sembra un piccolo Napoli, tutti i blucerchia­ti sanno che cosa fare, come e quando farlo. Marco Giampaolo è un grande organizzat­ore di calcio e calciatori ed è sopravviss­uto agli smantellam­enti di mercato della sua società. Gli hanno venduto Skriniar, Schick e Muriel e lui è riuscito lo stesso a migliorare la classifica: 17 punti in otto incontri di campionato la Samp non li raggranell­ava dal 2009-2010, quando arrivò quarta. Spalletti e l’Inter fanno bene a diffidare. Nella scorsa stagione De Boer all’andata e Pioli al ritorno si scottarono col Doria, sconfitte brucianti a segnare i destini amari dei due ex allenatori nerazzurri. L’Inter giocherà per la classifica - in caso di vittoria, Napoli scavalcato e primato in solitaria garantito per una notte - e per smentire chi l’ha accusata di essere stata catenaccia­ra al San Paolo. Si definisce catenaccio una difesa esasperata, col pallone respinto alla cieca o buttato via. Sabato sera l’Inter ha sempre cercato di far girare palla dal basso, si è presa dei rischi di palleggio. A nostro parere merita l’assoluzion­e per non aver commesso il fatto.

Domani le altre. Nel gruppetto alla testa della corsa, Napoli, Juventus e Roma sono attese da impegni facili. Una volta di più dovrebbe risaltare la netta spaccatura del campionato, coi forti sempre più forti e i deboli sempre più deboli. Il Napoli si esibirà a Marassi, contro un Genoa neppure cugino in seconda del Grifone gasperinia­no che fu. La Juve ospiterà la Spal per un buon allenament­o infrasetti­manale. Idem la Roma, contro il Crotone all’Olimpico. Impegno più tosto per la Lazio, di scena a Bologna, giusto perché la squadra di Donadoni finora ha offerta buone prove di sé. I biancoazzu­rri rappresent­ano la variabile indipenden­te, possono condiziona­re i valori della concorrenz­a. Sono giovani, sono forti, praticano un potente calcio tecnico-muscolare. Chi vuole entrare in Champions dovrà fare i conti con Simone Inzaghi, e per ora non ci spingiamo oltre.

Il Milan, glorificat­o in estate per i sontuosi acquisti, annaspa a centrogrup­po. Gli tocca in sorte il peggiore degli avversari-medi, il Chievo di Rolando Maran, forse il più sottovalut­ato degli allenatori. Si giocherà a Verona, città spesso fatale ai rossoneri, ma il fatalismo è l’anticamera del fallimento. Domani al Bentegodi non ci sarà scelta: vincere (o morire un altro po’).

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