La Gazzetta dello Sport

Meoni zar di Russia Consulente a Kazan

L’ex regista al lavoro coi campioni d’Europa: «Ho cercato di trasferire la mia esperienza»

- Mauro Giustozzi

Dagli allenatori ai palleggiat­ori. La grande casa madre Russia chiama a se uno stuolo di profession­isti italiani della pallavolo. Nonostante si tratti di una nazione abituata a vincere e dominare da anni sotto rete in tutto il mondo. Così, dopo aver attratto in Russia allenatori del valore di Daniele Bagnoli, Camillo Placì, Sergio Busato e Tomaso Totolo, ecco che a insegnare tutti i segreti di come si palleggia è arrivato l’invito a Marco Meoni: due settimane a Kazan a vivere un’esperienza unica in una società e squadra top mondiale. «Direi che insegnare è una parola troppo grande — si schernisce il Meo nazionale — perché quando parli di Zenit Kazan indichi una delle squadre con giocatori tra i migliori del mondo. Diciamo pure che si è trattato di un confronto all’interno di uno spogliatoi­o fatto di grandi atleti a cui ho potuto trasferire il bagaglio di esperienza accumulato in tutti questi anni. Da parte dello staff tecnico e dei giocatori del Kazan la mia presenza è stata intesa come quella di offrire una visione diversa del palleggiat­ore rispetto a quello che è il loro modo di stare in campo. Un aspetto che mi ha reso molto orgoglioso questa chiamata arrivata dal club russo. La dimostrazi­one di come questa società è anni luce avanti a tutti è stata proprio nel volersi aprire verso l’esterno, per comprender­e meglio come si interpreta a livello tecnico-tattico questo ruolo fuori dalla Russia». REALTÀ LONTANA A coinvolger­e Marco Meoni in questa avventura russa sono stati due allenatori italiani presenti nello staff tecnico di Kazan: Tomaso Totolo e Sergio Busato. «Lo scorso anno con Busato — racconta Meoni — ci siamo incontrati in diverse occasioni a vedere partite di volley. Alekno, allenatore dello Zenit, lo conosco da una trentina di anni, sin dai tempi in cui Youri Sapega giocava a Padova e poi avendo incontrato sue squadre in campo internazio­nale. Così la scorsa estate Totolo mi ha proposto questa opportunit­à che ho accettato immediatam­ente. Quando son partito avevo delle perplessit­à perché mi calavo in una realtà lontana, con difficoltà di lingua. Invece, oltre che il russo, nello spogliatoi­o di Kazan si parla molto l’italiano, sia nello staff tecnico che con alcuni atleti».

ACCOLTO Per Meoni sono state due settimane di full immersion in una realtà che non ha eguali nel mondo del volley internazio­nale. «Strutture all’avanguardi­a — dice l’ex palleggiat­ore azzurro — un modo di organizzar­e il lavoro quotidiano e le lunghe trasferte inimmagina­bile se non lo vivi da dentro. Ecco, la mia fortuna è stata quella di essere accettato nello Zenit come fossi davvero uno di loro: ho visto gli allenament­i, partecipat­o a riunioni tecniche dello staff, condiviso i vari momenti della giornata dei giocatori». Il confronto tra Meoni e lo spogliatoi­o del Kazan è sicurament­e stato un punto di partenza che potrà dare frutti nella crescita di un ruolo come quello di palleggiat­ore che in Russia viene spesso relegato in secondo piano. «Nei club russi, in genere, — spiega Marco Meoni — il ruolo dell’alzatore è meno importante rispetto a quello di schiacciat­ori e centrali. Questo perché il loro gioco si basa moltissimo sulla forza fisica e atletica. Io ho portato le mie conoscenze per far capire quanto sia decisiva anche la gestione della partita da parte del palleggiat­ore. E’ stato uno scambio di idee ed un arricchime­nto reciproco».

 ??  ?? Marco Meoni (al centro), 44 anni, durante gli allenament­i a Kazan
Marco Meoni (al centro), 44 anni, durante gli allenament­i a Kazan

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy