UN’EUROPA INGLESE ALTRO CHE BREXIT
Icardi & co. primi se vincono con i blucerchiati, che però hanno sempre fatto brutti scherzi. A San Siro più di 50mila spettatori
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Un’altra serata di gala con vista sul primato solitario. Anche se il tabù Sampdoria va maneggiato con estrema cautela. E in questo senso per l’Inter di Spalletti il fresco 5-0 dei blucerchiati al Crotone è ideale per tenere la concentrazione al massimo anche dopo derby e Napoli. Con una vittoria stasera Icardi e soci sarebbero da soli in testa, in attesa che la banda Sarri domani vada in casa del Genoa. Grazie al calendario spezzatino, in questa stagione l’Inter aveva già dormito da capolista solitaria il 16 settembre, quarta giornata, dopo il sofferto successo di Crotone. Il giorno dopo però la Juve passò facile a Reggio Emilia e il Napoli giocò a tennis col Benevento. Ritrovarsi là in alto dopo dieci partite e dovendo poi affrontare (a dicembre) tra le big soltanto Juve e Lazio avrebbe un sapore ben diverso e innaffierebbe ulteriormente l’autostima di un gruppo che ha saputo lavorare bene e di squadra già da luglio, superando tutte d’un fiato nella tourné asiatica Lione, Bayern e Chelsea. In passato, anche se amichevoli, erano stati schiaffoni.
BESTIA NERA Ora però arriva l’«intrusa» al tavolo delle big, quella Samp che di fatto ha sbagliato soltanto la gara di Udine e che in linea teorica (a dicembre o più probabilmente gennaio dovrà recuperare il match con la Roma) vincendo al Meazza sarebbe a pari punti con i nerazzurri. I doriani soprattutto sono una vera e propria bestia nera per l’Inter. Intanto perché hanno vinto entrambe le sfide dello scorso campionato. Tanto che Spalletti, così intriso di interismo da parlare in prima persona anche del passato, esagera: «La Samp è del nostro livello, ci è arrivata davanti l’anno scorso. Ora perché noi dovremmo mettere dietro una squadra che l’anno scorso non ci fece vedere palla?». Se sul livello si può discutere, di sicuro la Samp non è finita davanti a quella pur triste Inter (undicesima contro settima) e che i nerazzurri la palla l’avevano vista eccome. Ma si erano suicidati tanto in ottobre a Marassi - quando una rete di Quagliarella portò all’esonero di De Boer - quanto in aprile a San Siro. Vantaggio con D’Ambrosio, poi Brozovic tiene in gioco Schick per l’1-1 e nel finale para in area una punizione dell’ex Alvarez per il rigore beffa di Quagliarella. Dopo i 12 gol tra Cagliari e Atalanta che avevano portato a peana da