La Gazzetta dello Sport

City, che fatica Wolverhamp­ton k.o. solo ai rigori

1Bravo fa tre miracoli nei 90’, poi Aguero col cucchiaio manda avanti Pep in Coppa

- Stefano Boldrini INVIATO A MANCHESTER (ING)

Il Napoli ringrazia il Wolverhamp­ton: la squadra che faceva battere il cuore a George Best ha portato ai rigori il Manchester City. Doveva essere una serata tranquilla e invece il quarto turno di Coppa di Lega ha aggiunto fatica inutile alle gambe della banda di Guardiola. Il penalty in stile tottiano di Sergio Aguero, un cucchiaio perfetto, ha firmato la qualificaz­ione, ma se il piano era quello di evitare d’intossicar­e i muscoli, è fallito. Il City va avanti e va bene così, ma ora ci sarà la trasferta sul campo del WBA prima di salire sull’aereo, destinazio­ne Napoli. I Wolves escono a testa alta dal torneo: gli errori dal dischetto di N’Diaye e Coady si aggiungono ai rimpianti per le occasioni divorate da Enobakhare.

SORPRESA Brutta storia quando fai un turnover pesante, anche con uno squadrone come il Manchester City: ti arriva in casa un Wolverhamp­ton gasatissim­o per il primo posto in Championsh­ip e vivi centoventi minuti da incubo. A dire il vero anche i Wolves di Nuno Espirito Santo, ex manager del Porto, portato nel cuore dell’Inghilterr­a dal potentissi­mo Jorge Mendes, si presentano con nove giocatori nuovi di zecca dopo il 3-2 sul Preston, ma le motivazion­i delle seconde linee sono così forti da rendere tutti uguali, titolari e riserve. La stessa cosa non accade invece nel City, dove qualche nome illustre come Yaya Touré vive male il ridimensio­namento fisiologic­o legato all’età al punto da beccare anche un’ammonizion­e ingloriosa per una simulazion­e e dove il costosissi­mo Mangala mostra la ruggine di molta panchina. Balbetta anche Gundogan: non è ancora al top.

BRAVO Ecco allora che in una serata piovosa molto made in England il protagonis­ta in campo è il portiere del City, il redivivo Claudio Bravo. Il cileno salva tre volte la banda di Guardiola. Nel primo tempo è perfetto sull’affondo del nigeriano Enobakhare. Nella ripresa, diventa il protagonis­ta assoluto. Un capolavoro è la respinta in uscita bassa su Helder Costa, talento sfiorito del calcio portoghese. Enobakhare ci riprova quasi in chiusura, ma si incarta da solo, dopo aver mandato al manicomio Mangala. Ma il peggio, per Enobahkare, deve ancora arrivare e avviene nel recupero, quando parte da solo palla al piede, inseguito da Sterling e De Bruyne. Il ragazzo nigeriano, 19 anni, esalta per la terza volta i riflessi pronti di Bravo e stramazza a terra, colpito dai crampi, per la disperazio­ne dei tifosi dei Wolves, ben seimila al seguito della loro squadra, negli anni Cinquanta vincitrice di ben tre titoli inglesi. Enobakhare, esausto, viene sostituito dal brasiliano Bonatini, in prestito dal club saudita Al-Hilal e un passaggio nella Juventus, dove nella stagione 2012-13 giocò solo nella Primavera. Il City rimpiange invece l’occasione divorata da Sterling: poteva evitare tanta fatica supplement­are.

SUPPLEMENT­ARI L’extra-time è un viaggio coast to coast. Le squadre si allungano, la tattica va a farsi benedire e la gente si diverte. Il muro del Wolves resiste anche quando mostra qualche crepa: allora tocca al portiere Will Norris alzare la voce. Le parate su Sterling e Yaya Touré tengono in vita la banda di Espirito Santo. Aguero non riesce a sfondare. Sané non è in serata. Il tempo scorre. Mangala, quasi per completare la sua prestazion­e pessima, sfiora l’autogol. L’ultimo assalto è firmato da Aguero, ma Norris non trema. Si va ai rigori e il City stavolta non sbaglia.

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REUTERS Pep Guardiola, 46 anni, allenatore del Manchester City

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