Simmons il precoce dopo un anno buio «Mi vedo tra i big»
Play di Phila, a lungo fuori per infortunio, ha siglato una tripla doppia alla 4a partita tra i pro
Lunedì aveva gli occhi lucidi per la felicità, Ben Simmons. «Solo vedere le luci, il pubblico ed essere lì in mezzo ai miei compagni: sono questi i momenti più memorabili», aveva raccontato dopo il suo sospirato debutto nella Nba contro i Washington Wizards appena una settimana fa. Al termine di un anno trascorso in panchina in giacca e cravatta per una frattura al piede, in attesa di serate come queste, il ragazzo australiano (liceo e college negli Usa) di 2.08 m scalpitava. Al draft del 2016, i Philadelphia 76ers lo avevano scelto numero uno assoluto, ma fino a quando non vai nella mischia nessuno può garantirti che l’enorme talento di cui disponi si trasformi in performance straordinarie.
NUOVA VITA Come queste prime quattro gare della sua nuova vita professionale. Soprattutto in quella di lunedì in cui i Sixers hanno agguantato la prima vittoria dell’anno (96-86 sui Pistons), Ben ha scritto cifre importanti negli spessi almanacchi della Nba: una tripla doppia con 21 punti (8/11), 12 rimbalzi e 10 assist. Il suo nome associato immediatamente a quello dei grandi come Oscar Robertson e Hambone Williams, gli unici a riuscirci ormai 50 anni fa nei primi quattro match della loro carriera. Ma pure a quello di LeBron James, il più giovane di sempre a mettere a referto una TD (a 20 anni e 20 giorni contro i suoi 21anni, 3mesi e 3giorni, anche se King James era già al suo secondo campionato. «Per carità, lasciamo stare quei nomi: ho così tanto da dimostrare. Ma non sono preoccupato se la gente cerca di distrarmi con queste affermazioni, io penso a lavorare e basta», ha detto.
FIDUCIA Ora Simmons, insieme all’altro lungo Joel Embiid (per infortunio rimasto fermo addirittura due anni), autore l’altra notte di 30 punti, Phila può cominciare a credere davvero nel motto «Trust The Process». Insomma, cieca fiducia nel progetto partito qualche tempo fa con stagioni sportivamente fallimentari e l’obiettivo di procurarsi campioncini come Embiid (scelto con il n° 3), Simmons, appunto, e adesso l’altro numero uno dell’ultimo draft, Markelle Fultz. Nonostante l’altezza, l’allenatore ha affidato a Ben le chiavi della squadra. Sì, point guard, un po’ ciò che Giannis Antetokounmpo fa per Milwaukee. Ragazzi altissimi con le mani d’oro e un cervello da premio Nobel: capacità di palleggio, passaggi chirurgici, rapidità nell’arrivare al ferro. Chiariva, Ben: «Sì, Giannis è un grande e fisicamente mi somiglia. E’ la posizione in cui posso aiutare di più i compagni, grazie alla mia mole e alla mia abilità di palleggiare. Ma posso fare molto altro che non prendere rimbalzi o servire assist».
ARSENALE Infatti. Lunedì Ben Simmons era dappertutto: uno
E’ la media punti di Simmons in 4 gare dal debutto a cui vanno aggiunti 10.8 rimbalzi e 7 assist. Nella storia Nba c’era riuscito solo Oscar Robertson
Sono il numero di partite dall’esordio assoluto occorse a Simmons per compiere la tripla doppia. E’ il 3° di sempre dopo Robertson e Hambone Williams spettacolo. Un arsenale completo mostrato al competente pubblico di Detroit senza la minima crepa nelle sue sicurezze: coast-to-coast, cambi di passo, difesa, giochi da tre, tiro, scarichi. Tutto. Già viene indicato come il rookie dell’anno. E non solo, come il prossimo LeBron, appunto. Ha provato a spiegare: «Ho cercato di non sprecare la stagione passata a guardare da fuori. Dalla panchina osservavo con attenzione cosa succedeva in campo ed è un angolo che ti fa comprendere molti aspetti del gioco. Ho visto ore e ore di video e mi sono preso cura del mio fisico. Ora voglio sfruttare ogni minuto che avrò a disposizione».
VERSATILE Le prime quattro partite, sempre in doppia-doppia: come solo Shaquille O’Neal. Già una media oltre i 10punti, 10 rimbalzi e 5assist, primo a farcela dai tempi di Robertson. Raccontava: «Mi considero versatile: altezza e velocità i miei punti forti. E ho voglia di imparare, anche guardando playmaker come Kyrie (Irving) e John (Wall) che ho appena affrontato. Ma non mi faccio intimorire». E’ solo l’inizio e la Nba si sfrega le mani per la sua bravura ogni santa stagione di consegnare a chi guarda in mondovisione prodotti nuovi ed eccitanti. E poi Ben non si tira indietro: «Quanto posso progredire? Tantissimo. Ma devo pensare al presente. Se però guardo al futuro, so di avere le potenzialità per diventare uno dei migliori della Nba». Umile, ma sfrontato. E nel dna i numeri dello showtime: proprio ciò che piace alla gente.