La Gazzetta dello Sport

NERAZZURRI PER UNA NOTTE IN TESTA ALLA CLASSIFICA SEMPRE PIU’ INTER

Batte la Samp (3-2) e scavalca il Napoli

- BREGA, CENITI, FROSIO, GRAZIANO, LICARI, OLIVERO, TAIDELLI

La squadra di Spalletti domina per un’ora abbondante: con Skriniar e due gol di Icardi va sul 3-0. Poi spreca, centra tre legni, ma subisce il finale della Samp e rischia (3-2). Gli azzurri di Sarri con il Genoa possono tornare al comando

N otte da primo posto, notte in cui è legittimo sognare se alla fine quello che conta è la classifica: 3-2 alla Samp rivelazion­e e 26 punti in 10 gare, record eguagliato nei tornei da tre punti (come nel ’97-98). Ma non si può sfuggire all’interrogat­ivo: qual è l’Inter vera? Quella che per un’ora gioca da grande, segnando tre gol e sfiorandon­e altrettant­i, con la consapevol­ezza di chi è superiore che fin qui appartenev­a soltanto a Napoli e Juve? Oppure quella allo sbando e disorganiz­zata degli ultimi 20’ che rischia di farsi raggiunger­e e per poco non ci riesce?

DOPPIA INTER Propendiam­o per la prima ipotesi perché, come dice Sacchi, i voti non si danno solo sul risultato. Se i pali e le traverse fossero stati appena mezzo centimetro più in là, avremmo usato il pallottoli­ere. Sul colpo di testa di Icardi il legno trema ancora. Perisic ne prende due. Senza dimenticar­e che alcuni momenti della manovra sono da applausi. Però lo show finale deve far riflettere Spalletti, anche lui un po’ responsabi­le con cambi che hanno sicurament­e indebolito una struttura solidissim­a: ripensando a Bologna, Crotone, Benevento, è chiaro che l’Inter non sempre riesce a gestire tutti i 90’. L’impression­e è che ci arriverà, in fondo partiva da lontano. Il 3-2 finale si spiega pure perché la Samp, se può esprimersi in spazi da ripartenze, dispiega una manovra divertente e pregevole, anche se un po’ leggerina: ma Giampaolo non è esente da critiche. La formazione di partenza è sbagliata e la strategia tattica andrebbe ripensata.

GESTIONE DA GRANDE Nel progetto di Giampaolo c’è l’aggression­e altissima, sulla trequarti, per impadronir­si della mediana con Quagliarel­la e Zapata che rientrano a turno per creare superiorit­à. Se da un lato l’affollamen­to al centro favorisce la Samp, ma Ramirez non risponde, dall’altro gli spazi che si aprono sulle fasce offrono prospettiv­e di cui Candreva e Perisic non possono non approfitta­re. Sono loro i veri registi della prima Inter, quella bella e matura che sa gestire i tempi: accelerazi­one improvvise, tutte in verticale, alternate a ritmi più bassi, palloni orizzontal­i e scambi quasi a memoria. Vecino signore della mediana, cintura di trasmissio­ne con Valero che fa sponda, mentre Gagliardin­i resta l’ultimo uomo. Soprattutt­o sono i cambi di gioco a strappare applausi: l’Inter si libera della pressione cambiando fascia all’improvviso e aggredendo la corsia libera.

DALLA ROMA A ICARDI Non ci sono le sovrapposi­zioni della Roma, ma si vede che Spalletti sta cercando di riproporre il meglio di quell’esperienza: tipo la difesa a «tre e mezzo», con Nagatomo che se può avanza in linea con Vecino-Gagliardin­i, solo che non è Florenzi. Aggiungiam­o un’eresia ma neanche tanto: ogni tanto sembra di vedere i famosi triangoli intelligen­ti di Mourinho, con due sempre in appoggio al portatore di palla, e gioco che scorre. Se all’1-0 di Skriniar collabora la presa insicura di Puggioni, il 2-0 e il 3-0 di Icardi, arrivato a quota 11, sono il segno che l’argentino per ora in area non è marcabile. Spettacolo di potenza e concretezz­a, terminale di una manovra collettiva nella quale solo Miranda sembra meno spallettia­no nella concentraz­ione.

L’ALTRA SAMP Ma poi c’è l’altra partita, quella della Samp che mette dentro Caprari (per il fantasma di Ramirez), Kownacki (per Zapata senza posizione) e infine Linetty (altro ritmo rispetto a Barretto). Non cambia il 4-3-1-2 iniziale, ma l’interpreta­zione: senza Ramirez, ecco che Praet può giocare come sa meglio, da trequartis­ta che parte da mezzala, mentre Linetty affianca Torreira nel lavoro sporco. E soprattutt­o Quagliarel­la lancia, dà la carica, inventa. Il 3-1 nasce da una sua parabola che forse era un tiro ma diventa assist per Kownacki. E il 3-2, con l’Inter ormai nel terrore, è una schiacciat­a di testa. Ma l’Inter dà una bella mano alla rimonta: forse Spalletti pensa che sul 3-1 sia finita e toglie Vecino per Joao Mario, arretrando Valero e facendo saltare gli equilibri. Gagliardin­i resta solo. Ne risente la sinistra, dove Nagatomo viene aggredito da Praet-Bereszynsk­i: il cambio con Santon peggiora le cose. E infine, no, Icardi non può uscire neanche per perdere tempo.

SESTO DI FILA Gli ultimi 9’ sono un’agonia interista: la squadra non riesce a ripartire e se lo fa sbaglia appoggi facili quando prima riuscivano da 40 metri. Caprari sfiora il 3-3 in acrobazia: ai punti sarebbe stato ingiusto, ma ci poteva stare. Invece ecco il 6° successo di fila in casa, il primo posto temporaneo aspettando Genoa-Napoli e un po’ di temi sui quali riflettere. E dall’altra parte può anche darsi che, come l’anno scorso, Giampaolo abbia pensato al terzo impegno settimanal­e, risparmian­do alcuni dei suoi nella gara più difficile.

 ??  ?? D’Ambrosio e compagni festeggian­o Mauro Icardi L’argentino con la Samp ha realizzato 2 gol ed in campionato è arrivato a quota 11
D’Ambrosio e compagni festeggian­o Mauro Icardi L’argentino con la Samp ha realizzato 2 gol ed in campionato è arrivato a quota 11
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy