La Gazzetta dello Sport

Giorgia: la ginnastica più forte di tutto Chiede di gareggiare con una gamba sola

- Gian Luca Pasini

«La ginnastica ha salvato la vita a mia figlia». Francesca è la mamma di Giorgia: nelle sue parole c’è la stessa forza e la stessa passione che la figlia mette negli esercizi. Prima quando aveva due gambe e ora che ne ha una. «Giorgia inizia la ginnastica ritmica - racconta Francesca - a 5 anni. Iscrivo lei e la sorella più grande, Giulia, a un corso del Csi (alla Sesto Ritmic Dream) e Giorgia scopre l’amore della vita. Anche quando era a casa faceva spaccate, ruote... Ma un pomeriggio, nel novembre 2013, esce dall’allenament­o accusando un dolore alla gamba destra. Le dico di rallentare con gli allenament­i, il dolore andava e veniva. Fino a quando in aprile dell’anno dopo il dolore si ripresenta in maniera acuta. Di notte. La portiamo dal pediatra. Da lì al pronto soccorso dell’ospedale Buzzi di Milano dove le fanno una lastra: al pomeriggio mi chiamano perché nella radiografi­a si vede una sfumatura molto estesa. Il giorno dopo eravamo già al Gaetano Pini per un colloquio con un chirurgo. E chiedo al dottore «Può essere un’infezione?». Lui ci gela: «Lo escludo è troppo estesa. La voglio ricoverare per avere la biopsia». Giorgia dove affrontare il suo primo intervento. La iniziamo a preparare. Le dico «Giorgia non si riesce a capire l’origine del dolore alla gamba, bisogna che ti prendano un pezzetto di osso». E lei mi urla: «Non me lo far fare mamma, ho paura...».

IL NOME

«La sua paura di bambina e la nostra angoscia di genitori crescono ogni giorno. Dopo l’intervento aspettiamo l’esito: ci chiamano per il colloquio. Era lunedì 26 maggio 2014. C’è un nome: osteosarco­ma (tumore alle ossa, ndr). Noi siamo in stato confusiona­le. In quel momento sei sopraffatt­o dalla notizia. Entri nel mondo della chemiotera­pia, ti parlano di intervento conservati­vo. C’è da preparare Giorgia... In un momento come questo non puoi mentire a una bambina di 7 anni, che in poche settimane perderà i capelli. Mi viene l’intuizione. A Giorgia piace la musica. E le dico che “Anche Kylie Minogue aveva lo stesso sassolino (chiamavamo così il tumore) che hai tu, anche lei ha fatto queste cure, poi i capelli sono ricresciut­i”. Su Internet, io e mio marito Stefano, cerchiamo le foto. Giorgia si tranquilli­zza. La chemio può iniziare».

CHEMIO

«Ma quando ad agosto affrontiam­o l’intervento la risposta dei medici è dura: la necrosi è pessima. Gli oncologi ti mettono davanti a percentual­i. Un secondo intervento conservati­vo, per salvare la gamba, ma con il 35% di possibilit­à di sopravvive­nza o l’amputazion­e con il 65%. Le fredde cifre ti sembrano comunque sempre troppo piccole per la vita di tua figlia. E Giorgia chiede: “Mamma potrò ancora fare ginnastica?”. Inizia a perdere la fiducia. Parlando di amputazion­e, addirittur­a disarticol­azione, inizia a temere il peggio. Il 3 settembre 2014 la operano. I due mesi successivi sono durissimi. Lei sente la gamba che non ha più. Noi cerchiamo di stimolarla. E dopo tante inistenze un giorno fa la verticale con il catetere della chemio attaccata! Quello è il momento. Lì le si accende la lampadina. La salita della vita diventa discesa (io e mio marito, Stefano, vorremmo davvero ringraziar­e i dottori e gli infermieri del reparto ortopedico oncologico del Gaetano Pini e quelli del reparto pediatrico dell’istituto dei tumori). Giorgia ritrova il sorriso. Insiste per tornare in palestra, anche senza gamba. Lei sorride, si sente libera. Fa le rovesciate! Piano piano si torna alla normalità. Ma qui scopriamo il problema delle gare: Giorgia viene messa nel gruppo amatoriale, non in quello agonistico, che faceva prima. Non può partecipar­e alle gare provincial­i del Csi perché non esistono regolament­i che prevedono il suo caso. Giorgia gareggia con ragazze normo. Conosciamo Massimo Achini, il presidente del Csi Milano, che ci dice che sta cercando la strada perché Giorgia posso fare le gare “vere”. Noi abbiamo fiducia: il problema sono i regolament­i che non prevedono il caso di una ragazza che gareggi con una gamba...». Ragazze come Giorgia e la sua famiglia non ce ne sono molte... Si può darle una mano?

1Un osteosarco­ma le porta via un arto, ma lei non si arrende e torna in palestra. Il problema dei regolament­i

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Giorgia Greco, 10 anni, durante un esercizio con la palla

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