La Gazzetta dello Sport

Segna più di prima ed è anche più bella La Signora attacca

1Allegri tenta l’ennesimo gioco di prestigio per spiazzare. Il rischio? Trauma Cardiff e calo motivazion­ale

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Strane cose succedono, parte seconda: la Juve si è un po’ napolizzat­a. Rispetto alla decima giornata di un anno fa, i campioni d’Italia hanno migliorato il fatturato offensivo con un ridondante più dieci , 31 gol a 21, e peggiorato la tenuta davanti a Buffon o Szczesny, più tre reti subite, 10 contro 7. Numeri confermati dalle impression­i visive. La Juve appare meno rigida, quasi liberata dall’atavico ermetismo difensivo. È più vulnerabil­e e però a tratti più bella. Qua e là, a macchia di leopardo, si sono notati possessi simil-sarriani. Non è una trasformaz­ione, la Juventus non insegue il Napoli sul suo terreno. È forse il tentativo di esplorare nuovi sentieri. La classifica risulta contraddit­toria. Rispetto a un anno fa i bianconeri hanno guadagnato un punto, 25 a 24, però hanno perso due posizioni: non sono più primi come alla fine di ottobre del 2016, ma terzi. Il Napoli ha accelerato di brutto, però la Juve non ha rallentato, ha tenuto la scia della capolista. Resta minacciosa, incombente, dall’alto della sua gloria. Allegri armeggia all’ennesimo gioco di prestigio, la quadratura di un eccesso di qualità dalla cintola in su. Se gli riesce la trasformaz­ione della Juve in falso Napoli, può ingarbugli­are la corsa scudetto dei veri sarriani. Gli scontri diretti diranno abbastanza.

RISCHI Il trauma di Cardiff continua a fare il suo sporco lavoro. La Juventus si è avvicinata troppo al sole, convinta com’era di farcela a battere il Real, e si è bruciata. Certe ustioni non si rimarginan­o in fretta e si riflettono in ogni campo di gara. La squadra ha trascorso un‘estate complicata, sotto stordiment­o. Nell’ultimo periodo ha imboccato la strada del ripiglio, ma bisognerà vedere quanta l’ansia da prestazion­e in Champions League condizione­rà il rendimento in campionato. Sei scudetti consecutiv­i sono tanti, può essere che nell’inconscio dei bianconeri si faccia strada una certa noia da Serie A. Il calo motivazion­ale, questo sembra oggi il rischio principale.

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Massimilia­no Allegri, 50 anni

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