Grazie al nuovo Mou ordine, difesa, gioco Ora c’è una squadra
1Spalletti rinnova la tradizione del mister padre-padrone che risale a HH. Panca ridotta, decisivo il mercato cinese
L’Inter oggi è squadra, a prescindere dal giocare bene o male. È squadra come mai lo è stata nel passato prossimo. Per ritrovare un gruppo così compatto bisogna risalire a Mourinho. È la legge dell’uomo forte, che all’Inter funziona a meraviglia. Lo dice la storia. Helenio Herrera, Bersellini, Trapattoni, Mourinho e oggi Spalletti: il filo rosso dell’allenatore padre-padrone, che se occorre bastona la squadra e che però per la squadra è disposto a prendersi in pubblico le peggiori bastonate. È offensivo ridurre l’Inter di oggi a un cumulo di episodi e incastri fortunati. Parola chiave solidità. Non si può negare il lavoro che c’è dietro la fase difensiva, i movimenti sincronizzati dei quattro della linea e i riposizionamenti dei centrocampisti. Impossibile non vedere lo sviluppo del gioco palla a terra nel momento in cui la squadra fa suo il possesso. In poco tempo Spalletti ha scolarizzato l’Inter, ha insegnato di nuovo l’alfabeto a una squadra che non sapeva più né leggere né scrivere.
RISCHI Affini a quelli del Napoli. Se esce uno tra Miranda e Skriniar, entra Ranocchia: forse scopriremo che grazie alla didattica spallettiana l’ex gemello di Bonucci è ritornato un difensore d’alto bordo, ma il dubbio oggi è lecito. Sulla trequarti ci vorrebbe un assaltatore: qualcuno che strappi e che garantisca cinque-sei gol extraIcardi. Sì, Vecino ha mostrato di avere la progressione per abbattere muri, però oggi parte troppo lontano dalla porta. In avanti Spalletti è costretto a pregare che Icardi si conservi in ottima salute, hai voglia a dire che Eder può sostituirlo al meglio. Il mercato di gennaio dipenderà dai comunisti cinesi: sembra un mezzo ossimoro, è la realtà.