La Gazzetta dello Sport

«Una vita in gioco». L’amore di Chantal per Stefano

- Marco Calabresi ROMA

Chantal Borgonovo è una donna fiera. Ha guardato la Sla (Sclerosi Laterale Amiotrofic­a) negli occhi, gli stessi che il marito Stefano ha usato per anni come unico mezzo per comunicare con il mondo «e per fare la rivoluzion­e». Borgonovo, la Sla, l’aveva soprannomi­nata «la stronza». Chantal, invece, ha ancora voglia di lottare, anche dopo che «l’uomo che è stato attaccante tutta la vita» ha perso la sua, di lotta, nel giugno del 2013. Chantal, con Mapi Danna, ha scritto un libro: «Una vita in gioco. L’amore, il calcio, la Sla» (Mondadori, 156 pp). Un libro che non è soltanto un ricordo di Stefano. «È inevitabil­e comunicare momenti drammatici – spiega la vedova di Borgonovo –. Ci sono emozioni, il vissuto, ma anche altro». Sì, anche altro: «Contrariam­ente a quanto si potrebbe pensare, c’è anche un messaggio di speranza,

La copertina di «Una vita in gioco. L’amore, il calcio, la Sla» (Mondadori, 156 pagine) perché purtroppo l’epilogo lo conoscono tutti». Come tutti ricordano quella straordina­ria serata al Franchi di Firenze, nel 2008, con 27mila persone sugli spalti e Stefano in campo in carrozzina accompagna­to da Roberto Baggio.

CAREGIVER «Non tutti conoscono il viaggio – spiega Chantal –. Questo è un libro che parla di vita e di speranza. Una speranza che va alimentata con giornate come questa». In Senato, nella sala dedicata ai caduti di Nassiriya, con la partecipaz­ione delle senatrici Bernini, Bignani, Bottici e De Biasi, l’introduzio­ne della vicepresid­ente Rosa Maria Di Giorgi («È importante continuare a lavorare sulla legge sul fine vita, tenendo però conto di queste esperienze diverse e delle diversità dei vari malati», dice) e la partecipaz­ione di Valentina Battistini, coordinatr­ice nazionale del progetto Quarta Categoria di Lnd e Figc, quello che prevede un torneo di calcio per squadre – associate a club profession­istici – formate da giocatori affetti da problemati­che fisiche e cognitive. «Per anni sono stata caregiver – ancora Chantal –, e al Senato si è parlato di un progetto di legge sulla figura del caregiver». Tradotto: colui (o, nel caso di Chantal, colei) che si prende cura del malato, «lavoro» che implica una dedizione totale e quotidiana. «Se questo libro riuscirà a sensibiliz­zare l’attenzione su questo tema, allora io avrò fatto gol. Proprio come faceva Stefano».

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EMBLEMA I coniugi Borgonovo

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