La Gazzetta dello Sport

Ultimatum a Mihajlovic Col Cagliari si gioca tutto

Non vince domenica (rientra Belotti?) addio Torino: in caso di esonero, il favorito è Mazzarri

- Fabrizio Turco TORINO

Sinisa Mihajlovic, 48 anni, serbo, seconda stagione al Torino: nel 2016 ha preso il posto di Gian Piero Ventura

Ultimatum a Mihajlovic. Dopodomani sera contro il Cagliari l’allenatore serbo si gioca in 90 minuti, come fosse una finale, tutte le chance per continuare a sedere sulla panchina del Toro. E’ il risultato delle ultime ore granata, fatte di riflession­i e di «processi», di confronti e di telefonate fra Torino, Milano e Coverciano, dove la squadra si è allenata ieri mattina prima di salire sul treno e fare ritorno alla base. Poi, però, quando si è trattato di tirare le somme, Urbano Cairo ha valutato anche il calendario che non concede tregua e ha optato per la strada intermedia fra una fiducia a lunga gittata e il licenziame­nto in tronco. E se il presidente sceglie la strada del silenzio, a dar voce alla società è il d.s. Gianluca Petrachi. Che ovviamente non fa alcun riferiment­o alla possibilit­à di esonero ma che richiama con fermezza il gruppo ai propri compiti.

CONTO ALLA ROVESCIA E lo fa senza concedere ulteriori dilazioni di tempo, perché i jolly nel mazzo granata adesso sono tutti esauriti. «Già da qualche partita c’è qualcosa di importante che non funziona – sentenzia il d.s. –. Ci sono venute meno grinta e cattiveria agonistica, e senza la determinaz­ione la qualità non conta». Serve la «bava alla bocca», dunque, quello spirito che era il marchio distintivo del primo Toro di Mihajlovic e che invece adesso in campo non si vede più: «Per vincere non basta da sola la qualità che abbiamo. E così sono i nostri avversari ad addentarci le caviglie». Il tempo per i correttivi, però, è finito: ora conta la sostanza, e la partita contro il Cagliari diventa una sfida da dentro-fuori, e non solo per l’allenatore. Mihajlovic, d’altra parte, conosce benissimo il mondo del calcio e sa perfettame­nte come funzionano questi meccanismi. Tant’è vero che già l’altra notte, dopo la sconfitta di Firenze, aveva garantito di voler cambiar marcia. «Adesso farò a modo mio. Se me ne danno il tempo...». Il conto alla rovescia dunque è partito e scadrà domenica sera.

TOTO ALLENATORE Intanto, però, è scattato anche il toto-allenatore: il nome più gettonato, in netto vantaggio rispetto alla concorrenz­a, è quello di Walter Mazzarri. Secondo alcune voci l’ex tecnico del Watford sarebbe addirittur­a già stato contattato e, in caso di subentro, non gli toccherebb­e un ruolo da traghettat­ore ma inizierebb­e già a gettare le basi per il nuovo progetto granata. Convincono meno invece le alternativ­e che sono Paulo Sousa e Edy Reja. Insomma, in attesa del Cagliari al Torino si guarda avanti con un solo obiettivo: non perdere più tempo e ricomincia­re a macinare punti e avversari perché in fondo la zona Europa League non è poi così lontana. Di certo, i concetti espressi dal d.s. sono quelli che serpeggian­o anche all’interno del gruppo: «C’è chi è convinto che il gol debba arrivare per grazia ricevuta: perché siamo belli e abbiamo talento. E invece il talento da solo non basta» è lo sfogo che giunge dal cuore dello spogliatoi­o. Individuat­a la causa, ora si tratta di trovare in fretta le soluzioni, «e facciamolo subito – intima Petrachi – perché le parole non contano più». Contro il Cagliari molto ruoterà attorno al possibile rientro di Belotti: «Le valutazion­i cliniche sono positive ma serve buonsenso - è cauto Petrachi -. In una fase come questa diventa decisiva la sensazione del giocatore: Belotti deve giocare solo se sente di essere guarito».

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