Ultimatum a Mihajlovic Col Cagliari si gioca tutto
Non vince domenica (rientra Belotti?) addio Torino: in caso di esonero, il favorito è Mazzarri
Sinisa Mihajlovic, 48 anni, serbo, seconda stagione al Torino: nel 2016 ha preso il posto di Gian Piero Ventura
Ultimatum a Mihajlovic. Dopodomani sera contro il Cagliari l’allenatore serbo si gioca in 90 minuti, come fosse una finale, tutte le chance per continuare a sedere sulla panchina del Toro. E’ il risultato delle ultime ore granata, fatte di riflessioni e di «processi», di confronti e di telefonate fra Torino, Milano e Coverciano, dove la squadra si è allenata ieri mattina prima di salire sul treno e fare ritorno alla base. Poi, però, quando si è trattato di tirare le somme, Urbano Cairo ha valutato anche il calendario che non concede tregua e ha optato per la strada intermedia fra una fiducia a lunga gittata e il licenziamento in tronco. E se il presidente sceglie la strada del silenzio, a dar voce alla società è il d.s. Gianluca Petrachi. Che ovviamente non fa alcun riferimento alla possibilità di esonero ma che richiama con fermezza il gruppo ai propri compiti.
CONTO ALLA ROVESCIA E lo fa senza concedere ulteriori dilazioni di tempo, perché i jolly nel mazzo granata adesso sono tutti esauriti. «Già da qualche partita c’è qualcosa di importante che non funziona – sentenzia il d.s. –. Ci sono venute meno grinta e cattiveria agonistica, e senza la determinazione la qualità non conta». Serve la «bava alla bocca», dunque, quello spirito che era il marchio distintivo del primo Toro di Mihajlovic e che invece adesso in campo non si vede più: «Per vincere non basta da sola la qualità che abbiamo. E così sono i nostri avversari ad addentarci le caviglie». Il tempo per i correttivi, però, è finito: ora conta la sostanza, e la partita contro il Cagliari diventa una sfida da dentro-fuori, e non solo per l’allenatore. Mihajlovic, d’altra parte, conosce benissimo il mondo del calcio e sa perfettamente come funzionano questi meccanismi. Tant’è vero che già l’altra notte, dopo la sconfitta di Firenze, aveva garantito di voler cambiar marcia. «Adesso farò a modo mio. Se me ne danno il tempo...». Il conto alla rovescia dunque è partito e scadrà domenica sera.
TOTO ALLENATORE Intanto, però, è scattato anche il toto-allenatore: il nome più gettonato, in netto vantaggio rispetto alla concorrenza, è quello di Walter Mazzarri. Secondo alcune voci l’ex tecnico del Watford sarebbe addirittura già stato contattato e, in caso di subentro, non gli toccherebbe un ruolo da traghettatore ma inizierebbe già a gettare le basi per il nuovo progetto granata. Convincono meno invece le alternative che sono Paulo Sousa e Edy Reja. Insomma, in attesa del Cagliari al Torino si guarda avanti con un solo obiettivo: non perdere più tempo e ricominciare a macinare punti e avversari perché in fondo la zona Europa League non è poi così lontana. Di certo, i concetti espressi dal d.s. sono quelli che serpeggiano anche all’interno del gruppo: «C’è chi è convinto che il gol debba arrivare per grazia ricevuta: perché siamo belli e abbiamo talento. E invece il talento da solo non basta» è lo sfogo che giunge dal cuore dello spogliatoio. Individuata la causa, ora si tratta di trovare in fretta le soluzioni, «e facciamolo subito – intima Petrachi – perché le parole non contano più». Contro il Cagliari molto ruoterà attorno al possibile rientro di Belotti: «Le valutazioni cliniche sono positive ma serve buonsenso - è cauto Petrachi -. In una fase come questa diventa decisiva la sensazione del giocatore: Belotti deve giocare solo se sente di essere guarito».