Rangnick sotto inchiesta per l’invasione Ora lo aspetta tutta Monaco
Il d.s. rischia sanzioni per aver tentato di mostrare all’arbitro il video di un rigore. Domani di nuovo Bayern-Lipsia
Verso la fine degli Anni 90, Ralf Rangnick diventò famoso anche alle casalinghe che non si occupavano di calcio – ne esistono molte che invece lo seguono con passione – perché spiegò in una trasmissione sportiva il 4-4-2. E lo fece in modo così comprensibile che «anche vostra moglie avrà capito», venne detto. Rangnick allenava l’Ulm, seconda divisione. Tralasciamo poi la traiettoria ondivaga della sua carriera, del tipo sistemare fra i grandi di Germania l’Hoffenheim, la squadra del villaggio del (ricchissimo) presidente, oppure abbandonare la panchina (dello Schalke) per una forma di depressione. Due decenni dopo l’illuvocato strazione della difesa a quattro, Rangnick da mercoledì sera è tornato nei discorsi anche delle casalinghe perché i loro mariti lo hanno visto in tv, durante l’intervallo della partita di Coppa Lipsia-Bayern, mentre entrava in campo furibondo brandendo uno smartphone per mostrare a un arbitro il video di un fallo da rigore. La Var fai da te, perché quella vera non c’era.
INDAGINE La federazione ieri ha aperto un’indagine sul comportamento dello Sportdirektor del Lipsia: Rangnick dovrà presentare una memoria scritta per giustificare il gesto, è possibile che se la cavi con una multa. Ma la sanzione peggiore è arrivata dal destino, sotto forma di calendario. Domani la squadra della Red Bull giocherà di nuovo contro il Bayern: sarà campionato (oggi l’anticipo è Mainz-Eintracht) e non più in casa. Nell’arena di Monaco lo aspettano per contestarlo, la sceneggiata di mercoledì non è piaciuta a nessuno. Anche perché nel raggiungere l’arbitro Zwayer e il suo assistente Blos, il d.s. ha avuto delle discussioni con il portiere Ulreich e con Hummels. Il quale si è messo fisicamente a protezione degli arbitri, da bodyguard. Una scorta di cui avrebbe bisogno anche il collega Vidal, che, notizia di ieri, sarebbe stato coinvolto in una rissa in discoteca a Monaco, il 16 settembre. Tornando a Hummels, a Lipsia ha detto: «Il comportamento di Rangnick è stato antisportivo e fuori luogo, altrimenti tutti i dirigenti potrebbero correre dall’arbitro nelle pause». Il d.s. non era in panchina, ma in tribuna: dopo l’invasione, l’arbitro lo ha mandato fuori.
«HO FATTO BENE» Rangnick, criticato per il gesto anche dal suo allenatore Ralph Hasenhüttl, non pensa ancora di avere torto: «È normale che io parli di questa situazione con gli arbitri. Ero tranquillo, non avevo altre intenzioni. Ma forse era meglio se avessi discusso nello spogliatoio». L’arbitro Zwayer, internazionale, è stato disastroso nel match a eliminazione diretta vinto dal Bayern ai rigori con così tante tensioni che a un certo punto Heynckes sanguinava dal naso. Il penalty contestato dal d.s., fallo di Vidal su Forsberg, è stato assegnato dal direttore di gara e poi trasformato in punizione fuori area dall’assistente; il rigore vero per il Lipsia è sembrato un altro errore, «la regina delle compensazioni» sempre secondo Hummels. Anche i due gialli che hanno causato l’espulsione di Keita erano al limite.
SPIARE IN PANCHINA La Bundesliga sta faticando a digerire la Var, anche a causa di parecchi pasticci di comunicazione e tecnologici. Al confronto l’Italia sembra la sede della Nasa, come avanguardia tecnica. In Coppa di Germania la videoassistenza sarà usata soltanto dai quarti. Ma di colpo un normale arbitraggio con errori e dubbi è diventato insopportabile, mentre fino alla stagione scorsa veniva liquidato in maniera molto più delicata che da noi. Il telefono di un dirigente è diventato la prova del sopruso, mentre pare che il Bayern nasconda un iPad con la diretta delle partite nella borsa del medico, per vedere subito i torti e lamentarsi. Non in mezzo al campo scendendo dalle tribune, chiaro, ma al chiuso dello spogliatoio. Sistemi che a Lipsia non conoscono ancora.