Modena spacciato ma l’agonia continua
Figc prende altro tempo però anche Taddeo s’arrende
In apparenza è tutto molto semplice. Il Modena non ha uno stadio in cui giocare, non ha giocatori disposti a scendere in campo. Non ha, di fatto, una proprietà. Logica conseguenza l’esclusione dal campionato. E invece no, ieri era attesa una sentenza, ma la Figc si è presa altro tempo. Domenica i giocatori di Modena e Padova dovranno presentarsi al Braglia, un teatrino già visto e per la società gialloblù sarà la terza rinuncia. Alla quarta, la radiazione sarà automatica. Sempre ieri la Corte d’Appello federale ha esaminato i ricorsi del Modena per le gare con Mestre e AlbinoLeffe non disputate e perse a tavolino, demandando ogni decisione alle Sezioni Unite della Corte sportiva d’appello. Il legali del Modena sosterrebbero che essendo lo sfratto dal Braglia esecutivo dal 9 ottobre, le gare in oggetto dell’1 e 8 ottobre si sarebbero dovute disputare. Nella realtà dei fatti, a Modena si sono messi tutti con il cuore in pace. Ormai si pensa al fallimento, ad una ripartenza tra i dilettanti il prossimo anno.
IL PATRON
La strategia attuata da Taddeo ha fallito. Poteva riprendersi lo stadio pagando l’affitto anticipato, mettendo in difficoltà i giocatori. Invece ha fatto il contrario: «Loro pretendevano il pagamento di luglio e agosto – la spiegazione di Taddeo – ma non si poteva fare se non con una perizia e l’autorizzazione del tribunale. Avrei pagato subito ottobre e poco dopo novembre. La risposta è stata negativa. E senza giocatori a cosa mi sarebbe servito lo stadio? Avevo 500 mila euro da mettere sul piatto. Qui a Modena sono stato sfiduciato in partenza e Caliendo col suo comportamento mi ha delegittimato». Caliendo, colui che ha portato il Modena verso la fine dei suoi 105 anni di storia, è tornato sull’argomento: «Se avessi previsto un epilogo del genere non avrei ceduto il club. Taddeo aveva membri della società e giocatori contro. Vedendo la fine, mi piange il cuore».
LA CITTÀ
Per il sindaco Muzzarelli è quasi una liberazione. «La città è stata presa in giro. È una vergogna, una società affossata da incapacità, balle, lettere con impegni mai mantenuti. Ai cittadini resta un debito di un milione e 80 mila euro. Lo stadio è pronto, ci siamo accollati il mutuo, investendo 2 milioni in questi anni. Ripartiremo e quando sarà il momento farò un appello agli imprenditori del territorio per un progetto serio, legale, trasparente».
LA SQUADRA
Intanto Capuano in una situazione surreale continua ad allenare. «Sono stato abbandonato da tutti, tradito da tante promesse. Mi trovo nella terribile situazione in cui sai che devi morire, ma non accetti la morte. Speravo che ci escludessero dal campionato, che questa agonia finisse. E invece dovrò fare le convocazioni per la partita col Padova».