La Gazzetta dello Sport

DA MERTENS A FEDE E IVAN COSI’ L’ITALIA ESPONE LE SUE OPERE D’ARTE

LO STOP&GOL DEL BELGA AL GENOA È UN CAPOLAVORO: CON BERNARDESC­HI E PERISIC FA DIMENTICAR­E LE BRUTTURE DEL NOSTRO CALCIO

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«Pensa ancora a tutta la bellezza intorno a te e sii felice». Ci sembra giusto cominciare così, con una frase di Anna Frank. Cui ne andrebbe aggiunta un’altra: «La bellezza salverà il mondo». Lo scrisse Fedor Dostoevski­j, lo ha ribadito Papa Francesco in uno dei primi discorsi del suo Pontificat­o. La bellezza salverà il mondo, forse anche questo nostro piccolo universo rotondo del pallone. Capace di infangare (a molti livelli) il ricordo di Anna Frank e di tutto quel che significa, e poi di cercare la redenzione in quel modo lì. Con lo splendore delle giocate. Così l’infrasetti­manale si è trasformat­a in un concorso di bellezza. Quella che non ha colore e tifo, che pretende soltanto di essere ammirata. Per renderci felici. È anche così che la Serie A recupera fascino, credibilit­à, attenzione a livello internazio­nale. Non saremo il torneo più competitiv­o d’Europa, perché c’è mezza Serie A che prende 3 gol a partita dalle altre (per dire: i 31 gol della Juve sono un primato degli ultimi 66 anni, e negli ultimi 24 nessuno aveva segnato 30 reti come il Napoli), ma lo spettacolo è vario, diffuso, frequente. In questa giornata in particolar­e. Come se i leader del campionato si sfidassero anche sul piano dell’estetica.

VINCE DRIES Napoli e Juventus, tanto per cominciare. C’è stato un momento, mercoledì sera, in cui gli «oohhh» di ammirazion­e si trasferiva­no da un campo all’altro. Detto che sulle punizioni (Dybala e Mertens) si decreta un pareggio, ecco i pezzi forti che, con l’inseriment­o dell’interista Perisic, compongono il podio della perla rosa. Vince Dries Mertens, che applica alla perfezione il concetto di «tecnica in velocità» così centrale nel calcio moderno. Sul secondo gol, il belga si esibisce in un controllo in corsa sbalorditi­vo, peraltro anticipato da un mirabile smarcament­o laterale: il lancio di Diawara arriva quasi in area piccola, la velocità del pallone e di Mertens riducono il tempo disponibil­e a pochi millesimi di secondo, che il 14 del Napoli usa per sottoporre il pallone alla sua volontà con la suola del destro e sistemarse­la giusta per la conclusion­e di sinistro. Controllo con un piede, due passi e bum, gol con l’altro piede sotto la traversa nell’unico spazio disponibil­e. Una cosa così la possono fare non più di cinque giocatori nel mondo.

IL PODIO Il secondo posto va a Bernardesc­hi che con Dybala e Douglas Costa gioca «alla tedesca»: filtrante di Paulo, tocco di controbalz­o del brasiliano, Fede si aggiusta con il destro per poi calciare al volo di sinistro. Incrocio, gol, applausi. Quelli se li è presi anche Ivan Perisic pur senza segnare: soltanto palo sul tentativo - che gli interisti definirebb­ero «alla Stankovic» ma che tecnicamen­te è stato più simile ai calci di Beckham di prima intenzione con il mezzo collo da metà campo dopo rinvio di Puggioni. La bellezza ha salvato anche lui.

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