La Gazzetta dello Sport

Spizzichin­o e quel gol contro il razzismo

Primavera di padre ebreo a segno con la Juve. Inzaghi il suo idolo da bimbo

- Elmar Bergonzini ROMA

Il destino, quello che nella vita di Giorgio Spizzichin­o ha bussato già due volte. La prima, nel 2006, quando aveva 7 anni: incontrò per strada Simone Inzaghi, all’epoca giocatore della Lazio, e si fece firmare un autografo. Quel pezzo di carta Giorgio lo ha incornicia­to e appeso sopra il letto. Nel maggio scorso, a 11 anni da quell’episodio, Inzaghi, a Crotone, lo ha fatto esordire in Serie A. Il destino, però, ha ribussato venerdì: al termine di una settimana ricca di polemiche per l’ignobile adesivo di Anna Frank, proprio lui che ha un cognome ebraico ha segnato il gol che ha permesso alla Lazio Primavera di battere la Juventus a Torino. Era un cross, ma è finito in porta. Doveva segnare.

FILOSOFIA CHE PASSIONE Il papà, Fabrizio, è ebreo; la mamma, Barbara, è invece cattolica. Giorgio, classe 1999, è cresciuto in una famiglia dalla mentalità molto aperta e che ha da sempre amici di entrambi i credo, è quindi stato colpito da quanto successo. Questo tipo di insulti non li concepisce, lui vuole si parli di calcio: di lui e della Lazio. Anche perché Giorgio è da sempre tifoso laziale, benché in famiglia siano tutti simpatizza­nti romanisti. Nessuno però è mai stato particolar­mente interessat­o al calcio: Spizzichin­o da piccolo era iscritto alla scuola tennis, e all’Olimpico aveva messo piede solo nel 2011, per vedere correre Bolt. Nel 2014 la sua prima volta con la Lazio: insieme alla cugina andò a vedere la squadra che arrivò terza con Pioli. Un anno dopo la grande chiamata: dalla Nuova Tor Tre Teste, Giorgio passò agli Allievi Nazionali biancocele­sti. Il rapporto con Inzaghi è molto forte: il tecnico all’epoca guidava la Primavera, e spesso lo faceva allenare con i più grandi. L’empatia fra i due è notevole, anche perché Giorgio prima era fan di Inzaghi ma, ora che lo conosce, lo stima ancor di più: tecnicamen­te e umanamente. L’anno scorso, quando da ala si è trasformat­o in terzino destro, la prima panchina con la prima squadra (nel derby di Coppa Italia vinto 2-0), e poi l’esordio. Caparbio com’è, però, era scontato che Spizzichin­o sarebbe riuscito a sfondare: le cose lui vuole farle per bene. Iscritto al liceo scientific­o, quest’anno sosterrà la maturità, e da sempre, in trasferta, si porta il libro di filosofia per ripassare. I compagni per questo lo prendono un po’ in giro, ma lui va dritto per la sua strada. In attesa che il destino bussi ancora.

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GETTY Giorgio Spizzichin­o, 18 anni, terzino della Primavera

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