«Mai visto Dovizioso così forte, che tristezza per Lorenzo»
Biaggi giudica, a modo suo, la stagione della MotoGP che sta per chiudersi: «Il top sono Marquez e la Ducati con il forlivese, il futuro Zarco e Morbidelli, il flop l’amico Jorge. E se Valentino a Le Mans...»
Siamo all’ultimo atto. Dopo il GP della Malesia corso nella prima mattinata italiana e nel quale Andrea Dovizioso ha cercato di arginare la fuga di Marc Marquez, il Mondiale si ritroverà tra due settimane a Valencia per il gran finale. Una stagione entusiasmante, che Max Biaggi, ristabilito dopo l’incidente in motard di giugno, ha analizzato per noi. Ecco i giudizi.
INATTESO «Dovizioso. Anche se sembra brutto a dirlo, nessuno si sarebbe aspettato di vederlo lottare per il Mondiale. Invece lo ha fatto con grandissimo merito. Credo che la scossa sia stata l’avere un plurititolato come compagno e da questa difficoltà abbia tirato fuori una forza mai avuta prima. Non l’avevo mai visto così forte nei corpo a corpo, come avvenuto in Austria e in Giappone. È il solo, per ora, contro il quale Marquez ha sempre perso i duelli finali».
LA CERTEZZA «Marquez resta l’uomo da battere. Quando al secondo anno in MotoGP vinse 10 gare di fila, la Honda era la moto più prestazionale. Non so per quale motivo Marc non inizi mai la stagione con la moto migliore, però uno come lui è tutto velocità, onore, gloria e… cadute. Ci mette sempre qualcosa di più e, nonostante tre zeri, è in testa. È lui la Honda, il gatto che se lo butti dal 10° piano casca in piedi».
CHE TRISTEZZA «Non posso non dire Lorenzo, anche se con un po’ di tristezza. Ma credo che sia lui il primo deluso. Ha dovuto accettare che il suo compagno fosse sistematicamente davanti e in lotta per il Mondiale, un boccone davvero indigesto da mandare giù. Però come approccio ha sorpreso tutti, è sempre stato analitico e non si è mai nascosto dietro le scuse, avendo anche la forza di andare sotto il podio ad applaudire. Se Ducati nel 2018 gli darà una moto più per il suo stile potrà fare un gran balzo avanti. Devono farlo, altrimenti perché lo avrebbero preso»?
QUALITÀ «Questo Zarco non se lo aspettava nessuno. In Qatar è caduto mentre scappava, ha ricordato il mio debutto vincente in 500 a Suzuka 1998. E si è confermato tra podi, gare davanti, pole position. Non ha la miglior Yamaha, ma è sempre lì a giocarsela e nella bagarre dice la sua. È nato per lottare, nei corpo a corpo è molto forte».
ROSSA DA SBALLO «La Ducati ha dato a Dovizioso la possibilità di lottare e vincere, si è visto spesso Petrucci, Jorge ha fatto due podi. Sul bagnato poi la rossa è la moto migliore. Dall’altro lato, c’è la Yamaha che non ha continuato a migliorare come ci aveva abituato. Ma credo dipenda dal matrimonio non troppo riuscito con le gomme, dalle quali ormai queste moto dipendono troppo».
PROSPETTIVA Marquez durerà a lungo, ma se fossi un team manager la prima scelta sarebbe Morbidelli: se confermerà crescita e velocità, in MotoGP sorprenderà tutti. Un altro che seguirei molto da vicino è Mir, per come ha corso quest’anno. Ma lo aspetto in Moto2».
CONTROSORPASSO «Se a Marquez in Austria fosse riuscito il controsorpasso a Dovizioso all’ultima curva, quella manovra sarebbe entrata di diritto tra i comandamenti del motociclismo: entrare in quel modo e girare la moto col gas, all’ultimo giro, con le gomme finite e tu al limite delle energie, è stata una manovra vecchio stile. Servono un controllo esagerato e lucidità».
GP DI 500? «In Australia mi è sembrato di tornare ai tempi della 500, con 6-7 piloti attaccati fino all’ultimo giro. Una gara vinta di intelligenza da Marquez, che ha rischiato, è stato tamponato ma, conscio dei propri mezzi, sbaglia il meno possibile e allunga al momento giusto. Se c’è da ballare, lui c’è».
PECCATO « Rossi cadendo a due curve dalla fine a Le Mans si è giocato tanto, uno zero pesante in ottica campionato. Allo stesso tempo, però, aveva corso una gran gara, era lontano e aveva recuperato, era passato in testa… Lo sbaglio ci sta. Altro errore il lungo di Dovizioso in Australia. Forse 4-5 posizioni le avrebbe salvate».
IL CAMALEONTE «Ancora Marquez: veloce sull’asciutto, sul bagnato, sull’umido, quando c’è da cambiare moto in corsa, è quello capace di prendere in un istante la decisione giusta. La sua è una dote, devi fidarti soprattutto di te stesso. Ha una capacità di adattamento unica».
R«Il GP d’Australia mi ha fatto pensare ai tempi della 500 con 6-7 piloti attaccati»
R«Marc è la Honda, mi sembra un gatto che cade dal 10° piano e arriva sempre in piedi»