La Gazzetta dello Sport

IL MOSTRO E MONTELLA VEDE LE STREGHE

La Juve sbanca San Siro 2-o: aggancio al vertice con doppietta di Gonzalo (101 gol in A). Il tecnico rossonero per ora resta, ma zona Champions più lontana

- BIANCHIN, BOCCI, CENITI, DELLA VALLE, GOZZINI, LICARI

S ono ancora due mondi lontani Milan e Juve, sempre più lontani. E se poi Higuain ritorna Higuain il fossato s’allarga. Per una notte l’argentino sembra quello del Napoli, riceve palla e scaglia subito in porta, potente, angolato, d’istinto e senza lasciare scampo a Donnarumma. Due tiri due centri, la carica dei 100 e dei 101 gol in Serie A, e un 2-0 finale che non ammette repliche. Questa è la più bella notizia per i bianconeri, ben oltre il provvisori­o primo posto che non dovrebbe resistere alle partite della domenica. Il Milan invece si specchia ancora nella sua incompiute­zza. Non è dominato, a lungo sembra reggere il confronto (anche per il giro palla lento dei bianconeri per la verità), è sfortunato per la traversa di Kalinic e un paio di palloni sfiorati dal croato di un centimetro nell’area piccola. Ma tanti sono sotto standard (Biglia, Kessie, Calhanoglu) mentre il solito Borini corre per tre quasi in trance agonistica: che sia lui il migliore, spesso ormai è così, non è un bel segnale per Montella. D’altra parte, appena l’asticella si alza — Lazio, Samp, Roma, Inter, Juve — la sua squadra resta a zero. Non può più essere un caso.

HIGUAIN&CUADRADO Anche la Juve farebbe meglio a non esaltarsi. Se l’attacco risponde alla grande, oltre l’Higuain ritrovato, perché anche Dybala è al posto giusto nei momenti decisivi pur limitando le giocate spettacola­ri, gli spifferi dietro fanno venire il torcicollo a Buffon. La prima preoccupaz­ione di Allegri è bloccare le fasce milaniste: una si complica la vita da sé, la destra, con Abate che resta spesso in linea con i tre centrali anche in fase offensiva, tanto che il 3-4-2-1 sembra un 4-2-3-1 timido e disorganiz­zato. L’altra, la sinistra, è tutta nella foga di Borini che però si ritrova stretto tra Lichtstein­er, giornatacc­ia la sua, e Cuadrado ancora una volta insostitui­bile per il doppio lavoro che si sobbarca. Rodriguez non riesce ad accorciare e così l’azione bianconera parte dal colombiano. Idee non chiarissim­e, ma quanto basta per inguaiare il Milan che intanto al centro soffre da morire.

MILAN MALE IN MEZZO Al cen-

tro, appunto: non c’è Bonucci dietro, e può darsi che questa non sia una gran perdita visto come sta giocando l’«ex». Ma Romagnoli, il suo vice, è meno che blindato tra Zapata e Rodriguez. E a centrocamp­o Biglia non è neanche la fotocopia del controllor­e di gioco laziale, fino al cambio con Locatelli. Per non dire di Kessie, mediano «normalizza­to» che ha perso furia, aggression­e, progressio­ne: a Khedira basta l’intelligen­za tattica per schermare l’ivoriano e chiudere così eventuali corridoi pericolosi. Insomma, al Milan non restano che gli esterni, come prevedeva Allegri. Ma Suso finisce tra Asamoah (utile), Chiellini e lo stesso Khedira, ed è meno ispirato delle ultime uscite. Mentre Calhanoglu gioca una partita tutta sua: nel senso che è fuori partita e Montella avrebbe fatto meglio a sostituirl­o prima.

DIFESA BIANCONERA La Juve subisce un’aggression­e forsennata per cinque minuti, ma poi si ricorda della vecchia arma della gestione. Per cui basta far circolare la balla bassa, cambiando spesso fronte di gioco — in questo Dybala, Pjanic e anche il Mandzukic sotto tono di ieri non hanno eguali nel Milan — per avvicinars­i all’area. Quindi ci pensa Higuain con le armi per le quali è stato pagato 94 milioni. Però SuperMario non copre come ai bei tempi e in difesa le maglie sembrano larghine: Kalinic è troppo solo per sfuggire alla morsa Rugani-Chiellini eppure ce la fa in un paio di occasioni, contro attacchi più affollati chissà come andrebbe. Alla Juve riesce comunque di non prendere gol dopo i 7 subiti nelle ultime 4 giornate ed è già qualcosa. Debole è la destra: tanto che, segnato il secondo gol, Allegri cambia Lichtstein­er con Barzagli per blindarsi fino allo Sporting di martedì, quando vincere significhe­rebbe chiudere i conti con 180’ d’anticipo.

JUVE SUPERIORE Sono pochi 16 punti in 11 giornate per Montella, molti meno di quanti preventiva­ti. Difesa a tre, a quattro, a tre e mezzo come ieri, ma il discorso va allargato al pessimo rendimento dei singoli. Il tecnico ci ha messo del suo in passato, insistendo sulla posizione

 ??  ?? Gonzalo Higuain, 29 anni. Già 101 gol in A: 71 col Napoli e 30 con la Juve
Gonzalo Higuain, 29 anni. Già 101 gol in A: 71 col Napoli e 30 con la Juve
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