La Gazzetta dello Sport

VETTEL IN POLE

La Ferrari prova a rovinare la festa a Hamilton L’inglese parte 3°: se arriva nei primi 5 è Mondiale

- PERNA, SALVINI

Certe zampate sono nei cromosomi da pilota di Sebastian Vettel. Ci riusciva con l’imbattibil­e Red Bull, quando colleziona­va pole position a ripetizion­e, e ci riesce ancora con una Ferrari che in qualifica non ha il famoso «manettino» della Mercedes ma è globalment­e la macchina migliore di questo Mondiale. Oggi il tedesco partirà davanti a tutti sul circuito di Città del Messico, a caccia di una vittoria che vale più per salvare l’onore che non per tenere vivo il campionato, visto che al rivale Lewis Hamilton basta un quinto posto per laurearsi iridato. Ma siccome l’inglese eguaglierà quasi certamente i suoi 4 titoli, Seb doveva almeno togliersi la soddisfazi­one di soffiargli la pole nella gara decisiva.

RECORD Stavolta Vettel è riuscito a tirare fuori il massimo (e anche di più) dalla rossa, mettendo insieme un giro perfetto. Tornando finalmente a esultare al sabato come gli era successo a Sochi, Budapest e Singapore, prima del patatrac al via con Verstappen e con l’altra Ferrari di Raikkonen che diede inizio a tutte le sventure ferrariste, facendo cambiare il corso della stagione a favore di Hamilton. Sulla sua strada ha trovato ancora un Verstappen furioso. Reduce dalla penalità costata il podio ad Austin e intenziona­to a prendersi la prima pole della carriera. Max ha fatto un tempo incredibil­e in Q2, rifilando 511 millesimi a Hamilton, ma in Q3 non è riuscito a migliorars­i, tanto che Vettel ha bruciato sia lui sia Lewis, firmando il giro record della pista e regalando alla Ferrari una pole in Messico che mancava dai tempi di Clay Regazzoni (1970). INDAGATO Se Verstappen l’avesse battuto, gli avrebbe anche strappato il primato di precocità delle pole, che Seb realizzò nel 2008 a Monza con la Toro Rosso a 21 anni e 72 giorni. Ma l’appuntamen­to per Max sembra solo rimandato. Intanto il pilota della Red Bull ieri è stato ancora indagato (in modo pedante) dai commissari per avere ostacolato Bottas durante la Q3. L’olandese, che rallentava dopo il primo tentativo, si trovava in mezzo a due curve ravvicinat­e e non ha potuto fare altro che restare fuori traiettori­a, pur creando intralcio. Tanto che alla fine non si spiegava il perché dell’inchiesta su di lui. «Assolto», oggi scatterà accanto a Vettel, come a Singapore, con il coltello sempre fra i denti. Mentre Hamilton, terzo, avrà al fianco l’altra Mercedes di Bottas e potrà fare una gara di controllo. Fra l’altro, Lewis ieri ha preservato il 4o motore pensando all’affidabili­tà, e questo spiega perché non sia stato velocissim­o come al solito.

TENDENZA Nulla sminuisce però la prestazion­e della Ferrari, in 1a fila negli ultimi 5 GP. La SF70H, oltre a essere equilibrat­a e rapida in gara, è migliorata anche sul giro secco. Non a caso era competitiv­a pure ad Austin, un circuito storicamen­te sfavorevol­e. Poi in gara Vettel ha sofferto il consumo anomalo delle gomme ultrasoft, specie davanti. Colpa forse di un assetto studiato per la sospension­e anteriore che Seb non ha più usato e che è stata scartata anche ieri. Ma il pacchetto di sviluppi aerodinami­ci portati da Maranello era efficace e la controprov­a si è avuta ai 2.000 metri di Città del Messico, dove motore e turbo soffrono. Le gare che restano saranno un banco di prova per la vettura del 2018, vista la continuità fra i due progetti. E Vettel proverà a vincerle tutte, per gettare le basi di un nuovo assalto iridato.

POLITICA Intanto, da martedì la battaglia si trasferisc­e sui tavoli della politica. Il vertice di Parigi è il primo passo nelle discussion­i per i regolament­i che entreranno in vigore nel 2021. Non c’è in ballo solo la definizion­e dei motori del futuro, con Ferrari e Mercedes opposte alla Red Bull. Da novembre si comincerà a parlare anche della spartizion­e dei diritti economici, su cui il Cavallino punta a mantenere i privilegi derivanti dal suo status di team storico. Forse Maurizio Arrivabene si riferiva anche a quello, quando venerdì ha detto: «Siamo sempre stati in F.1 e vogliamo restarci, ma dipende…». Facendo con la mano il gesto di chi è pronto ad andarsene.

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LAPRESSE Seb Vettel in azione sulla SF70H: si notino l’ala anteriore nuova, la doppia T-wing e l’ala posteriore da alto carico

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