Barak: «Udinese, salviamoci e poi... Io? Studio Iniesta»
Tiri mancini del ceco hanno risollevato Delneri «Non mi dispiace muovermi da 10, ma io sono un 8»
Il suo calcio è come un rock. Antonin Barak da Pribram, cittadina della Repubblica Ceca verso il confine con la Germania, è l’uomo del giorno in casa Udinese. Con due tiri mancini ha trascinato fuori la squadra dalle secche dei bassifondi. Due gol decisivi contro Sassuolo e Atalanta, da sei punti. Barak possiede un sinistro illegale: «Devo migliorare il destro», sottolinea con umiltà. Il suo calcio è come un rock e non per modo di dire: «Mio padre Antonin (stesso nome del figlio, in Boemia è possibile, ndr) ha giocato nelle serie minori e oggi allena i giovani, ma la sua passione è la musica. Suona la chitarra in una band di metallari, nel repertorio hanno tante canzoni degli AC/DC. Mia mamma fa la dentista». Barak compirà 23 anni a dicembre, è un ragazzone alto 1.90, di limpida educazione mitteleuropea. Nell’infanzia ha sofferto per una malformazione alla spina dorsale che gli provocava affaticamenti: ne è uscito grazie a ginnastica e sport. Ha poi subito episodi di bullismo, che lo hanno spinto a lasciare Pribram.
Da bambino a quale giocatore si ispirava?
«Ero e sono tifoso dell’Arsenal, impazzivo per Thierry Henry. Oggi guardo Iniesta, per visione di gioco e bellezza del tocco».
Sa chi è Panenka, che si chiama Antonin come lei?
Ride: «Sì, ma io non tiro i rigori come lui». Panenka è l’eroe della Cecoslovacchia campione d’Europa nel 1976, l’uomo del primo rigore a cucchiaio in mondovisione.
Conosce Pavel Nedved?
«Certo, è un mito del calcio ceco, Pallone d’oro. L’ho incontrato, ci siamo parlati. Grandissimo. Come giocatori però siamo diversi».
Qual è il suo ruolo preferito?
«Mi sento un numero 8, interno di centrocampo. Noi cechi consideriamo regista il numero 6».
Contro l’Atalanta però ha segnato un gol da trequartista.
«Accetto di giocare ovunque, Antonin Barak, centrocampista, è nato a Pribram (Rep. Ceca) il 3 dicembre 1994. Cresciuto nel Dukla Pribram, nel gennaio 2016, dopo una parentesi al Graffin Vlasim, va allo Slavia Praga, che a febbraio lo cede all’Udinese per 3 milioni. In nazionale 5 presenze e 4 gol
non mi dispiace muovermi da numero 10, ma sono un 8».
L’Udinese dovrà accontentarsi della salvezza e basta?
«Siamo una buona squadra, migliore di altre che lottano per rimanere in A. Prima mettiamoci in sicurezza, poi divertiamoci».
Siete delusi per non aver portato la Repubblica Ceca al Mondiale in Russia?
«Sì, non dovevamo perdere a Belfast contro l’Irlanda del Nord, ma prima avevamo pareggiato per 0-0 in casa contro l’Azerbaigian e la stessa Irlanda del Nord, per cui... La Germania era la più forte del gruppo e si può perdere per due volte con i campioni del mondo. Ci siamo complicati la vita con le altre. Dobbiamo ripartire (Barak in nazionale conta 5 presenze e 4 gol, non male come media, ndr)».
Altri sport praticati?
«Da bambino per un anno ho fatto nuoto, stile libero. E mi piace sciare. Intorno a Udine ci sono tante belle montagne, però lo sci è pericoloso e io da calciatore non posso sciare».
Che cosa spera che ci sia nel suo futuro, oltre l’Udinese? o il Napoli?
«Qui sto bene e qui devo crescere, non mi pongo il problema di quel che sarà. Vedremo. In Italia ci sono squadre importanti. In Europa mi piacciono Arsenal e Barcellona».
La Juve di Nedved
«La Juve è fortissima, ma ammiro il gioco del Napoli: sono fantastici».
Per avere Barak, l’Udinese ha versato tre milioni di euro allo Slavia Praga. Il ragazzo ha firmato un contratto quinquennale, scadenza 2022. Facile prevedere una grossa plusvalenza, in giorni neppure lontani. Udine si conferma città capitale dei cacciatori di talenti. CENTROCAMPISTA UDINESE