Atalanta La beffa arriva al 94’
APRE ILICIC, MA L’APOLLON PAREGGIA. PER I SEDICESIMI SERVE UN PUNTO
Buttata così, all’ultimo minuto, sull’ultimo rilancio da metà campo, quello del tutto per tutto. L’Atalanta è stata a meno di un minuto dalla qualificazione, costruita su un rigore guadagnato e trasformato da Ilicic e poi su una condotta da Atalanta che conosciamo, poi il tuffo di Zelaya e la valigia di ritorno da Cipro si riempie di un solo punto. Non poco, comunque. Perché smaltita in fretta la delusione per la vittoria mancata, restano i conti positivi guardando la
È successo tutto nella ripresa al Groupama Stadium, dove il Lione ha battuto 3-0 l’Everton grazie alle reti di Traoré (23’), Aouar (31’) e Depay (43’) raggiungendo a 8 punti l’Atalanta e ponendo un’ipoteca sul passaggio del turno. Gara bloccata nel primo tempo, con l’unico sussulto al 43’ con il k.o. del terzino inglese Martina, uscito in barella. La svolta per i francesi è arrivata solo nell’ultima mezz’ora di gara, con l’inserimento di Aouar che ha velocizzato la manovra.
classifica. E alla Dea manca un solo punticino – e magari neanche quello se l’Apollon non vincerà le altre due partite – per accomodarsi sulle comode poltrone europee di febbraio. Tutto sommato è «colpa» dell’Atalanta: ha alzato talmente tanto le aspettative che sembra un peccato non essere già qualificata, ma ripensando al sorteggio di settembre è ben più avanti del previsto.
DEA PADRONA Il 4-2-3-1 dell’Apollon crea pochi problemi alla Dea. Qualche errore nelle distanze in avvio e negli appoggi – sbagli quasi da «inizio ciclo» – viene corretto presto da Gasperini: alza Cristante e Freuler sull’uscita bassa dei ciprioti invece che mandare Ilicic e Kurtic, ai quali tocca blindare le fasce. L’Atalanta prende così il comando del pallone, si gioca di fatto in una metà campo sola. L’Apollon viene rimbalzato sistematicamente dagli anticipi atalantini sulla trequarti, e quando ci prova lo deve fare soltanto con innocue conclusioni dalla distanza. La Dea invece trova meccanismi funzionali a destra: Ilicic chiude triangoli con Hateboer – come di solito fa l’assente Papu a sinistra con Spinazzola -, si mangia un gol e poi guadagna il rigore per un intervento scomposto di Alef, centrale difensivo improvvisato. Dal dischetto lo sloveno trova il secondo gol di fila in Europa League, come non gli succedeva da febbraio 2014 quando vestiva la maglia della Fiorentina.
AGGIUSTAMENTI Josip però molla per affaticamento a inizio ripresa, l’Atalanta no. Un palo di Petagna in mischia da angolo dà però speranza all’Apollon. Che comincia a spingere, con i cambi trova finalmente frizzantezza sugli esterni, impedendo all’Atalanta di ripartire. E allora ci rimette mano il Gasp: prima con Gosens per Kurtic, con Spinazzola più «alto», poi con De Roon per Cristante, a riequilibrare le rincorse di centrocampo. C’è stanchezza negli atalantini e un po’ si vede, perché il «tutti avanti» dei ciprioti concederebbe spazi al contropiede. La Dea lo applica con giudizio una sola volta e il possibile sinistro di Orsolini per lo 0-2, dopo tacco smarcante sontuoso di Petagna, si infrange sulle mani di Bruno Vale. Sembrerebbe non esserci bisogno del raddoppio ma vai a capirlo, il calcio. Assalto cipriota, richiesta di rigore per mani di Gosens, palla allontanata, Atalanta forse un po’ distratta dalle proteste e Zelaya sbuca alle spalle della linea. Pareggio, ma la poltrona per i sedicesimi è prenotata.