Sussulto Suso Il Milan risale
Romagnoli e Jesus 2-0 al Sassuolo Montella 7o da solo, è in zona Europa
1Calhanoglu e Kalinic faticano Bei segnali da Bonucci-Kessie Bucchi molto male: così rischia
Erano corsi e ricorsi storici a fare paura, l’esonero di Allegri poco meno di quattro anni fa proprio con il Sassuolo, la panchina di Montella oggi altrettanto in bilico: quasi fossero tutti segni premonitori di un nuovo scossone. E invece dalla giornata meno logica di questo bel campionato il Milan esce sorridente: il 2-0 non finirà tra gli «indimenticabili» della storia, gli affanni non sono scomparsi, qualche equivoco tecnico-tattico è lontano dalla soluzione, ma per sua fortuna c’è Suso, un gol e tanta saggezza nei momenti difficili. Tutto questo con la complicità del Sassuolo, tra i migliori in campo per il Milan: ha resistito meno di un tempo. Così è settimo posto senza compagnia: il gradino più vicino a quell’Europa (anche se non Champions) indispensabile per avere un futuro. Mentre Montella scaccia qualche incubo.
PIÙ A CENTROCAMPO Segnano Romagnoli e Suso, e viene da chiedersi dove sarebbe il Milan senza gol e regia dello spagnolo. Sembrano in via di guarigione Kessie e Bonucci. Si capisce che Locatelli potrebbe essere più utile dall’inizio. Niente di speciale il Milan, ma qualcosa comincia a raddrizzarsi nel progetto di Montella. Nel 3-42-1 con i due famosi trequartisti c’è il meglio e il peggio. Suso è fondamentale per lo sviluppo del gioco, ben oltre il secondo gol: di fatto è il regista di una manovra offensiva che va ancora a strappi. Invece Calhanoglu è spesso un uomo in meno: si vede nei tiri, suo è l’assist per l’1-0 di Romagnoli, ma il problema è nell’economia del gioco, nel fatto che imposti poco e chiuda ancora meno. Non a caso, dentro Locatelli, in un 3-51-1 «aggiustato» nel quale Suso resta più vicino alla fascia, per il Sassuolo non c’è più scampo. Magari Montella avrebbe preferito giocare, invece di fermarsi per le nazionali, ma il suggerimento che arriva dal Sassuolo è che arricchire il centrocampo potrebbe essere utile.
SÌ KESSIE, NON KALINIC Meno bene l’impostazione bassa. Non che Biglia abbia dato il meglio fin qui, ma il Sassuolo si rende conto presto che, aggredendo quasi uomo contro uomo, per il
Milan è dura far scorrere palla e manovra. C’entra anche il timore di sbagliare ancora. Solo che il Sassuolo ha limiti tecnici evidentissimi e anche meno sincronismi che in passato, con la tendenza a distrarsi in certi momenti. Per cui la pressione «scientifica» non ha continuità e il Milan riesce a ripartire, con un Bonucci più sicuro e soprattutto un Kessie che, senza ripetere gli strappi dell’Atalanta, va al tiro in porta tre volte. Anche perché, se non ci pensano lui e Suso, non è Kalinic, questo Kalinic, che può risolvere la situazione. Mai stato un fenomeno l’ex fiorentino, ma un bel «9» d’area di rigore sì: invece non trova mai posizione e l’unica bella occasione, di testa, è deviata da Consigli.
MALE SASSUOLO Se Bucchi aveva letto bene le difficoltà di manovra del Milan, ha poi sbagliato presumendo che il 4-2-4 (al posto del 4-3-3) potesse permettergli di pareggiare. Az- zardo pagato caro perché, dentro Matri per Cassata, il Sassuolo prende gol su lancio di Borini e scatto, dribbling e tiro di Suso. Partita finita, al Sassuolo nella ripresa riesce solo un tiro alto, quasi fosse imploso. Degli 8 punti soltanto 2 (in 6 partite) sono arrivati in casa (e un solo gol): può essere il segnale che, rispetto a quello di Di Francesco, che aveva meccanismi offensivi quasi automatici, questo fatica a creare situazioni in attacco. Missiroli davanti alla difesa non è il massimo, degli attaccanti Politano è quello con più voglia. Ma niente precisione. E tra i problemi dietro c’è anche Consigli che salva diverse situazioni ma, con un’uscita poco felice, consente il colpo di testa di Romagnoli dell’1-0 (il quarto concesso su angolo). Rispetto a Montella sono diverse le aspettative, non i problemi di Bucchi, compreso quello non preventivato a inizio stagione: lo spettro della retrocessione.