Benevento da paura Pipita e Cuadrado scacciano le streghe
Campani avanti per un’ora con una magia di Ciciretti nel giorno in cui i bianconeri indossano la maglia dei 120 anni Poi l’1-1 di Higuain e il colpo di testa di Cuadrado portano la Signora al secondo posto
In 120 anni di storia festeggiati ieri, la Juventus dovrebbe essersi ormai abituata a sapere che il calcio se ne frega della differenza di punti in classifica, di peso della tradizione, di bilanci finanziari. E invece deve ricordarsi che il divario più ampio della giornata, 28 punti di distanza al fischio d’inizio, può anche produrre la differenza più striminzita. E pure con un po’ di ansia. Il Benevento si ritrova avanti allo Stadium per quasi un’ora, perché il pallone va così. La Signora ha quattro campioni del mondo in panchina e un centrocampo «di riserva» formato da due nazionali di provata esperienza, De Zerbi invece si presenta con un capitano come Ciciretti, appena 7 presenze in Serie A. Eppure è proprio il numero 10 giallorosso a tenere in sospeso il compleanno bianconero, con una punizione che fino al 12’ della ripresa fa volare le Streghe. Se bisogna sognare, allora tanto vale farlo in grande. Solo che poi Higuain e Cuadrado ristabiliscono l’ordine delle cose. Così alla fine il Benevento incassa, come ampiamente previsto, la dodicesima sconfitta consecutiva, eguagliando così il record del Manchester United 1930-31. L’augurio è che prima o poi il club campano riesca pure a ripetere i successi dei Diavoli Rossi. La Juve si ritrova da sola al secondo posto, l’Inter lasciata dietro e il Napoli appena un punto davanti, in una giornata non proprio brillantissima, e con la spia-Dybala che comincia a lampeggiare.
INDIVIDUALITA’ Il numero 10 è stato deludente. Se la Juve gira poco, o meglio gira meno del solito, è perché una volta di più sembra che Dybala abbia perso la sua straordinaria familiarità con la porta avversaria. Sbaglia un gol su assist di Higuain a fine primo tempo, spara sulla barriera una punizione dal limite e viene esautorato dalle due successive esecuzioni, praticamente sparisce nella ripresa. Per il resto, la Juve non è stata molto diversa dal solito. Lo 0-1 che ha resistito per quasi un’ora, fino a provocare persino qualche fischio, è stato per la verità incidentale. La Signora ha costruito tanto, prima e dopo il gol di Ciciretti. Francamente, al di là di un po’ di preoccupazione perché il risultato non cambiava, si capiva che la schiacciante supremazia bianconera avrebbe prima o poi prodotto il necessario. Nel caso, Allegri avrebbe avuto pronti i cambi — Mandzukic stava per entrare appena prima dell’1-1, poi si è riseduto per qualche altro minuto — perché ha individualità che partite così se le mangiano. Dunque pareggio di Higuain dopo cross di De Sciglio corretto da Matuidi, poi raddoppio con cross di Alex Sandro per la testa di Cuadrado.
LA CHIAVE Nell’audacia di proporre tentativi di uscita palla al piede e combinazioni rapide, De Zerbi si è fatto trovare un po’ impreparato nei meccanismi di copertura sulle fasce. Il suo 3-42-1, con Ciciretti e Cataldi a supporto di Armenteros, scalava in difesa a 4 con l’abbassamento di Venuti a destra e l’allargamento di Di Chiara a sinistra. Ma proprio i terzini sono finiti spesso in inferiorità numerica con i raddoppi juventini, facilitati dal fatto che i due mediani giallorossi dovevano occuparsi delle incursioni di Matuidi e dei movimenti di Dybala. Così nel primo tempo il