La Gazzetta dello Sport

Ahi ahi Sarri Napoli in folle e senza guizzi: è un pareggino, il Chievo esulta

Basta il 73% di possesso palla, il più alto della stagione: azzurri a secco di gol per la seconda volta nelle ultime 4 gare

- Pier Francesco Archetti INVIATO A VERONA

Quando Maurizio Sarri aspetta i suoi giocatori davanti al tunnel, a partita finita, non è per compliment­arsi, ma per avvertirli che sta arrivando la Juve. Svelti a rientrare, altrimenti vuole sorpassarc­i già qui sul campo. Il Napoli ha l’entusiasmo dell’allungo all’inizio, perché comincia a giocare quando l’Inter ha finito da poco, pareggiand­o. Ma alla fine si trova con il fiatone di chi viene rincorso da vicino. Un punto soltanto di vantaggio adesso, da difendere fino allo scontro diretto del primo giorno di dicembre. Subito però c’è la sosta, quelle pause che all’allenatore non sono mai piaciute perché tolgono ritmo e giocatori. In questo momento però i suoi hanno bisogno di riposo, anche se in tredici partono. Ma se sono amichevoli e non playoff, gli impegni internazio­nali distraggon­o, fanno risentire l’aria di casa. Possono servire.

I MOTIVI Di solito quando è in trasferta in campionato, il Napoli sembra omaggiare i tanti tifosi che risiedono lontano dal San Paolo: sei vittorie su sei fino a ieri, un anno d’imbattibil­ità esterna superato da poco. L’ultima caduta il 29 ottobre 2016 a Torino, contro la Juve: da quel giorno soltanto tre pari, compreso questo. Che può sembrare una sconfitta — anche se la serie senza k.o. tocca quota 24 — perché non è dovuto a errori, infortuni o scellerate­zze di qualsiasi sorta. No. Il Napoli fa se stesso, governa la partita con un possesso estremo: 73,3 per cento, il più alto del suo torneo. Sale con i celebri scambi a triangoli, non ha un buco dove manca Ghoulam, perché Mario Rui, alla prima gara vera, si fa trovare, va a battere angoli lunghi e corti, non lascia uno squarcio irrisolto a sinistra. Però come tutti, va al minimo. Il Napoli fa se stesso, però in folle. Quindi permette al Chievo di rispettare

le partite di A in trasferta senza k.o. per il Napoli, che non perde dal 29 ottobre 2016 in casa della Juve. In questo torneo, fino a ieri, 6 vittorie su 6 le posizioni, di scalare e scivolare, gergo degli allenatori per i movimenti orizzontal­i e verticali. In questa ristrettez­za di spazi e di rapidità, la capolista avrebbe bisogno di una follia da artista o di una botta di fortuna. Non arrivano mai: soltanto Insigne prova due volte il classico tiro a giro; il Chievo non sbaglia e quindi non merita una condanna dalla sorte.

NAPOLI LENTO E’ vero che restare senza gol per due match negli ultimi quattro di campionato è quasi un primato per i sarriani. Le statistich­e dicono che per una serie del genere prima erano servite 41 gare. Però tra Sassuolo e City gli azzurri hanno esultato cinque volte, non tutto si è inceppato di colpo. L’affaticame­nto è anche colpa degli straordina­ri di mercoledì contro il Manchester City. E di un mancato ricambio del reparto offensivo. Quando l’azione arriva fino agli attaccanti, non si conclude anche per poca lucidità, come un controllo impreciso o l’ulti-

in avanti. Abbiamo sofferto una situazione abituale, perché tutti in Italia, tranne 2-3 squadre, giocano come il Chievo. I nostri giocatori offensivi non sono stati reattivi come in altre gare, non per la corsa, ma per la brillantez­za. Poche volte hanno saltato l’uomo nell’uno contro uno, non sfruttando la mole di gioco», ha osservato Maurizio Sarri.

MERCATO È un argomento che presto in società dovranno affrontare, perché l’organico ha bisogno di alternativ­e altrettant­o importanti rispetto ai titolari. Il turnover ristretto a cui ricorre, di tanto in tanto, l’allenatore può essere indicativo di una sua valutazion­e dei panchinari non soddisface­nte. In attacco, non ci sono alternativ­e a Milik, mentre a sinistra si dovrà puntare su Mario Rui che, ieri, non ha demeritato. «Il mercato? Non so se ci saranno acquisti: De Laurentiis conosce la situazione e farà la sua valutazion­e in base a quello che vorrà ottenere dalla squadra. Io in questo momento mi adeguo», ha concluso Sarri.

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