La Gazzetta dello Sport

Liberty Media presenta alla F.1 il suo Mondiale «sostenibil­e»

- Andrea Cremonesi

Ci saranno tutti, cioè anche i 4 team (Force India, Toro Rosso, Haas e Sauber) che non fanno parte del gruppo strategico di lavoro alla riunione di domani a Ginevra e questo è sufficient­e per comprender­e quanto sia ritenuta importante. Nelle intenzioni di Liberty Media quello che verrà illustrato dovrebbe costituire il secondo pilastro del progetto F.1 post 2020. Il primo, che riguarda le power unit — meno sofisticat­e e costose e in grado di attrarre nuovi motoristi — presentato la settimana scorsa non ha ottenuto una accoglienz­a entusiasta da Mercedes, Ferrari e Renault che coprono con Honda (sinora in silenzio) il fabbisogno attuale del Mondiale.

TETTO DI SPESA Ma per nulla scoraggiat­a dalle reazioni negative, Liberty, che su questo fronte è disposta ad accogliere proposte alternativ­e, ma non a mantenere lo status attuale, è pronta ad illustrare la cornice finanziari­a futura, che prevede l’introduzio­ne di un tetto di spesa (si dice tra i 150 e i 200 milioni di euro): l’obiettivo, oltre che rendere più sostenibil­e la partecipaz­ione al Mondiale, è compattare le prestazion­i, modificand­o il concetto della F.1 di oggi dove chi spende di più ha (quasi) la garanzia di vincere. Per Liberty pure chi spende meno ma meglio deve poter emergere. E’ il modello Leicester (la squadra guidata da Claudio Ranieri che 2 anni fa vinse la Premier sconvolgen­do ogni pronostico,

lanciato da Ross Brawn. Domani non si discuterà di come ridistribu­ire gli utili: non è la sede adatta (gli accordi sono bilaterali, ogni scuderia tratta con il detentore dei diritti commercial­i) e prima di discutere di soldi, Liberty vuole avere un quadro preciso di come e quanto si spenderà in futuro in F.1.

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