Pascolo tuttofare Milano strozza l’urlo di Gentile
1Virtus k.o., per Ale applausi e fischi. Ramagli: «Non cercava rivincite». Pianigiani: «Ora sta bene»
Ad Alessandro Gentile l’urlo resta strozzato in gola. Avrebbe dato chissà cosa per liberarlo alla sirena, urlare al Forum la sua rabbia, la sua sete di rivincita, apparsa evidente sin dalla palla a due, da quei 6 tiri presi sui primi 9 della Virtus. Invece alla fine è la sua ex squadra, Milano, a vincere. Non a celebrare, perché il paziente non è ancora guarito. O meglio, la ricostruzione è ancora in corso d’opera. Proprio per questo portare a casa due punti è fondamentale, non solo perché mette fine alla striscia di due sconfitte (Sassari e Tel Aviv) e quindi fa morale oltre che classifica, ma perché mette in mostra un Dada Pascolo che lascia intuire quanto potrà essere fondamentale alla causa biancorossa.
DADA L’ex trentino sporca mille palloni, con quelle braccia lunghissime che arrivano dappertutto, difende (anche su Ale, bene), recupera, strappa rimbalzi, non fa canestro ma a quello ci pensano gli altri. Oltretutto in un ruolo dove Milano è scoperta, visto che Jefferson non è presentabile (ieri non è entrato anche per questioni di accoppiamenti). L’EA7 si è goduta ancora il solito Gudaitis, ha faticato a trovare punti dall’arco (4/22), ha perso un’enormità di palloni (15), ma ha fatto un passo avanti a rimbalzo (+8, limitando quelli offensivi concessi,9 , dopo un avvio ancora distratto), trovando invece canestri facili in contropiede. Bologna esce a testa alta, pur
Il plus-minus di Pascolo, ottenuto in 27 minuti di utilizzo: è stato il migliore di Milano anche in questa speciale classifica statistica impantanandosi ancora nel 4° periodo (solo 9 punti segnati), con una difesa che la porterà lontano. Anche coach Ramagli è soddisfatto: «Gara eccellente, purtroppo nel 1° tempo per qualche persa di troppo e i rimbalzi offensivi concessi, non abbiamo concretizzato quanto di buono fatto. Invece quando abbiamo iniziato a segnare con continuità nel 3° periodo, abbiamo smesso di difendere con l’intensità degli altri 35». Gentile è stato accolto con un mix di applausi e fischi dal pubblico milanese: «Ho visto lo stesso giocatore delle prime 5 partite — dice Ramagli –, non credo ci fosse voglia di rivincita, solo il desiderio di far bene contro la sua ex squadra». «L’ho visto sereno, coinvolto, si vede che si trova in un ambiente dove sta bene – aggiunge Pianigiani –. Aveva bisogno di continuità sul campo e l’ha trovata».
ENERGIA Milano ha fatto la partita che doveva fare perché solo quella poteva mettere in campo in questo momento, come dice il coach dell’EA7: «Abbiamo provato a vincerla con energia pur non avendone. Siamo nel momento meno brillante da quando abbiamo iniziato ma la squadra è stata attenta e ha seguito il piano partita. Sono contento perché abbiamo vinto pur tirando col 18% da tre, anche conclusioni buone, che solitamente mettiamo. Ho visto una buona reazione». La grande classica lascia comunque soddisfatti tutti, vincitori e vinti. Le premesse perché torni ad essere una sfida d’alto livello ci sono tutte. Può solo far bene al nostro basket.