Il migliore Suso (voto 7) esulta con Borini: lo spagnolo ha segnato il gol del 2-0, il quinto in questo campionato
Squadra di Lopez va sotto e sbaglia anche un rigore, poi trova la vittoria nel finale. Ma Pecchia resta al suo posto
Il nuovo Cagliari di Lopez è questo, non solo difesa a 3 e rinuncia al lusso del trequartista. E’ una squadra che non molla, recupera un gol preso in tempi brevissimi, reagisce nel modo migliore alla depressione per il rigore sbagliato, creando (e sbagliando) molto. Alla fine si merita tutto, anche la fortuna che permette a Ceppitelli di segnare con una carambola ginocchio-coscia e la svagatezza di Souprayen che si perde il pallone del 2-1. Dallo scorso aprile (contro il Palermo) non vinceva dopo essere stato in svantaggio di un gol: anche questo è un segnale di svolta. La somma algebrica delle cose da salvare e da censurare lo premia. E condanna invece lo scialbo Verona, troppo prudente anche sull’1-0 e poi impaurito. E’ la quarta sconfitta di fila: cancellati i (timidi) progressi visti con l’Inter.
COMPATTO Il Lopez pensiero vuole una squadra più compatta e con meno fronzoli. E quindi: tre marcatori, centrocampo folto con Barella mezz’ala libero di fare il guastatore, Faragò e Padoin sulle fasce per bloccare Fares e Romulo e poi ripartire, Cigarini play. Già, Cigarini: impossibile non citarlo come l’uomo chiave del match nel senso che l’errore dal dischetto complica ulteriormente una partita cominciata male per il Cagliari. Che ora può vantare un record poco invidiabile: è la squadra che ha sbagliato più rigori. Lopez rimescolerà le gerarchie? Per ora sembra di no: lo specialista resta Joao Pedro, che ieri ha cominciato dalla panchina. E per finire con le note dolenti: Pavoletti, che continua a sbagliare più del dovuto, e l’assenza di un centravanti che segni, e non crei solo spazi, rischia di essere un handicap non da poco.
IMPAURITO Fabio Pecchia incassa la fiducia della società (il d.s. Fusco: «Cambiare allenatore non è la soluzione»), ma ammette che il Verona ha fatto un passo indietro, giocando al di sotto delle aspettative e quindi meritando la sconfitta. «Dovevamo sfruttare meglio il vantaggio»: giusto. Invece sull’1-0 l’Hellas è rimasto vittima delle sue paure, ha deciso di non decidere e, nel secondo tempo, si è consegnato docilmente all’avversario. Vedendo i suoi così impotenti, Pecchia ha anche provato a cambiare, togliendo un difensore (Caceres), arretrando Romulo e mettendo Valoti accanto a Cerci e Fares e dietro il deludente Pazzini unica punta. Niente da fare. Il Verona si era ormai attorcigliato su se stesso. E così il 2-1 di «Faragol» è stato una logica conseguenza del non gioco visto fino a quel momento.