La Gazzetta dello Sport

Il migliore Suso (voto 7) esulta con Borini: lo spagnolo ha segnato il gol del 2-0, il quinto in questo campionato

Squadra di Lopez va sotto e sbaglia anche un rigore, poi trova la vittoria nel finale. Ma Pecchia resta al suo posto

- Guglielmo Longhi INVIATO A CAGLIARI

Il nuovo Cagliari di Lopez è questo, non solo difesa a 3 e rinuncia al lusso del trequartis­ta. E’ una squadra che non molla, recupera un gol preso in tempi brevissimi, reagisce nel modo migliore alla depression­e per il rigore sbagliato, creando (e sbagliando) molto. Alla fine si merita tutto, anche la fortuna che permette a Ceppitelli di segnare con una carambola ginocchio-coscia e la svagatezza di Souprayen che si perde il pallone del 2-1. Dallo scorso aprile (contro il Palermo) non vinceva dopo essere stato in svantaggio di un gol: anche questo è un segnale di svolta. La somma algebrica delle cose da salvare e da censurare lo premia. E condanna invece lo scialbo Verona, troppo prudente anche sull’1-0 e poi impaurito. E’ la quarta sconfitta di fila: cancellati i (timidi) progressi visti con l’Inter.

COMPATTO Il Lopez pensiero vuole una squadra più compatta e con meno fronzoli. E quindi: tre marcatori, centrocamp­o folto con Barella mezz’ala libero di fare il guastatore, Faragò e Padoin sulle fasce per bloccare Fares e Romulo e poi ripartire, Cigarini play. Già, Cigarini: impossibil­e non citarlo come l’uomo chiave del match nel senso che l’errore dal dischetto complica ulteriorme­nte una partita cominciata male per il Cagliari. Che ora può vantare un record poco invidiabil­e: è la squadra che ha sbagliato più rigori. Lopez rimescoler­à le gerarchie? Per ora sembra di no: lo specialist­a resta Joao Pedro, che ieri ha cominciato dalla panchina. E per finire con le note dolenti: Pavoletti, che continua a sbagliare più del dovuto, e l’assenza di un centravant­i che segni, e non crei solo spazi, rischia di essere un handicap non da poco.

IMPAURITO Fabio Pecchia incassa la fiducia della società (il d.s. Fusco: «Cambiare allenatore non è la soluzione»), ma ammette che il Verona ha fatto un passo indietro, giocando al di sotto delle aspettativ­e e quindi meritando la sconfitta. «Dovevamo sfruttare meglio il vantaggio»: giusto. Invece sull’1-0 l’Hellas è rimasto vittima delle sue paure, ha deciso di non decidere e, nel secondo tempo, si è consegnato docilmente all’avversario. Vedendo i suoi così impotenti, Pecchia ha anche provato a cambiare, togliendo un difensore (Caceres), arretrando Romulo e mettendo Valoti accanto a Cerci e Fares e dietro il deludente Pazzini unica punta. Niente da fare. Il Verona si era ormai attorcigli­ato su se stesso. E così il 2-1 di «Faragol» è stato una logica conseguenz­a del non gioco visto fino a quel momento.

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GETTY Paolo Faragò, 24 anni, festeggia con i compagni il gol vittoria

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