GENOA: CIAO JURIC TOCCA A BALLARDINI
1Per la terza volta il romagnolo alla guida dei rossoblù Oggi a Pegli, da domani il nuovo corso: 3-5-2 e prudenza
Tocca a Davide Ballardini salvare il Genoa, missione che il ravennate è già riuscito a terminare con successo due volte, nel 2010-2011 quando sostituì Gasperini dopo la decima giornata di campionato, e nel 2013, quando, invece, prese il posto di Delneri, dopo la ventunesima.
ADDIO Ivan Juric era già un ex nel momento in cui si è concluso il derby, sabato: la sconfitta — ma probabilmente anche un pareggio non avrebbe cambiato il suo destino — lo ha condannato definitivamente. La lunga serie di risultati negativi aveva fatto svanire la fiducia nei suoi confronti, a consentirgli un ultimo barlume di appoggio da parte del presidente Preziosi era stata la dedizione dimostrata dai giocatori nei suoi confronti. Anche quella, però, non è bastata. L’inesperienza del croato è stata determinante e ha impedito all’allenatore di mostrare completamente la bontà delle sue idee tattiche. Quando la situazione si è mostrata complicata Juric non è riuscito a imboccare un cammino diverso da quello da lui conosciuto e sperimentato con successo a Crotone. Alle 17 e 15 di ieri, così, è arrivato il comunicato della società che rendeva ufficiale il suo esonero.
SOLIDITA’ Anche per questo la scelta della società è caduta su un tecnico abituato a queste situazioni. Ballardini, come anche Colantuono, quello che è stato il suo rivale in questa corsa al Grifone, sa fare della prudenza un’arma. Sa insomma, impostare le sfide su un territorio diverso rispetto a quello dell’aggressione e del confronto tecnico tattico. Ballardini predilige la difesa a quattro e un centrocampo a rombo dietro due punte, ma difficilmente quantomeno nei suoi primi passi in rossoblù, sceglierà una via diversa dal 3-5-2, lo schema che la dirigenza ritiene più adatto alla rosa a disposizione e al tipo di partite da affrontare. L’atteggiamento sarà fondamentale: più accortezza, maggiore attenzione alle coperture difensive, un’impostazione che probabilmente vedrà il Genoa attaccare con meno uomini. Il primo obiettivo sarà la ricerca della solidità e ritrovare efficacia nello stadio di casa, là dove il Grifone in questa stagione ha conquistato la miseria di un punto. Nelle sue precedenti avventure in rossoblù Ballardini ha saputo sfruttare abilmente il fattore Ferraris, cogliendo a Marassi 11 dei suoi 15 successi, così come sono stati 11 i pareggi in trasferta su 23 partite totali. Regolarità e solidità sostituiranno la strada da ricercare.
BASE DI PARTENZA Il calendario che attende il Genoa è terribile: confronti diretti in trasferta, come quelli con Crotone e Verona, e sfide complicate in casa, come quelle con Roma e e Atalanta. Difficile trovare di peggio. Ballardini, che dovrebbe avere al suo fianco i collaboratori di sempre: Carlo Regno, Stefano Melandri e Andrea Rinaldi, avrà il vantaggio di disporre della sosta per impostare il suo lavoro: due settimane per forgiare il nuovo Genoa. In più non parte da zero. Lui e il suo staff conoscono bene l’ambiente rossoblù. L’allenatore, poi, durante la carriera ha già avuto a disposizione alcuni degli elementi più importanti della rosa attuale, Veloso e Bertolacci li ha allenati proprio in maglia rossoblù, Laxalt a Bologna, Rigoni e Palermo. Da oggi sarà a Pegli, al Signorini, per preparare programmi e verificare le novità che troverà a disposizione nella sede, rinnovata rispetto a qualche anno fa. Da domani inizierà il lavoro sul campo, con la rosa praticamente al completo.