La Gazzetta dello Sport

Italia contro Icardi-Dybala! Ah no, è vero Siamo fuori...

Nostalgico intorno al sorteggio che sarebbe potuto essere

- Giulio Di Feo

Il palo di Darmian è entrato, l’Italia va ai Mondiali come da copione. Tormentoni: splende il sole sul Belpaese, tutto va bene, l’elogio di un popolo che sa soffrire e rialzarsi, un movimento che anche oggi va rifondato domani perché poi non è che gli altri stiano meglio di noi, e così via. Però c’è poco da stare tranquilli: ai sorteggi ci presentiam­o in seconda fascia (al posto della Croazia), quindi il girone di ferro è dietro l’angolo. Oddio, negli ultimi due Mondiali siamo usciti con Slovacchia e Costa Rica, magari il ferro può stimolare l’animo da fabbro che è in noi. Intanto la delegazion­e italiana si presenta al Cremlino e tutti sorridono vedendo un sacco di vecchi amici. Buon segno? Macché.

PRIMO COLPO Dopo il giro delle prime c’è Diego Armando Maradona, uno che si veste e sorteggia esattament­e come giocava: sempre imprevedib­ile, sempre con il colpo di scena. Il papillon giallo sul vestito nero centra la traversa, la chiamata sfonda la rete: l’Italia con l’Argentina. Tormentoni: lo schiaffo della Mano de Dios, quoque tu Diego, quel 3 luglio del 1990 a Napoli in cui El Pibe giocò a casa sua e ci buttò fuori dai Mondiali. Mezza Italia guarda i numeri e ride: eccezion fatta per le amichevoli, in cinque precedenti nella competizio­ne entro i 90’ non ci hanno mai battuto. Mezza Italia guarda le squadre e si lamenta: se ci hanno fatto ballare Johansson e Larsson, che ci faranno Messi e Aguero? Ventura direbbe (parole mutuate da quelle di Enzo Bearzot, che gli argentini li ha beccati in tre fasi a gironi di tre Mondiali): «Sono più forti, ma i loro assi creano la squadra? Noi quando siamo punti sul vivo diamo il meglio».

SECONDO COLPO Cafù ci regala l’Islanda, un cubo di Rubik di squadra, che ti viene da sottovalut­arla sempre e sempre sbagli, anche perché in terza fascia era oggettivam­ente difficile trovare di meglio. Tormentoni: i nostri avversari sono grandi quanto il Molise, la squadra simpatia, il vulcano impronunci­abile, occhio che questi so’ forti. Mezza Italia ride: noi siamo abituati e loro no, e comunque in tv passeranno immagini di belle e pettorute bionde. Mezza Italia si lamenta: non li abbiamo mai battuti, manco in amichevole, e poi col filtro scarso che abbiamo in mediana a quegli inseriment­i di Sigurdsson chi gli sta dietro? Ventura direbbe (parole mutuate da Marcello Lippi, che con l’Islanda esordì da c.t. nel 2004): «Buoni, tatticamen­te bravi, giocano tutti nei campionati più importanti e hanno entusiasmo». Ci batterono 2-0...

TERZO COLPO Fabio Cannavaro gioca in difesa e ci pesca la Nigeria: non sono più le Aquile di una volta, ma rosichi se pensi che potevi beccare Arabia Saudita o Panama. Tormentoni: «Te lo ricordi Baggio nel 1994?», le africane corrono e vanno temute, le africane al Mondiale ciccano sempre, chissà che fine hanno fatto Okocha e Amunike. Mezza Italia ride: non hanno stelle, si può fare. Mezza Italia si lamenta: gente tipo Moses e Iwobi hanno tempi olimpionic­i sullo scatto, come facciamo che siamo senza terzini? Ventura direbbe (parole mutuate da Sacchi, vigilia del partitone a Usa ‘94): «So cosa evitare per non cadere nella loro trappola, ma se giocano meglio di noi è giusto tornare a casa».

EPILOGO Darmian ha fatto palo, non siamo ai Mondiali, nessuno ci pesca niente, questo è un gioco in cui ci immedesimi­amo nostalgici in quella che ha preso il nostro posto in seconda fascia. Tormentoni: risorgerem­o, colpa dell’arbitro, è un calcio malato, il movimento va rifondato, troppi stranieri. Ventura? E’ a Zanzibar. Vuoi mettere con la Russia, dove fa pure freddo?

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