La Gazzetta dello Sport

La F.E a Hong Kong, papà al cinema

Debutto di Luca coincide col lancio della pellicola ispirata al rapimento del padre Pier Felice nel ‘78

- Mario Salvini INVIATO A HONG KONG

Dev’essere un bel frullatore, quello in cui è immerso in questi giorni Luca Filippi. Oggi a Hong Kong debutta in Formula E. È un giorno speciale quindi, perché, come dice lui, «con le prospettiv­e e gli sviluppi che ha, questo campionato è il posto ideale in cui trovarsi in questi anni». E quindi è un evento da celebrare. A meno di una settimana da un’altra emozione fortissima e molto più privata. Domenica scorsa, al 35° Torino Film Festival, Luca ha assistito alla prima di un film che racconta una storia di paura, dolcezza e coraggio. Una vicenda che lo riguarda molto da vicino. Si intitola «’78 Vai piano ma vinci». La regista è Alice Filippi, sua sorella, da dieci anni collaborat­rice, aiuto di Carlo Verdone e negli ultimi mesi anche nelle troupe di Ron Howard e Clint Eastwood. «Vai piano ma vinci» era un meraviglio­so nonsense che Luca da piccolo, ai tempi dei kart, si sentiva ripetere da nonna Lina. Ed era una specie di mantra di famiglia, la nonna l’aveva già salmodiato centinaia di volte agli altri corridori di casa, a suo marito Giors e poi a suo figlio Pier Felice, il papà di Luca, che da giovane è stato rallista. Nonna Lina lo ha fatto prima e poi, per fortuna ancora, anche dopo quel drammatico 28 giugno 1978 (da lì la prima parte del titolo del film), giorno in cui Pier Felice fu rapito dalla ndrangheta a Mondovì. Per 76 giorni restò segregato in un casolare sulle montagne liguri. Settantase­i giorni di terrore per la famiglia e tutto il Basso Piemonte, dove non si era mai visto niente del genere. Fin quando Filippi riuscì a liberarsi, da solo. Domenica sera, prima di partire per Hong Kong, sullo schermo del cinema Reposi Luca ha rivissuto tutto. «Erano molto emozionati, papà e Luca, come non li avevo mai visti», racconta Alice.

POSTO GIUSTO E dunque da oggi e fino a fine luglio, ovvero alla fine di questa 4a stagione della Formula E, a Montreal, qualsiasi cosa accadrà andrà messa nella giusta scala di valori. Sebbene si tratti di una svolta decisiva nella carriera di Luca, nato sette anni dopo il rapimento del padre. La sua nuova scuderia, la cinese Nio, lo ha cercato dopo aver perso Nelson Piquet jr, il vincitore della prima edizione, passato alla Jaguar. «Volevano uno dal profilo molto tecnico, e hanno pensato a me». A lui che negli ultimi tre anni ha corso spezzoni di stagione in Indy: «La amo tantissimo — precisa —, mi diverte, ma ha dei limiti. Ci sono pochi profession­isti veri, perché se non hai sponsor importanti interessat­i al mercato americano diventa tutto molto difficile. Comunque se ci sarà l’occasione non escludo qualche ritorno spot. Sarebbe bello». I test con la Nio sono andati alla grande. «Ed eccomi qua» sorride Luca. Nel posto giusto al momento giusto, si direbbe. Intanto perché così noi italiani torniamo ad avere un pilota per cui tifare (c’è anche Edoardo Mortara, con la Venturi, ma in virtù della doppia cittadinan­za nelle classifich­e comparirà la bandierina svizzera). E poi per le prospettiv­e: «La Formula E è e diventerà sempre più un campionato di altissimo livello. Non credo che andrà a sostituire il motorsport tradiziona­le, ma crea un’alternativ­a che avvicina la gente all’elettrico, e lo fa con un vero sviluppo tecnologic­o, come succedeva col motore termico negli anni ’60. Siamo agli albori, è bello cercare di intuire prima degli altri quali possono essere le aree di sviluppo”.

FAVORITI I test di Valencia, per quel che valevano (il circuito è molto diverso dai cittadini su cui si corre in realtà), hanno detto che Luca ha bisogno di un po’ apprendist­ato. Come ogni altro rookie, peraltro, infatti gli altri sono rimasti quasi tutti dietro di lui: Lotterer, Mortara, Jani. Ma hanno ribadito anche che la Nio c’è: il compagno di Filippi, Oliver Turvey, ha fatto il miglior tempo. Davanti ai soliti Sebastian Buemi e Lucas Di Grassi che si sono spartiti gli ultimi due titoli. Sono ancora loro i favoriti, la Renault e la Audi, da quest’anno ufficiale. E poi credo che prima o poi sia destinata a uscire il team di Andretti. Il nostro obiettivo è entrare nei 10 tra i piloti e nei 5 tra i team. Poi, l’anno prossimo diventerem­o più ambiziosi». L’importante, Luca, è che vai piano. E che vinci.

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Luca Filippi al volante della Dallara di Formula E del team cinese Nio: il pilota di Savigliano è al debutto nella categoria
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Luca Filippi, 32 anni

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