La Gazzetta dello Sport

Froome, un Giro pieno di insidie

Percorso fa per Chris, ma quanti ostacoli: rivali, clima, allergia, programmaz­ione

- Claudio Ghisalbert­i SABATO 2 DICEMBRE 2017

Chris Froome sarà la grande attrazione, e anche il grande favorito, del Giro d’Italia edizione 101. Su questo, non c’è ombra di dubbio. Ma è altrettant­o certo che il britannico di Sky sulle strade della corsa Gazzetta avrà vita molto dura. Probabilme­nte persino più dura di quella che finora ha avuto in Francia e in Spagna: entrare nel gotha della Tripla corona (Giro-TourVuelta) sarà un’impresa. Proviamo ad analizzare quali potrebbero essere i punti critici e quali invece quelli a favore.

GLI AVVERSARI È doveroso partire da quelli che saranno in lotta con lui per la conquista della maglia rosa. In attesa che Vincenzo Nibali sciolga i suoi dubbi — la decisione dovrebbe essere presa a breve — si può affermare che, a parte Nairo Quintana, venerdì 4 maggio da Gerusalemm­e partirà tutta l’elite del ciclismo mondiale per i grandi giri. E alcuni dei big, Fabio Aru per esempio, saranno al top della condizione perché il Giro rappresent­erà il primo picco di forma, con il secondo programmat­o per fine stagione, cioè Vuelta-Mondiale. Non dover pensare al Tour, permette senza dubbio una programmaz­ione della preparazio­ne molto più mirata.

PALMARES E STORIA Froome è affascinat­o dall’idea di centrare l’accoppiata GiroTour nello stesso anno: l’ultimo a riuscirci fu Marco Pantani giusto vent’anni fa. Ma questo è un altro ciclismo. Chris, tra l’altro, proprio nel 2017 è già riuscito a centrare un’impresa storica, la doppietta Tour-Vuelta mai riuscita a nessuno da quando la corsa spagnola è passata a fine estate (prima era in calendario ad aprile). E proprio l’analisi delle prestazion­i in Spagna, migliori rispetto quelle registrate a luglio al Tour, è stata una molla importante, forse decisiva, nella decisione di venire al Giro 2018. Froome è convinto che, correndo in Italia, andrà più forte al Tour. Tesi abbastanza suggestiva e che, se confermata, rivoluzion­erebbe molti concetti sulla preparazio­ne per le grandi corse a tappe. Poi la Vuelta, corsa comunque bellissima e affascinan­te, è diversa rispetto al Giro. Le montagne non arrivano sino alle quote delle nostre; gli arrivi in salita sono spesso corti ed esplosivi; infine si corre a fine stagione. Questo vuol dire che i motori dei corridori sono ormai ben rodati, mentre per il Giro non bisogna sbagliare nulla in primavera. Infine, con tutto il rispetto per il palmares stellare suo e del team, il Giro manca nella collezione del campione britannico. E a Sky, va detto francament­e, brucia aver fatto finora brutta figura sulle nostre strade, vuoi per sfortuna vuoi per errori. Non ultimo perché, a livello di sponsor, l’Italia è ben presente nel team di Dave Brailsford: Pinarello (bici, dall’anno prossimo anche con attacchi e manubri Most), Kask (Caschi), Castelli (abbigliame­nto), Sidi (scarpe), Elite (borracce e portaborra­cce), Fizik (selle).

LA PREPARAZIO­NE E veniamo a quello che forse può essere considerat­o il punto cardine del discorso FroomeGiro: la preparazio­ne. Chris, in carriera, ha corso soltanto due volte a maggio, sempre al Giro. Nel 2009 finì 32°, l’anno dopo venne espulso per traino. Ma era un altro corridore, diciamo il fratello «grasso» di quello che conosciamo ora e che è diventato tale dal 2010, da quando cioè è passato alla neonata SUL SÌ AL GIRO 2018 Sky. Per essere al top della condizione nella corsa Gazzetta, Chris rivoluzion­erà la prima parte della stagione: debutto a febbraio in Europa, e non a gennaio in Australia, poi dovrebbe essere al via della Tirreno-Adriatico e correrà una seconda gara a tappe prima di andare in Israele (il ballottagg­io è tra Tour of Alps e Giro di Croazia, con la prima avvantaggi­ata). In mezzo a queste corse, inserirà dei periodi di allenament­o in quota a Tenerife, sul Teide, dove è solito preparare i suoi grandi obiettivi. Insomma, non correrà molto, ma del resto deve anche pensare al Tour. La corsa francese scatterà una settimana dopo rispetto al solito e questo, secondo il team britannico, è un vantaggio da sfruttare nella caccia alla doppietta.

LA STAGIONE E IL CLIMA Quello che per Froome potrebbe rivelarsi un problema non facile da gestire, è legato alla stagione. A maggio in Italia, in condizioni normali, esplode la fioritura. Chris soffre di allergia e già in passato, in altre corse, ha dovuto usare prodotti (leciti, con autorizzaz­ione) per risolvere il problema. In alta montagna, invece, potrebbe esserci anche molto freddo, fattore che mette in difficoltà il magrissimo britannico, il quale adora il caldo di luglio al Tour e quello di agosto-settembre in Spagna. Anzi, potrebbe essere proprio il clima il grande rivale di Froome.

IL PERCORSO Il percorso del Giro ben si adatta alle caratteris­tiche del campione di Sky. Le prime tre tappe, quelle in Israele, saranno cariche di tensione e non solo per il vento che spesso spira forte da quelle parti, soprattutt­o andando nel deserto del Negev, cioè verso Eilat. L’Etna, primo arrivo in salita alla quarta tappa, potrebbe causargli qualche sofferenza visto che Froome non è mai uno che parte al top della condizione, ma semmai va in crescendo. Campo Imperatore fino agli ultimi 6-7 chilometri non è una grande salita, di quelle per scalatori veri. E Montevergi­ne (prima) ancor meno. Sky può quindi gestire benissimo la situazione. Nella crono di Rovereto, Chris può mettere tutti a tacere. E lo Zoncolan è perfetto per lui. Per Prato Nevoso vale il discorso più o meno di Campo Imperatore. La tappa con il Colle delle Finestre è molto critica oltre che impegnativ­a perché non si arriva al Sestriere, ma dopo c’è il duro Jaffereau. Lì, se uno attacca da lontano, può mandare in crisi l’armata inglese.

LA TATTICA Il Giro è la corsa in cui la tattica conta di più. Sky, viceversa, finora ha sempre avuto in questo il tallone d’Achille. In qualche occasione, la più clamorosa alla Vuelta 2016, gli svarioni sono stati fatali per la classifica finale. Attenzione…

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REUTERS Chris Froome, 32 anni, sul podio dell’ultimo Tour: quarto successo nelle ultime 5 edizioni
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AP Tour-Vuelta nello stesso anno: prima di lui solo Anquetil e Hinault
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