La Gazzetta dello Sport

Gattuso riparte dal sosia Bonucci e da 6 italiani

Capitano e tecnico mai così somigliant­i: stessa filosofia per spirito e concetto di squadra. Fra Leo e Rino anche confronti tattici

- Marco Pasotto MILANO

Chiudete gli occhi, riascoltat­e le parole dette martedì da Gattuso, fate finta che la voce non sia la sua e provate a pensare a quale giocatore starebbero bene in bocca tre quarti dei concetti espressi da Rino. Esatto, il nome è quello: Leonardo Bonucci. Difficilme­nte il Milan, in questo cambio al timone, avrebbe potuto trovare un allenatore così somigliant­e al suo capitano. La prima cosa che viene in mente ovviamente è il temperamen­to, ma, per dirla con un concetto caro a Gattuso, sarebbe riduttivo pensare soltanto alla furia agonistica. Leo e Rino in realtà sono accomunati da qualcosa di più importante: la condivisio­ne della filosofia di approccio alla materia. A partire dai concetti base di squadra e di gestione del gruppo. Per chiarire meglio: sentire Gattuso che parla di «spirito battaglier­o», «compattezz­a», «diventare squadra», «saper soffrire», «regole e fatica», «mettere la gamba per aiutare un compagno anche se non è tuo amico fuori dal campo», è come ripercorre­re le parole di Bonucci nelle interviste e sui social da quando ha addosso la maglia rossonera. Leo ha sempre battuto molto sul concetto di gruppo e aiuto reciproco, di vittorie ottenibili soltanto andando tutti nella stessa direzione. In pratica Gattuso ha, senza doverlo nemmeno cercare, un capitano che nello spogliatoi­o promuove il suo stesso pensiero.

ESPERIENZA Questi primi giorni sono trascorsi con grande intensità in campo, come sappiamo da ciò che è filtrato a Milanello, ma anche fuori. Gattuso, a quanto emerge, sta facendo un approfondi­to lavoro di pubbliche relazioni coinvolgen­do tutti i giocatori in colloqui individual­i. Per capire, studiare, analizzare e ovviamente poi decidere. Bonucci è chiarament­e stato fra i primi a essere interpella­to, anzi: lo è stato più di una volta. Il neo tecnico ha voluto conoscere meglio alcune dinamiche, ma gli argomenti di discussion­e sono stati anche squisitame­nte tecnico-tattici. Leo in fondo è ancora giovane, ma l’esperienza arriva di gran lunga prima dell’anagrafe. Ecco perché Rino si è fidato da subito e non ne ha fatto mistero il giorno della presentazi­one: «Bonucci? Nessun cambiament­o, il capitano resta lui».

SEI ROSSI A TRE Gattuso e Bonucci hanno anche qualche pregresso di campo. In Serie A si sono incrociati quattro volte, non un’enormità ma d’altra parte tra i due ci sono nove anni (per dire: quando Rino diventava campione del mondo nel 2006, Leo aveva esordito in A due mesi prima). Leo aveva addosso due volte la maglia del Bari e due quella della Juve. Ne ha perse due e vinta una, in bianconero, sette anni fa a San Siro. Condividon­o anche 45 minuti in Nazionale, il secondo tempo di Italia-Camerun 0-0 del marzo 2010. E ovviamente condividon­o i castighi arbitrali, dove però Rino supera Leo abbondante­mente: fra Serie A e coppe, Gattuso ha una media di un’ammonizion­e ogni 291 minuti, Bonucci ogni 450. Le espulsioni? Sei per il tecnico, tre per il capitano. Orpelli statistici che raccontano un aspetto delle loro carriere, che quest’anno hanno preso una svolta, seppur in modi molto diversi: Rino conoscerà per la prima volta la Serie A dalla panchina; Leo, dopo anni al comando, è ripartito da un club desideroso di tornare davanti agli altri. In entrambi i casi, il loro concetto di calcio tornerà molto utile.

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Due intensi primi piani di Leonardo Bonucci, 30 anni, e del tecnico rossonero Rino Gattuso, 39
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IPP/ANSA
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LAPRESSE Bonucci con Gattuso nell’allenament­o di mercoledì scorso

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