ZOFF, PELÉ, MARADONA LA STORIA VA ALL’ASTA
OGGI ON LINE LA VENDITA DELLA BOLAFFI «FOOTBALL MEMORABILIA» TRA MAGLIE DI PELÉ E MARADONA E GAGLIARDETTI AUTOGRAFATI
L’uomo, abituato a incombere con una quindicina di cortigiani, si presentò alla porta solo soletto. Bussò umilmente, pareva tutto tranne che il figlio viziato di un dittatore: «Mi diceva grazie, era lusingato, quasi imbarazzato che avessi chiesto la sua maglia», racconta adesso Daniele Tombolini. L’ex arbitro ha deciso di mettere all’asta sul web la maglia rossa del Perugia di Gheddafi jr, raccolta nella stagione 2003-04. La 19 con scritto Saadi, una rarità. Stima tra 500 e 1.000 euro, tipologia di acquirente variabile: il reduce dei fasti di Gaucci, l’appassionato con l’almanacco in tasca, ma pure lo studioso delle Primavere arabe. Le ultime notizie danno Saadi in un carcere di Tripoli, vittima di torture, schiacciato in questo presente altrettanto disumano. Intanto, un pezzo del suo passato farà parte di un gruppo di 83 pezzi unici in arrivo da diversi donatori (alcuni anonimi) e raccolti dalla Bolaffi per «Football Memorabilia», l’asta calcistica che è un dolce tuffo nella nostalgia. Maglie stinte e divise accecanti, gagliardetti e trofei inattese, firme di giganti e dediche divertenti. C’è dentro sia Pelé sia Maradona: chi è meglio, per questa volta, lo deciderà il «peso» dell’assegno vincente. La memoria si mette all’asta oggi solo on line e la battaglia sarà dura: gli esperti prevedono rilanci agguerriti. Basta registrarsi sul sito e dalle 17 si «batte» la migliore offerta.
I GUANTI DI DINO In via Manzoni a Milano, nella sede della casa d’aste dove è esposta la collezione, il tempo sembra sospeso: tra libri, monete e antichità, scovi anche pezzi di futuro. Ad esempio, una delle prime divise di Gigio Donnarumma 2015-16: vista l’aria che tira, potrebbe diventare presto antiquariato. In fondo, non hanno prezzo i guantoni che fermarono il Brasile e alzarono la Coppa del Mondo, anche perché vanno a braccetto con una storia che scioglie il cuore: Dino Zoff regalò il feticcio del Mondiale ‘82 – i guanti con cui bloccò sulla linea Oscar mentre l’Italia tratteneva il respiro – a tale Luca Maddalo. Era un tifoso 11enne che gli chiese di fargli da padrino alla cresima: proposta rifiutata, ma con un discreto indennizzo. Nel complesso, tra una maglia di Totti donata da Zanetti, un Batistuta omaggio di Vittorio Cecchi Gori, l’ultima viola di Rui Costa e il rossonero di Kakà, viene il magone a pensare cosa era la Serie A a inizio Anni Duemila. Chi vuole riavvolgere ancora un po’ il nastro, trova tanti 10 eterni che fanno sempre palpitare: Antognoni, Matthäus, Giannini, Gascoigne e Mancini. La maglia di Baggio alla Fiorentina l’ha donata il suo ex compagno Alberto Di Chiara: costerà almeno 2 mila euro, ma meno di una di Roby ai tempi del Brescia. Non ha lo sponsor in segno di lutto perché fu usata il 16 settembre 2001: la ferita delle Torri Gemelle era ancora fresca. Il messaggio di pace, però, lo puoi comprare pure nella fascia da capitano con i colori buddisti. Chi vuole dimenticare i recenti incubi svedesi, sappia poi che 7 mila euro possono bastare per l’azzurro cielo di Gigi Riva.
DIEGO E PELÉ I ricordi vanno accarezzati, ma a volte è meglio scacciarli: Tombolini si è rivolto alla Bolaffi anche per superare la malinconia strisciante. Per evitare la prigione di un eterno passato: «Ho respirato troppo il campo per trasformare casa in un’altare della vecchia vita: non c’entrano i soldi, è giusto che altri rivivano le mie stesse emozioni», racconta adesso. Sentimento nobile, in fondo ha fatto lo stesso Andrea Agostinelli che nella sua collezione ha donato alcune chicche: l’albiceleste di Pasculli, campione del mondo ‘86 e suo compagno al Lecce, o la lana pesante con scritta «CCCP» di Oleg Blochin, sfidato con l’Under 21 nel 1977. Un pezzo di storia e pazienza se qualche lavaggio di troppo l’ha un po’ ristretto. Ma, soprattutto, ecco la «10» azzurra sponsor Buitoni che Maradona gli aveva dato al termine di un Napoli-Avellino 1-0 dell’85. Da una collezione privata, invece, arriva la maglia di O Rei datata 1971, ultimo suo anno con la Seleçao: è firmata per esteso, «Ederson Pelé», un quid in più per gli appassionati del genere. E poi occhio ai tanti gagliardetti custoditi in questi anni da Tombolini, un lungo rosario di dediche e curiosità. In uno della Juve, oltre all’autografo, Del Piero si lamentava dei pochi fischi in partita: «Per me c’erano qualche fallo in più...», scriveva Ale, con «distrazione» ortografica figlia dell’autenticità del momento. Un altro fenomeno, invece, preferiva buttarla sul ridere e Tombolini non ha mai fatto il permaloso: «”Al migliore arbitro della Serie A”, mi scriveva Totti nel 2004: faceva il furbo perché sapeva che c’era Collina...».