La Gazzetta dello Sport

Le conseguenz­e del «no» Sarà mercato low cost

Milan pensa al nuovo controllo Uefa: percorso in passato già affrontato da Inter e Roma con limitazion­i sulla campagna acquisti

- Marco Pasotto MILANO

Appuntamen­to in primavera allora, quando la Uefa dovrà nuovamente pronunciar­si sul Milan. Il club rossonero, infatti, ora che il voluntary non è andato a buon fine (in via Aldo Rossi ieri si sussurrava di una commission­e spaccata in due) dovrà preparare un nuovo faldone per chiedere l’accesso al settlement agreement. Ovviamente una cospicua parte del materiale da inviare a Nyon ricalcherà quello già presentato. In aggiunta ci saranno alcune integrazio­ni, rese possibili dal tempo in più che intercorre­rà fino a quel momento e da eventuali cambiament­i nella contabilit­à societaria. Va infatti precisato che la bocciatura del voluntary non equivale all’okay automatico al settlement: occorre un’altra richiesta e occorre che la commission­e Uefa si riunisca di nuovo e dia parere positivo.

SANZIONI In via Aldo Rossi non covano particolar­i timori su questo aspetto e, anzi, emerge un moderato ottimismo sul fatto che i provvedime­nti possano rientrare in un alveo di normalità. Dove per normalità potrebbe essere per esempio ciò che è già capitato a Inter e Roma: una sanzione pecuniaria ed equilibrio nel saldo fra acquisti e cessioni. In parole povere: per la prossima estate è da escludere un mercato sbilanciat­o in entrata come lo scorso. Sottolinea Fassone, aggiungend­o elementi più precisi: «La Uefa ci proporrà di fare il settlement con sanzioni economiche che io auspico non siano eccessive, ma in linea con quelle del passato. Delle restrizion­i alle liste dei giocatori che dovranno partecipar­e alle competizio­ni europee e anche delle limitazion­i salariali. Si tratta di un accordo che l’Uefa proporrà al Milan per sanare la posizione del club, ritenuta non aderente alle regole del Financial fair play e che il Milan ha violato negli anni scorsi».

SALDO Torniamo allora alle tempistich­e. Indicativa­mente tra febbraio e marzo verrà fatto un controllo e il settlement dovrebbe essere sottoscrit­to verso maggio: in primavera, quindi, il Milan dovrà chiarire il suo assetto azionario e la sua posizione debitoria agli occhi dell’Uefa per sgombrare dubbi sulla continuità aziendale. Per quanto riguarda i vari gradi di sanzioni, l’elenco è variegato: multe, riduzione della lista Uefa, equilibrio nel saldo tra acquisti e cessioni, obiettivi di bilancio specifici, fino al grande spauracchi­o dell’esclusione dalle coppe (scenario di cui qualche settimana fa aveva parlato il quotidiano sportivo spagnolo Marca). Il settlement, che in pratica è un patteggiam­ento, presuppone il rispetto di determinat­i parametri: per esempio ridurre le perdite di bilancio entro limiti stabiliti dall’Uefa. L’esclusione dalle coppe, come accaduto a Galatasara­y o Dnipro, rappresent­a la sanzione massima ma non sarà il caso del Milan, anche perché si tratta di situazioni differenti. Sono possibili, tuttavia, chiusure alle finestre di mercato. Altro capitolo: il monte-stipendi è aumentato di oltre 50 milioni lordi in questa stagione. In assenza, come è ipotizzabi­le, dei proventi Champions va riequilibr­ato il rapporto costiricav­i e paiono, dunque, inevitabil­i delle cessioni. In tutto questo contesto sarà basilare l’operazione di rifinanzia­mento del debito con Elliott, in modo da allungare la scadenza dei pagamenti con un altro creditore: l’advisor BGB Weston avrebbe individuat­o la banca d’affari Highbridge Capital Management, con cui si sta completand­o la due diligence. Fassone sta dicendo da tempo: «Confido di chiudere il rifinanzia­mento entro primavera».

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GETTY André Silva, Leonardo Bonucci e Hakan Calhanoglu, tre degli acquisti più cari messi a segno la scorsa estate: insieme fanno 98 milioni di cartellini

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