Le conseguenze del «no» Sarà mercato low cost
Milan pensa al nuovo controllo Uefa: percorso in passato già affrontato da Inter e Roma con limitazioni sulla campagna acquisti
Appuntamento in primavera allora, quando la Uefa dovrà nuovamente pronunciarsi sul Milan. Il club rossonero, infatti, ora che il voluntary non è andato a buon fine (in via Aldo Rossi ieri si sussurrava di una commissione spaccata in due) dovrà preparare un nuovo faldone per chiedere l’accesso al settlement agreement. Ovviamente una cospicua parte del materiale da inviare a Nyon ricalcherà quello già presentato. In aggiunta ci saranno alcune integrazioni, rese possibili dal tempo in più che intercorrerà fino a quel momento e da eventuali cambiamenti nella contabilità societaria. Va infatti precisato che la bocciatura del voluntary non equivale all’okay automatico al settlement: occorre un’altra richiesta e occorre che la commissione Uefa si riunisca di nuovo e dia parere positivo.
SANZIONI In via Aldo Rossi non covano particolari timori su questo aspetto e, anzi, emerge un moderato ottimismo sul fatto che i provvedimenti possano rientrare in un alveo di normalità. Dove per normalità potrebbe essere per esempio ciò che è già capitato a Inter e Roma: una sanzione pecuniaria ed equilibrio nel saldo fra acquisti e cessioni. In parole povere: per la prossima estate è da escludere un mercato sbilanciato in entrata come lo scorso. Sottolinea Fassone, aggiungendo elementi più precisi: «La Uefa ci proporrà di fare il settlement con sanzioni economiche che io auspico non siano eccessive, ma in linea con quelle del passato. Delle restrizioni alle liste dei giocatori che dovranno partecipare alle competizioni europee e anche delle limitazioni salariali. Si tratta di un accordo che l’Uefa proporrà al Milan per sanare la posizione del club, ritenuta non aderente alle regole del Financial fair play e che il Milan ha violato negli anni scorsi».
SALDO Torniamo allora alle tempistiche. Indicativamente tra febbraio e marzo verrà fatto un controllo e il settlement dovrebbe essere sottoscritto verso maggio: in primavera, quindi, il Milan dovrà chiarire il suo assetto azionario e la sua posizione debitoria agli occhi dell’Uefa per sgombrare dubbi sulla continuità aziendale. Per quanto riguarda i vari gradi di sanzioni, l’elenco è variegato: multe, riduzione della lista Uefa, equilibrio nel saldo tra acquisti e cessioni, obiettivi di bilancio specifici, fino al grande spauracchio dell’esclusione dalle coppe (scenario di cui qualche settimana fa aveva parlato il quotidiano sportivo spagnolo Marca). Il settlement, che in pratica è un patteggiamento, presuppone il rispetto di determinati parametri: per esempio ridurre le perdite di bilancio entro limiti stabiliti dall’Uefa. L’esclusione dalle coppe, come accaduto a Galatasaray o Dnipro, rappresenta la sanzione massima ma non sarà il caso del Milan, anche perché si tratta di situazioni differenti. Sono possibili, tuttavia, chiusure alle finestre di mercato. Altro capitolo: il monte-stipendi è aumentato di oltre 50 milioni lordi in questa stagione. In assenza, come è ipotizzabile, dei proventi Champions va riequilibrato il rapporto costiricavi e paiono, dunque, inevitabili delle cessioni. In tutto questo contesto sarà basilare l’operazione di rifinanziamento del debito con Elliott, in modo da allungare la scadenza dei pagamenti con un altro creditore: l’advisor BGB Weston avrebbe individuato la banca d’affari Highbridge Capital Management, con cui si sta completando la due diligence. Fassone sta dicendo da tempo: «Confido di chiudere il rifinanziamento entro primavera».