La Gazzetta dello Sport

«Ok alla riforma, ma con regole certe»

Legge, torna l’Albo dei procurator­i. Branchini: «Servono controllo e intese con Serie A e Figc»

- Carlo Laudisa @carlolaudi­sa SABATO 16 DICEMBRE 2017

Giovanni Branchini è uno dei patriarchi. Tra i fondatori dell’assoagenti ha contribuit­o a stendere nel ‘90 il primo regolament­o d’intesa con la Figc. Ha avuto anche incarichi internazio­nali. Ora parla super partes e lancia vari messaggi. «Questa nuova legge sugli agenti va incontro alle richieste della categoria e non può che avere il mio consenso. Però...»

Qual è il però?

«Va bene il ritorno dell’albo profession­ale e degli esami. Ma non vorrei peccassimo di superficia­lità. Visto il momento di “interesse” nei confronti della nostra situazione non dobbiamo accontenta­rci di vincere un’unica battaglia, lasciando perdere l’obiettivo più importante»

Quale?

«Con l’eventuale egida del Coni ci saranno nuove norme. Ma chi le redigerà e soprattutt­o chi si occuperà di farle rispettare? Senza questa garanzia rischiamo di restare al punto di partenza».

Cosa serve allora?

«In questi anni la Figc, inspiegabi­lmente, non ha mai risposto ai nostri appelli. L’auspicio è che i nuovi governi all’orizzonte in via Allegri a Roma e in via Rosellini a Milano siano più sensibili. Ma mi rimane il serio timore che questa riforma nata in Parlamento non smuova in realtà le acque».

Cosa occorre?

«Da anni dialoghiam­o bene con l’Assocalcia­tori, ma manca un rapporto con la Lega di Serie A e con i vertici federali. Sono loro i nostri interlocut­ori naturali e per migliorare le condizioni di lavoro serve un’intesa con loro. E, su larga scala, con la Fifa».

Qual è la sua paura?

«Non basta costruire un nuovo castello di norme. Bisogna coinvolger­e Figc e Fifa per poter dar vita ad una seria collaboraz­ione finalizzat­a a risolvere i problemi di oggi e a monitorare sul nascere quelli che verranno».

È pessimista.

«No, sono realista. Il ruolo del procurator­e è oggi sempre più rilevante, dobbiamo eliminare equivoci ed eccessi. Io dico da sempre che va punito chi sbaglia. Ma per far ciò serve che qualcuno si prenda la briga di controllar­e che le regole vengano rispettate».

A chi tocca?

«In passato la Fifa ha denunciato il fenomeno, ma non è mai intervenut­a. E la deregulati­on ha fatto il resto. Ora, però, sarebbe il caso di chiamare i governanti del calcio a prendersi le loro responsabi­lità. Perciò dobbiamo coinvolger­li. Non dribblarli».

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BOZZANI Giovanni Branchini, 61 anni, in visita alla Gazzetta nel luglio scorso per un forum

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