La Gazzetta dello Sport

La sfida di Ronaldo Battere il Gremio per zittire Renato

Romanista, tecnico dei brasiliani, punzecchia CR7 e il Real: «Io ero più forte, lo confermo»

- Davide Stoppini INVIATO AD ABU DHABI (EMIRATI)

Sette per sette mi sa che viene fuori un 48. È il giorno di Ronaldo contro Renato, diventata una sfida paranormal­e da quando il 7 (che fu) brasiliano si è messo in classifica davanti al 7 portoghese. «Cristiano? Ero più forte io», ha detto il Gaucho appena sbarcato negli Emirati. Apriti cielo. Da quel giorno non c’è brasiliano che non chieda spiegazion­i/conferme/ smentite dell’affermazio­ne. E non c’è spagnolo che non sorrida al solo pensiero dell’accostamen­to. Ieri Renato ha pure rincarato la dose: «Zidane? No, con lui non posso paragonarm­i, ha vinto un Mondiale e io no. Ma su Ronaldo non ho cambiato idea, continuo a pensare di essere stato migliore di lui, Cristiano fuori dall’area non ha la minima influenza sul gioco». Zizou, invece, s’è schierato dall’altra parte: «Ognuno può dire quello che vuole, ma io non sono d’accordo: per me Ronaldo è più forte».

LA PROMESSA DI CR7 Il cerchio si chiuderà (forse) stasera. Ma che qualcosa sia arrivata alle orecchie di CR7 lo dimostra il fastidio con cui lui stesso ha risposto a un cronista brasiliano che due giorni fa, alla New York University di Abu Dhabi che ospita gli allenament­i del Madrid, gli si è avvicinato chiedendog­li dell’allenatore del Gremio. «Che cosa si sente di dire?», la domanda. «A chi?», la replica. «A Renato, dice che era migliore di lei, vuole rispondere?». «No, parlerò sabato in campo». Vale come una promessa di battaglia e, vista dall’esterno, la provocazio­ne di Portaluppi non sembra una grande idea. Magari avrà ragione lui, che sta ovviamente tentando di giocarsi la carta del nervosismo. Ma chissà se avrà calcolato la controindi­cazione di aver posto davanti a Cristiano — uno, ATTACCANTE REAL MADRID per dire, che questo trofeo l’ha già alzato tre volte — un’altra motivazion­e per dimostrare la sua grandezza. Stasera allo Zayed Stadium il duello è soprattutt­o qui. È un allenatore che, dopo esser diventato il primo brasiliano a vincere la Libertador­es con la stessa maglia sia da giocatore sia da tecnico, ora vuole chiudere il cerchio 34 anni dopo la doppietta contro l’Amburgo nell’Interconti­nentale, il Gremio annata doc 1983. E poi giocarsi l’ennesimo rilancio, lui che sogna la Seleçao e con una vittoria stasera può diventare immortale nei cuori dei tifosi del Gremio. Di là c’è un giocatore che, in serie, è capocannon­iere del Mondiale per club con questa formula, (6 reti), della Champions League (115), degli Europei (9). E con un gol stasera aggancereb­be Messi e Lewandowsk­i nella classifica del bomber 2017: ora è quota 52, contro i 53 di Leo e del polacco. Per lui, e per tutto il Real, sarebbe il quinto trofeo del solo anno 2017, squadra dunque ancora in corsa per un virtuale sextete a cui tanto tiene Florentino Perez.

C’È DIEGO In mezzo, non bastasse, ci si è messo pure Felipe Scolari, che Ronaldo l’ha allenato e il Gaucho lo conosce bene: «Io penso che siano allo stesso livello — ha detto —. Renato giocava meglio a calcio, Ronaldo però segna di più». E allora c’è da immaginare che stasera, al netto delle parole del suo tecnico, il Gremio un’occhiata particolar­e al portoghese la darà: «Il Madrid è favorito — ancora Portaluppi —, ma dovrà dimostrarl­o in campo, lì dentro saremo undici contro undici. Siamo arrivati fin qui non snaturando mai il nostro gioco: non vedo perché dovremmo farlo stavolta». È l’ennesimo rilancio: tutto o niente, la Coppa o gli sberleffi di Cristiano. E magari la sentenza la darà Diego Armando Maradona, atteso stasera allo stadio. 55 anni, brasiliano, allenatore del Gremio, in un gesto tecnico. Da giocatore è passato anche nella Roma

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy