La Gazzetta dello Sport

Saslong amara Il superG a Ferstl Gli azzurri lontani

Tedesca in Val Gardena. Fill è 8°, per Paris e Inner la poca visibilità non è una scusa: «Bastonati»

- Marisa Poli INVIATA IN VAL GARDENA (BZ)

Tutto va a rovescio per l’Italia della velocità sulla Saslong. La tendenza continua per questo superG che ha visto vincere un tedesco figlio d’arte — Josef Ferstl — che mai era salito su un podio di Coppa. Tutto va a rovescio per Innerhofer e Paris e non è una consolazio­ne sapere che ci si è messa la sfortuna. Quando sono partiti è scesa la nebbia e i due azzurri sono gli unici ad aver affrontato il Ciaslat in quelle condizioni e senza che la gara fosse interrotta (la giuria ha risposto no alla richiesta degli azzurri). Dopo di loro c’è stata una pausa di 10 minuti, replicata altre cinque volte fino all’ultima, definitiva: erano passate due ore e un quarto ed erano partiti solo 38 concorrent­i su 80, abbastanza per validare il risultato della gara.

BASTONATA La scarsa visibilità non basta a giustifica­re i ritardi che Inner e Paris avevano già accumulato. «Volevo troppo e non ho sciato granché — dice Paris —. La schiena non è al massimo, non sono così sciolto in pista e su piste così sono piccole cose che fanno la differenza». Per Innerhofer è una storia che si ripete: quando sembra aver trovato il giusto feeling, come è successo in prova, ci si mette una nevicata. «Pazzesco quanto ho beccato, sono super sorpreso, ma mi sentivo lento anche in pista. Per chi come me, Reichelt, Pinturault, ama sentire gli appoggi queste sono le condizioni peggiori, su questa neve molto umida non senti i piedi. È una bastonata. Però forse si poteva fermare la gara quando siamo scesi io e Domme, siamo gli unici che abbiamo beccato la nebbia».

FILL C’è solo Peter Fill nei 10, 8° dopo averci provato ed essere finito nella trappola del Ciaslat, proprio come Matthias Mayer e Kjetil Jansrud, due che fino a quel passaggio chiave sembravano lanciati al successo. Come sempre è stato un superG sul filo dei centesimi: solo 2 (50 centimetri) dividono Ferstl dall’austriaco Max Franz, e Mayer, terzo, è a 10/100, mentre in 96/100 sono racchiusi 12 atleti. Fill non dispera di riuscire prima o poi a domare la Saslong: «Ho provato a rischiare tanto da subito, di questa pista c’è sempre qualcosa che non capisco ma non smetto di crederci». Degli altri azzurri è partito solo Casse, al rientro e alla fine 31°. Secondo il capo allenatore della squadra maschile Max Carca «Inner e Paris hanno sciato male, un passo indietro rispetto a Beaver. Peter ha preso fiducia dopo due superG in cui non aveva brillato». E puntualizz­a: «Ho chiesto alla giuria di fermare la gara prima dei nostri, mi hanno risposto che si vedeva abbastanza».

GERMANIA SU Con Svindal nono (a 60/100) e Kilde 4° (pure lui fuori gioco al Ciaslat), la Norvegia abdica dopo 5 vittorie di fila nel superG della Val Gardena e al potere sale la Germania, sempre più emergente in questa stagione, e non solo nella velocità. La rinascita è stata propiziata anni fa da una rivoluzion­e: dal 2014 anni il capo della squadra maschile è l’esperto Mathias Berthold, ex Austria. Il tecnico dei velocisti è Christian Schwaiger, prima allenatore delle tedesche. Spiega il d.t. Wolfgang Maier: «Questi risultati sono merito di buoni allenatori, di tanto lavoro. Le radici sono qui. Tante volte ci eravamo arrivati vicino, ma per esempio con Stechert ci avevano fermato gli infortuni». Spiega la sorpresa Ferstl: «I risultati non arrivavano, la federazion­e ha avviato un progetto per puntare a PyeongChan­g 2018. Abbiamo lavorato bene, sapevamo di essere veloci in allenament­o e il podio di Dressen a Beaver Creek ci ha dimostrato che potevamo puntare in alto». Con la fiducia sono arrivati i risultati, una ricetta che gli azzurri dovrebbero applicare già da oggi nella discesa.

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