Milano, solo rabbia Theodore espulso e il Pana vola via «Ora siamo stufi»
Il Panathinaikos non ha bisogno di assist. A quelli ci pensa Nick Calathes (12 anche ieri sera). Non ha necessità, per vincere, di sfruttare certi fischi. C’è poco da dire: la partita gira lì, a metà del terzo periodo, sul 51 pari, quando Theodore si prende un tecnico per flopping che, sommato all’antisportivo del primo tempo (da quest’anno è così), vale il viaggio negli spogliatoi anzitempo. Espulso. A quel punto Milano, dopo un primo tempo più che dignitoso, impreziosito dai servigi di Goudelock, tornato a sorpresa a un mese esatto dall’infortunio, va in apnea.
TRIPLE Affogata certo dal mare di triple del Panathinaikos (15 contro 4), dalla poderosa crescita di Gist e Singleton dopo un primo tempo di sofferenza, dal basket ingegnoso e produttivo del maestro Calathes (a disagio però con Theodore in campo), ma quell’episodio... «è stato determinante – completa il concetto Pianigiani – e io mi sono un po’ rotto di ricevere i complimenti e di dover sempre pagare dazio al peso altrui. Loro hanno dovuto tirare fuori un clima da playoff, quasi intimidatorio. Quell’episodio ha determinato la partita e quindi la differenza l’ha fatta anche l’esperienza di certi giocatori a questi livelli». Bravi, a quanto pare, a stuzzicare l’Olimpia anche dentro al tunnel.
VIA CRUCIS Tant’è che in avvio pare una nuova via crucis. Pana subito sull’8-2, Calathes a smazzare assist a raffica, Kalnietis che perde due palloni demenziali. Invece il primo tempo racconta un’altra storia in cui Milano non incassa quanto riesce a produrre. Gioca a far girare la palla l’Emporio, cercando le due torri Tarczewski e Gudaitis che sovrastano gli aitanti avversari, mentre dietro i greci fanno una dannata fatica a trovare il canestro. Certo, chiudono i primi 20’ con 8 triple ma il dato è drogato dalla manina infallibile di Rivers (5/6), l’unico green veramente in grado di andare oltre la solida e reattiva (specie sugli esterni) difesa milanese. Senza di lui il Pana sprofonderebbe tanto è impreciso davanti e flaccido dietro. Quando Pascual abbassa il quintetto, Pianigiani gli va dietro e si rivede pure Goudelock. Pochi minuti di altissima qualità in cui Milano entra in rampa di lancio (14-23 alla prima sirena) e poi vola ripetutamente in doppia cifra (anche +13).
SLOGAN Ha le mani sul match l’Armani, ma lo slogan «in Eurolega nulla viene perdonato» non è un semplice modo di dire. Sul +12, Cinciarini non va deciso, sbaglia il sottomano e commette un fallo che manda in lunetta Gist. Dal possibile +14 si riprende a +10, il fluido s’interrompe, il Panathinaikos ritrova fiducia in un amen con le triple di Rivers e all’intervallo è solo 41-39 Milano. Facile no? Anche di più quando arrivano fischi acidi per l’Olimpia a cavallo dei due quarti centrali dove comunque il Pana spiattella 50 punti sufficienti a costruire la mini fuga. «Teniamoci il positivo ritorno di Goudelock – allarga le braccia Pianigiani –, appena alzerà il minutaggio faremo riposare Jerrells che non ce la fa più. Le prossime tre partite? Le dovremo strappare con i denti. Son quelle che diranno quanto ci possiamo considerare ancora in corsa». Vitoria in casa, poi il viaggio a Malaga e la Stella Rossa Belgrado al Forum a fine anno. Due settimane per provare a risalire dai bassifondi dove, ancora una volta, giace mestamente l’Olimpia.