Liberia: Weah verso la vittoria alle elezioni per la presidenza
Attesa dei risultati ufficiali, la radio nazionale lo dà avanti 70-30: sarebbe il primo sportivo capo di stato
La radio nazionale lo dà avanti 70-30. Sarebbe il primo sportivo capo di stato
Apensarci adesso ciò che accadde il pomeriggio dell’8 settembre 1996 sul prato di San Siro era un presagio. George Weah parte dalla sua area di rigore e comincia una folle corsa verso l’accampamento nemico. Supera avversari su avversari, sempre a testa alta, sempre elegante. Il popolo urla, impazzito e stranito, e lo spinge all’impresa. E lui, alla soglie della gloria, con un tocco dolce, indirizza il pallone nella rete. E’ un gol fantastico, unico, meraviglioso. Gli aggettivi si sprecano, persino gli avversari del Verona guardano Weah e vorrebbero applaudirlo perché una cosa simile non l’hanno mai vista, e i compagni del Milan lo accompagnano in un’esultanza che è manifestazione di gioia e di orgoglio. E’ in quell’istante che il grande George, oltre a imprimere la sua firma sul presente, ipoteca il futuro: capisce che non ci sono limiti ai sogni. E ora che, primo sportivo professionista nella storia, sta per diventare presidente di uno Stato, la sua Liberia, quella folle corsa verso l’area del Verona gli sarà tornata in mente. Ventuno anni fa trasformò in epica una normale azione di calcio, oggi Weah progetta di portare la sua gente fuori dalla povertà, dall’analfabetismo, dalla miseria,
i gol segnati da George Weah con la maglia del Milan fra il 1995 e il 1999, tutti su azione. In carriera gliene vengono accreditati oltre 250 sogna di regalare ordine e tranquillità a chi da troppo tempo, da sempre, si nutre di angoscia e di violenza.
MISERIA Weah, secondo la radio di stato, è in netto vantaggio (70 a 30) sul candidato Joseph Boakai, già vicepresidente. Il popolo liberiano vede in George la possibilità di un riscatto: finalmente va al potere un uomo che appartiene a una classe politica mai contaminata dalla corruzione e dalle brutture dell’ultimo decennio. Il 60 per cento dei liberiani ha meno di trent’anni, il voto a favore di Weah è dunque l’espressione di un desiderio di rinnovamento. Dopo 70 anni di guerre civili, di battaglie terribili che hanno insanguinato questa parte dell’Africa occidentale, per la prima volta si sono tenute