RICCÒ: «FACCIO GELATI MA TORNERÒ IN BICI»
Tour 1998, lo scandalo Festina di Virenque e Zülle; Pantani escluso al Giro 1999 (e la sua morte nel 2004); l’Operacion Puerto 2006 in Spagna; la cacciata di Rasmussen in giallo al Tour 2007; l’inchiesta che ha abbattuto il sistemaArmstrong nel 2012: ma che cosa fanno ora quei dopati? Radiato, corre le gare non ufficiali e fa conferenze Ammise Epo al Tour 1996, vinto. Dirige una squadra Continental
che serva un tavolo di lavoro per cambiare la normativa. La legge antidoping non può e non deve essere uguale per tutti, amatori e professionisti. Poi bisogna investire molto di più sui controlli ai giovani. Lì si che bisogna lavorare duro».
E le squadre?
«Pilatesche. Se ne lavano le mani. Non ti dicono più che ti devi dopare, ma che devi portare risultati. Chiediti come».
Il futuro di Riccardo Riccò?
«Tornerò a correre».
Prego?
Due anni per l’Operacion Puerto, vive a Maiorca: fa l’imprenditore Come Basso (ora manager) è tornato in gruppo
«Quando nel 2023 scadrà la mia squalifica avrò 40 anni. Sarò ancora competitivo. Se fossi allenato sarei più forte ora di prima. Fisicamente mi sento così. Ci sono squadre che mi vorrebbero. In caso contrario ne farei io una. Ma io prima o poi torno a correre».
Non teme che l’eventuale ritorno alle corse possa compromettere quell’equilibrio che ha ottenuto?
A questo punto interviene Melissa, la moglie: «Quello che vedete è un Riccardo in equilibrio, ma è solo apparenza. La realtà è che lui è un vulcano in sonno. Sta buono, ma dentro soffre, si rode. Forse troverà pace solo il giorno che si attaccherà di nuovo un numero sulla schiena».