Cologna, la resurrezione E’ il quarto Tour de ski
Lo svizzero, che davano per finito, domina sul Cermis e sfida Klaebo: «Ora l’Olimpiade»
Lo svizzero italiano si riprende — per la quarta volta e da primo uomo— il Tour de ski,arrampicandosi sul Cermis come ai tempi d’oro. Quando sta così, Dario Cologna non teme rivali, si può considerare davvero il migliore e più completo fondista del mondo.
LA SFIDA Ma non era stato il norvegese Klaebo il mattatore della stagione? Sì, il giovane vichingo ha deciso di tornare a casa, per evitare la rassegna a tappe che vale 400 punti di Coppa del Mondo (e infatti non è più leader) e finalizzare il lavoro sull’Olimpiade di febbraio, e dunque il confronto è rinviato a PyeongChang, dove Cologna gareggerà in tutte le gare meno la sprint. «Non ho più l’età per quella gara, ma sulle altre non vedo l’ora di sfidare Klaebo, nessuno è imbattibile». Dov’era rimasto Dario? A un argento nello skiathlon dei Mondiali di Falun 2015 dietro Maxim Vilegzhanin, radiato dal Cio per doping e che potrebbe consegnarli il secondo oro nella combinata 30 km dopo quello nella 15 km tl di Fiemme 2013. Cologna ai Giochi di Sochi 2014 mise a segno una doppietta d’oro, dopo il primo titolo di Vancouver 2010 e a PyeongChang con un altro oro eguaglierebbe
il record del saltatore Simon Amman, lo svizzero più decorato. «I russi? «Non è stata una bella storia, ma non sappiamo ancora tutto, forse cambierà ancora qualcosa». Medaglie chiamano medaglie ma questo capolavoro a 31 anni
(solo il ceco Bauer ci riuscì da più anziano) lo rende molto fiero «perché se il primo Tour fu una sorpresa, questo è più speciale perché più atteso: sapevo che se avessi superato i problemi fisici (tendine d’Achille, ndr) e tecnici, sarei potuto tornare. E sto arrivando al massimo al momento giusto, l’importante è questo». Una doppietta a Lenzerheide, tra la sua folla, i quarti posti di tappa a Oberstdorf e sabato nella 15 km tc, e ieri l’arrampicata solitaria aumentando di 5” il vantaggio con
cui era partito dallo stadio di Tesero per la 9 km tl: il russo Ustiugov marcava visita (schiena) ed evitava un inseguimento impossibile e lungo un minuto, il kazako Poltoranin da 2° finiva 4°, e il già vincitore norvegese Sundby da 4° a 2° nel tratto più ripido con dislivelli fino al 28%, per ritrovarsi sul podio con Alex Harvey, primo nordamericano sul podio finale del Tour, come l’americana Jessica Diggins nel trionfo-bis di Heidi Weng sulla Oestberg, la leader salutata a 1000 metri dal traguardo.
CAMBI
Cologna è andato a vivere con la fidanzata Laura, non ha più un’allenatrice norvegese (Gun Hetland) ma un allenatore sloveno (Ivan Hudac) ex mentore di Petra Majdic, ha resettato i gesti tecnici e fatto verifiche fisiologiche sulle alture di Davos, ha vissuto la crisi con leggerezza e ha ritrovato la verve migliore, che da buon milanista gli fa dire: «Serve un Cologna al Milan? Servono tante cose...Anch’io ho dovuto mettere a posto tutti i dettagli per tornare al massimo». E sono rispuntati campanacci della Val Monastero: il trionfo di Dario è la risposta alla Norvegia predatrice. E la Fis, pensando al prossimo Tour, gli ha già disegnato una tappa sprint a 150 metri da casa, dalla sua Val Monastero, dopo la partenza da Dobbiaco, e prima di Oberstdorf e Val di Fiemme. Sui tornanti a spingerlo c’erano anche Remo e Cristina, i genitori della Val di Non (Castelfondo) finiti in Svizzera per cercare lavoro (Dario ha disputato anche i Tricolori).
AZZURRI
Un’Italia che ieri sul Cermis aveva solo i volti di Elisa Brocard, 17a, ed Enrico Bertolina, 18° di tappa e 33° nella classifica finale da cui erano usciti i due azzurri già sul podio in due tappe, Pellegrino e De Fabiani. Il d.t. Sepp Chenetti: «Complessivamente sono soddisfatto, a prescindere dalla classifica: usciamo rafforzati e Bertolina è stato bravo a finirlo. Dobbiamo tutelare le punte e non siamo lontani dal top. Adesso sarà decisivo il lavoro di queste settimane. Sono contento per Cologna, duro, tenace, umile, discreto. Lavora a testa bassa, si vede poco e si atteggia poco, ma vince in classico, in skating, in volata, ovunque: bravissimo, se l’è strameritato. Molti lo davano per finito». Mai dire mai.
PODI FINALI Lo svizzero batte Sundby, tra le donne si impone la norvegese Weng Harvey e la Diggins sorprese americane