I colpi di Coda «Resto a Benevento E se Cassano...»
Con 3 gol in 2 partite ha rilanciato i giallorossi: «Ho giocato con Antonio, magari Vigorito ci pensasse»
Sta mettendo il sale sulla coda delle squadre che sono in fondo alla classifica. Massimo Coda con tre reti in due partite ha rilanciato il Benevento, capace di battere Chievo e Samp, e creato quantomeno apprensione alla rivali nella corsa alla salvezza. Potrebbe aver cambiato il destino della stagione dei giallorossi, intanto ha già cambiato il suo: era sul piede di partenza, adesso è diventato un intoccabile.
Coda, cosa è successo in questi ultimi 180’?
«Come si dice da queste parti, mi sono regalato una bella fine e un buon principio. In realtà, noi sapevamo di valere di più di quanto non dicessero i risultati. Eravamo partiti benino e le prime partite stagionali ci avevano dato immediatamente l’impressione di potercela giocare con tutti, poi i dieci gol incassati con Napoli e Roma ci hanno traumatizzato e un paio di batoste, contro Cagliari e Sassuolo, sembravano averci tramortito. Invece, siamo ancora vivi e vogliamo lottare fino in fondo per provare a compiere un’impresa».
Dica la verità, fino a un paio di settimane fa stava per fare le valigie?
«In effetti ho ricevuto delle offerte importanti. Tuttavia ho sempre desiderato rimanere a Benevento anche perché il presidente Vigorito in estate mi ha voluto fortemente. Inoltre, mi piace come giochiamo e ora c’è anche grande feeling con De Zerbi. All’inizio forse abbiamo faticato a capirci, lui pensava che io non mi impegnassi sempre al massimo in allenamento mentre io avevo bisogno di gestirmi un po’. Tuttavia, non mi ha estromesso dalle sue scelte e adesso lo sto ripagando. Tra l’altro da punta centrale nel tridente mi trovo particolarmente a mio agio».
Eppure, ha avuto compagni d’attacco prestigiosi con cui ha fatto coppia... Ha capito già a chi mi riferisco?
«Ho giocato con Lapadula – che è un buon amico – a Nova Gorica, ma penso proprio che il riferimento sia a Cassano. Con lui a Parma stavo davvero per fare il definitivo salto di qualità. È un campione unico, bastava fare il movimento in profondità e sapevi già che sarebbe arrivato il pallone».
Il Benevento si appresta a un mercato scintillante. Le piacerebbe ritrovarlo come compagno?
«In effetti non sarebbe male se Vigorito ci pensasse (ride, ndr), se Antonio si mette a posto fisicamente fa ancora la differenza».
A proposito di forma fisica, quanto l’hanno penalizzata gli infortuni in carriera?
«Penso spesso a quello che ho avuto a Parma, nel mio momento migliore. Peccato, anche perché quella stagione in A poi si chiuse male con il fallimento della società».
L’allenatore era Donadoni. Alla ripresa lo ritroverà a Bologna, com’era il vostro rapporto?
«Non smetterò mai di ringraziarlo, ha creduto in me quando sembrava che a Parma fossi solo di passaggio. Venivo dalla Slovenia, dovevo andar via e invece mi confermò e mi lanciò al fianco di Cassano».
Come ha ritrovato la Serie A rispetto a qualche anno fa?
«Più equilibrata, prima la Juve faceva quasi un campionato a parte. Oggi c’è stato un notevole livellamento verso l’alto».
Lei e il Benevento che ruolo potete recitare nel girone di ritorno?
«Il massimo sarebbe centrare la salvezza e farlo grazie alle mie reti: sono a novantadue in carriera, magari arrivando a quota cento potrei dare un contributo importante al raggiungimento dell’obiettivo di squadra».
Lo sa che in Serie A ha sempre segnato nei secondi tempi?
«Sì, cinque volte su cinque. Ma non è il caso di mettere sempre il veleno nella... coda. Noi dobbiamo rimontare in classifica ma è arrivato il momento anche che siano gli avversari a dover rincorrere il Benevento nel punteggio».
OBIETTIVI «Ho ricevuto delle offerte importanti ma ho sempre voluto rimanere qui» «Sono a 92 gol in carriera, il massimo sarebbe arrivare a 100 e salvarci»