La Gazzetta dello Sport

«Il mio Bristol da favola a Manchester ci riprova»

Johnson ha eliminato lo United in coppa di Lega, oggi affronta il City: «Niente paura, ci sono otto mila tifosi in trasferta con noi»

- Stefano Boldrini CORRISPOND­ENTE DA LONDRA

Tutto il padre, forse anche meglio. Lee David Johnson, 36 anni, è l’allenatore del Bristol City, diventato famoso nel mondo per aver celebrato il successo sul Manchester United nei quarti di Coppa di Lega sollevando e abbraccian­do un raccattapa­lle. Il padre, Gary, anche lui ex calciatore, ha un lungo passato da allenatore, comprese una finestra alla guida della Lettonia. Il figlio è uno dei tecnici emergenti del panorama inglese, dove quelli bravi sono una rarità. Lee David sta dimostrand­o di avere i numeri per arrivare in alto: si è fatto le ossa in realtà come Oldham e Barnsley, prima di approdare, nel febbraio 2016, alla panchina del Bristol City. La Coppa di Lega ha dato notorietà internazio­nale a questo manager con un passato da centrocamp­ista nelle serie inferiori. I Robins hanno eliminato il Plymouth (5-0) nel primo turno, poi una serie di «scalpi eccellenti»: Watford (3-2), Stoke City (2-0), Crystal Palace (4-1) e, il 20 dicembre scorso, il Manchester United (2-1), con la rete decisiva di Korey Smith firmata al 91’. Al fischio finale, invasione di campo e festa collettiva, con il popolo del Bristol City a fare i selfie con i protagonis­ti della storica impresa. Oggi, allo stadio Etihad sono annunciati 7.680 fan al seguito dei Robins: è il record di presenze di una tifoseria ospite nell’impianto del Manchester City. Nel Bristol City, gioca un italiano, Eros Pisano, ex Verona, ma è fuori da tempo per un infortunio.

Mister Johnson, la semifinale di Coppa di Lega rappresent­a sicurament­e il punto più alto della sua carriera

«Sono molto orgoglioso della mia squadra. I giocatori hanno compiuto cose straordina­rie in questa stagione. Siamo quarti in Championsh­ip e ora abbiamo questa partita difficilis­sima, ma posso garantire che tutti daranno il meglio delle proprie forze. Accettiamo la sfida e andiamo a Manchester per provare a vincere».

La sua opinione sul City e sul lavoro di Guardiola?

«Penso che il Manchester City stia entrando di diritto nella storia del calcio inglese. Ci sono state realtà formidabil­i nel passato: il Manchester United di Ferguson e, più indietro nel tempo, il Liverpool. Credo che anche questo City sarà ricordato come una delle formazioni eccellenti del nostro football. C’è uno splendido mix: gioventù, esperienza, forza fisica, potenza. Il possesso palla e la gestione del pallone sono difficili da affrontare. Il City ha la capacità di creare la superiorit­à numerica in tutte le zone del campo e questo grazie a talenti straordina­ri, molto preparati sul piano fisico. Anche il Manchester City non può essere però perfetto al cento per cento e l’abilità degli avversari deve essere quella di approfitta­re di un momento di black out».

INCONTRARE PEP È UN’OCCASIONE PER RUBARGLI QUALCOSA LEE DAVID JOHNSON SULL’AVVERSARIO DI OGGI

Come si prepara una gara suggestiva come quella di stasera?

«La mia squadra ha dimostrato di non aver paura degli avversari di categoria superiore e questo è incoraggia­nte. Ho seguito diverse gare del Manchester City e spero di aver colto gli aspetti più importanti. Sarà una battaglia, ma noi dobbiamo cercare soprattutt­o di divertirci. Possiamo giocarci le nostre chance e creare problemi al Manchester City. La cosa fondamenta­le è mantenere la nostra identità».

Cambia qualcosa rispetto ai quarti con lo United?

«Stavolta si affrontano due partite, mentre quella con lo United fu secca. La sfida contro la squadra di Mourinho era dentro o fuori e abbiamo saputo interpreta­rla benissimo».

La sua opinione sugli allenatori stranieri?

«Mourinho è stato fantastico in occasione del match di Bristol e immagino che anche Guardiola si comporterà bene. Penso che Mourinho e Guardiola apprezzino un manager giovane, che ha fame di imparare. Per me incontrare tecnici di questo valore è un’occasione unica per rubare qualcosa al loro mestiere e porre qualche domanda sui metodi di lavoro, sulla gestione delle risorse e sui concetti tattici. Guardiola rappresent­a l’innovazion­e e la creatività. La sfida per chi incontra le sue squadre è batterlo. Con Barcellona e Bayern operò subito con fuoriclass­e planetari. Nel Manchester City il progetto è più articolato: ritengo che per lui sia una prova ancora più difficile. La sta superando benissimo: sta creando una delle squadre più forti della storia del calcio inglese».

Il modulo del Bristol City è sempre il 4-4-2?

«E’ lo schema nel quale riusciamo a ad essere più efficaci, ma bisogna guardare oltre i numeri: conta anche l’interpreta­zione dello spartito».

Esodo biblico per sostenervi.

«E’ il bello del nostro calcio. Ottomila persone che si spostano per seguire una partita ti danno una carica in più».

IL DUELLO Una squadra di B contro la capolista della Premier: «Anche loro non possono essere perfetti»

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AP Josè Mourinho, 54, tecnico del Manchester Utd con Lee David Johnson, 36, allenatore del Bristol che lo ha eliminato in Coppa di Lega
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