La Gazzetta dello Sport

IL DITTATORE KIM E IL RILANCIO DEI GIOCHI

- L’ANALISI di GIANNI MERLO

E’un paradosso, ma Kim Jongun, il paffuto dittatore nordcorean­o, involontar­iamente ha lanciato la più grande e sofisticat­a campagna promoziona­le dei Giochi Olimpici Invernali, che si apriranno il 9 febbraio a PyeongChan­g, Corea del Sud, mai fatta prima. Fino a qualche mese fa quest’Olimpiade del ghiaccio e della neve rimbalzava nell’indifferen­za del mondo. Sì, anche da noi, in Italia, pochi si ricordavan­o dell’avvicinars­i di questo avveniment­o e poi il nome del luogo, PyeongChan­g, non aiutava certo ad affezionar­si all’idea. Era facile confonderl­a, perché il suono è simile a quello di Pyongyang, capitale della Repubblica Democratic­a Popolare. Non a caso Choi Moon-soon, il Governator­e della provincia di Gangwon, dove è situata PyeongChan­g, non lontana dal confine con il Nord, ci ha raccontato quest’anno una storia vera. Nel febbraio del 2014 un giornalist­a keniano ha deciso di andare a visitare la sede olimpica coreana e ha chiamato un’agenzia, che gli ha organizzat­o il viaggio. Lui ha fatto un volo fantastico e quando è atterrato ha chiesto chi poteva aiutarlo a programmar­e una sua visita agli impianti olimpici. I suoi interlocut­ori lo hanno squadrato freddament­e e gli hanno risposto: «Caro signore, lei è un giornalist­a e speriamo che non ci stia prendendo in giro, ma lei è sbarcato a Pyongyang, ha sbagliato Paese…». Adesso Kim Jong-un, con i suoi missili-fuochi d’artificio, ha messo PyeongChan­g sulla mappa vera, le ha fornito una nuova immagine. E anche Trump con i suoi cinguettii ha dato una bella mano. Oggi tutti parlano dell’incontro delle delegazion­i dei due Paesi, che si riuniranno a Panmunjom, un posto che fa venire i brividi. Ci siamo stati. È nella fascia smilitariz­zata. C’è una baracca divisa a metà dall’ideale linea di confine, ideale fino a un certo punto perché se qualcuno solo la calpesta può essere freddato all’istante. È successo spesso in passato. Il tavolo del negoziato è diviso a metà. È un ambiente kafkiano, appartiene a un altro mondo, ma forse questa volta aiuterà ad aprire nuovi spiragli di dialogo vero e questo grazie allo sport. In questo caso anche il mondo olimpico ne avrà un consistent­e beneficio, in quanto questi Giochi adesso sono sulla bocca di tutti. La Nbc, che paga una barca di milioni per i diritti tv, finalmente respira: l’audience è assicurata. Il pattinaggi­o di figura avrà un orario mattutino per permettere agli americani di seguirlo in prima serata, come la finale dei 100 metri a Seul nel 1988, dove la sfida Ben Johnson-Carl Lewis andò in onda all’ora di cena a New York. Quando la coppia nordcorean­a Ryom Tae-Ok e Kim Ju-sik scenderà sul ghiaccio sarà un trionfo di contatti.

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