Trento brasiliana rinasce con Eder «Italia scelta di vita»
Il campione olimpico è uno dei protagonisti delle 9 vittorie di fila: «Giocare qui è un sogno»
In questa Diatec Trentino “a geometria variabile”, in cui bande, libero e opposto cambiano spesso, Eder Carbonera è diventato ormai un punto fermo. Anche perché i numeri sono tutti dalla parte del brasiliano campione olimpico a Rio: 5° posto assoluto nella speciale classifica di rendimento dei centrali, il posto-3 dell’intera Superlega ad aver realizzato più ace (23 in 16 gare). Al suo primo anno in Italia la sua crescita è il simbolo dell’ascesa di tutta la squadra dolomitica, reduce da un filotto di nove vittorie di fila che ha cancellato un inizio zoppicante. «Adesso abbiamo più fiducia in noi e nei nostri mezzi – commenta il 35enne verdeoro – siamo un gruppo nuovo che, adesso, si conosce meglio. Ma la grande differenza rispetto all’inizio del campionato è la fiducia».
Ed il fatto che con Giannelli ora si trova meglio, in attacco è cercato spesso.
«Con lui va molto bene, abbiamo trovato le intese giuste. È normale che servisse tempo avendo una squadra completamente nuova anche in questo».
Adesso Trento che obiettivi può porsi? E lei a cosa mira?
«Personalmente voglio aiutare sempre più la squadra a crescere e migliorare. Ora giochiamo meglio, vinciamo, ma penso che possiamo andare ancora più in alto in classifica. Ma solo se continuiamo a giocare così anche nel girone di ritorno e nei playoff. Quando sarà tutto un altro campionato e noi dovremo avere sempre più consapevolezza nei nostri mezzi».
Per questo un bel test arriva già domenica contro la Lube.
«Gara difficile ma bella da giocare, un esame interessante per noi. All’andata abbiamo perso 3-0, ma in un periodo nel quale non stavamo giocando bene ed ora, con l’appoggio della nostra gente, vogliamo giocare una grande partita contro un avversario fortissimo».
Per lei tantissimi anni in Brasile ed ora l’Italia.
«È stata una scelta molto ponderata e voluta. Giocare in Italia è un sogno, ma finora era sempre mancata l’offerta giusta. Dopo tanti anni in Brasile confrontarmi con il campionato italiano rappresenta anche una scelta di vita».
L’Italia e l’Europa la incuriosiscono molto.
«Tanto. Insieme a mia moglie mi piace viaggiare, vedere posti nuovi, conoscere nuove culture. Nei giorni liberi ho già visitato Milano, Verona, Venezia, Bolzano, Innsbruck, Firenze».
Certo la quotidianità di Trento è molto diverso da quella di San Paolo, Taubatè o Florianopolis.
«Sì ma qui si sta molto bene. Trento è una bellissima città, non è troppo grande e tutto è alla portata. Una città tranquilla ed organizzata. La cosa che mi ha stupito dell’Europa è la vicinanza. Per passare da un paese all’altro sono un paio d’ore di volo e basta, in Brasile invece quando andiamo a giocare in trasferta essendo un paese molto grande dobbiamo cambiare anche due o tre voli».
La SuperLega l’ha trovata così come se la immaginava vedendola dal Brasile?
«Sì, pensavo fosse un campionato difficile e impegnativo e così è stato. In Brasile abbiamo solo 4-5 squadre molto forti. Qui invece se non giochi bene puoi perdere contro tutti».
Però del Brasile campione olimpico a Rio solo lei e Bruno giocate in SuperLega.
«Questo perché, rispetto a qualche anno fa, ora il campionato brasiliano è cresciuto e ci sono buoni contratti. E tanti giocatori preferiscono stare vicino ad amici e famiglia. Ma io consiglierei di venire in Italia, perché il livello del campionato è alto».
NEI GIORNI LIBERI GIRO: VISITATE MILANO, VERONA, VENEZIA E FIRENZE EDER CARBONERA ALLA SCOPERTA DELL’ITALIA