La Gazzetta dello Sport

ZIZOU E CONTE, STESSO DESTINO

I destini paralleli dei tecnici di Chelsea e Real

- IL COMMENTO di ALESSANDRA BOCCI

Le incrinatur­e sono pesanti, non quanto gli sfregi sulla sua macchina colpita da una lastra di vetro venuta giù da un tetto, ma evidenti. Qualcosa è cambiato nel rapporto di Antonio Conte con il Chelsea, qualcosa che va oltre le parole, anche se ormai si è passati dalle smentite classiche alle frasi possibilis­te altrettant­o classiche («Io via? Tutto è possibile»). Una fase non ancora raggiunta a Madrid da Zinedine Zidane: però la luna di miele con Florentino Perez e con la stampa castiglian­a si è esaurita, i nervi saltano e il broncio aumenta quanto quello di Cristiano Ronaldo che ieri se l’è presa con l’arbitro e non solo. Il Real Madrid non segna più come prima, è scivolato dopo aver concluso un anno fantastico, si è arrotolato su se stesso, con i timpani feriti dai fischi dei tifosi. Era da più di un decennio che non raccogliev­a così poco nella prima parte del campionato. Dopo aver raggiunto livelli eccelsi nella continuità di risultati, Zidane si è spento. Litiga, non sa che cosa rispondere in sala stampa, sembra smarrito. Più che qualche partita di troppo, ha perso il magic touch del regista di kolossal, quello che lo ha reso capace di replicare un successo in Champions League, cosa mai accaduta in questa era calcistica.

Zidane ha margini per rimettere in sesto la squadra e il suo posto di lavoro, anche se la classifica in Liga è compromess­a. Conte probabilme­nte non vuole neppure pensarci, perché nonostante l’anno di contratto che resta con il Chelsea pare poco probabile che si trattenga in Inghilterr­a. Logorato dalle critiche, da una mentalità nella quale non si è mai calato del tutto e magari dal duello rusticano con Mourinho, sembra destinato a tornare in un ambiente più amico. Al Chelsea, si sa, gli allenatori passano, a volte molto velocement­e, e i ricordi dei successi durano poco, come ha sperimenta­to lo stesso portoghese speciale. Conte potrebbe trovarsi a fine stagione sul mercato fra i protagonis­ti di uno scambio di panchine da definire, un castello di carte che per ora tiene ciascuno legato al proprio club, ma basta un soffio per creare l’effetto a catena.

In Italia c’è più di un posto a misura di Conte, molti più di quelli che potrebbe trovare Zidane in Spagna lasciando la Casa Blanca, un luogo che ti definisce per sempre. Zidane è stato finora un perfetto uomoReal, Conte lasciando la Juve e guidando la Nazionale ha stemperato la connotazio­ne juventina di qualche anno fa. Diversissi­mi in tutto, sono uniti in una crisi che magari non è proprio una crisi, ma potrebbe diventarlo davvero. L’Europa può aiutare entrambi a superarla.

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