UN SABATO ITALIANO E’ GRANDE BRIGNONE
Sei podi negli Sport Invernali
Ce n’è per tutti i gusti in questo sabato di neve e ghiaccio che segna una svolta nelle tappe di avvicinamento all’Olimpiade di PyeongChang, che fra meno di un mese riempirà le notti televisive italiane. Dovendo scegliere fra le fosche previsioni degli statistici internazionali che ci accreditano di una manciata di medaglie e l’ottimismo istituzionale del presidente Malagò che ci vede in doppia cifra nel medagliere coreano, l’Italia degli sport invernali sembra propendere per la seconda ipotesi. Restiamo fermamente con i piedi per terra, ma è difficile frenare gli entusiasmi di fronte a una mattinata preolimpica che mette in fila vittorie nello sci alpino, nel fondo e nello short track oltre a un piazzamento di prestigio nel biathlon. Una giornata così in Corea varrebbe sei medaglie ma ovviamente parliamo di coppa del Mondo ed Europei che sono ben altra cosa dalle Olimpiadi.
La copertina ovviamente è tutta per Federica Brignone che sul Lauberhorn ha compiuto una di quelle imprese che ti alzano il morale oltre lo stato di consapevole felicità. Qui parliamo di un talento definitivamente ritrovato, uscita addirittura più forte da una girandola di infortuni che le hanno permesso di fare chiarezza dentro e fuori di se stessa. Sulla pista non per niente intitolata al mito austriaco della velocità Franz Klammer, la figlia d’arte ha pennellato ogni passaggio come se stesse stampando con gli sci la traiettoria ideale e nessun’altra è riuscita a precederla o a seguirla sulle stesse orme. La vittoria in superG della 27enne vicecampionessa mondiale 2011 di gigante ha anche un valore statistico perché la proietta nella top ten dei plurivincitori italiani (è addirittura la quarta donna di sempre!) e fa ricorrere il numero due: due come le vittorie in superG e due come le vittorie stagionali dopo il gigante di Lienz di fine 2017. Le ombre di una Goggia in difficoltà e di una discesa di Wengen così inaspettatamente avara per i colori azzurri non offuscano la luce che sta tornando a splendere sullo sci alpino.
Da Federica a Federico per una staffetta in cui non c’è la solita Pellegrini ma il quasi omonimo Pellegrino, ormai garanzia assoluta delle sprint che riesce a piegare in suo favore anche quando i turni eliminatori sembrano mostrare i segni della (sua) fatica. Qui però il distinguo è necessario: la sprint di Dresda, che precede gli ultimi due weekend preolimpici della specialità, ha concesso all’azzurro l’amatissima tecnica libera che in Corea sarà sostituita da quella classica (la libera sarà riservata alla gara a coppie).
Restando a Dresda la meravigliosa staffetta degli sport invernali ci ha regalato in sequenza ben tre medaglie nello short track, la disciplina degli spericolati del ghiaccio dove Martina Valcepina e Arianna Fontana si sono portate a casa due ori e un argento nei 500 e 1500 metri dagli Europei che hanno sancito anche una sorta di sorpasso tra la più giovane valtellinese e la portabandiera azzurra. I titoli individuali sono una novità dei tornei continentali che una volta assegnavano solo medaglie all-around ma è chiaro che anche a questi livelli la prova di forza femminile (a proposito, che fine ha fatto il blasonato settore maschile?) rappresenta un bel trampolino di lancio. Non ha problemi di genere invece il biathlon che quasi dispiace lasciare alla fine del florido sabato azzurro. Dopo un avvio di stagione un po’ stentato, la disciplina mista delle nevi sta vivendo un momento di grazia: non per niente il secondo posto nella 4x6 km femminile di Ruhpolding arriva all’apice di una sequenza che ha visto tutte e tre le nostre staffette sul secondo gradino del podio di coppa del Mondo e la ritrovata leader Dorothea Wierer, anche ieri infallibile al tiro, vincitrice nell’individuale. Il tradizionale weekend di casa ad Anterselva arriva al momento giusto: biathlon facci sognare.