La Gazzetta dello Sport

Il cuore di Nadia «Elena mi ha detto vai e fallo per me»

●La Fanchini quinta dopo il dramma della sorella «Siamo forti, supereremo tutto come sempre»

- Ma.po.

Nadia Fanchini è quinta ed esulta come se avesse vinto. Nadia ha un braccio con la ferita ancora non cicatrizza­ta, «mi hanno detto che guarirà in tre anni, ma tanto sopra c’è la tuta che copre tutto». Nadia ha il cuore pesante per Elena, la sorella maggiore che fino all’ultima gara, a metà dicembre in Val d’Isere era la sua compagna di stanza e che ora è a casa chiamata a un’altra sfida, contro un tumore. «Sono contenta di questo risultato liberatori­o — dice — perché in questi giorni ero veramente sotto pressione. Continuo a lottare anche per mia sorella Elena, lei me l’ha chiesto e lo farò. E’ difficile, è la prova più difficile di sempre. Ma supereremo tutto come abbiamo sempre fatto».

PER ELENA L’impegno, la voglia, il cuore in pista ora sono moltiplica­ti per due: «Per me e per Elena ho un sogno da portare avanti. E’ stata dura in questi giorni, ho vissuto tutti questi giorni lontani mentre la mia famiglia era con lei». Nadia racconta di quella sorella forte «che appena ha saputo della malattia ha voluto stare da sola per tre giorni, che poi però ha cambiato umore, ha reagito. Siamo state abituate nella nostra vita a dover affrontare prove, Elena è stata bravissima anche stavolta a non farsi abbattere, la positività ti fa affrontare tutto in un altro modo». Manca la sorellona, manca la compagna di camera di sempre: «Mi manca un punto di riferiment­o importante, è dura sciare e non essere là con lei. Non sapevo se avrei avuto la forza di affrontare ancora una gara, non sapevo più nulla. Non voleva farmi pesare la sua assenza. Quando le ho detto: non ce la faccio, lei mi ha risposto: fallo per me. Nulla ci ha mai fermato, non abbiamo niente da dimostrare, vai libera». E appena finita la gara è arrivata la sua telefonata: «E tu che pensavi di non potercela fare…».

PER NADIA Bad Kleinkirch­heim per Nadia era solo la settima gara da quando è tornata in pista. Un anno fa cadde e si frantumò l’omero destro in discesa a Altenmarkt, un infortunio che le è già costato due interventi, perché l’osso non si saldava. «Per me questo quinto posto vale davvero come una vittoria – sorride finalmente — sono stata un anno senza sciare. Ho ricomincia­to a fine ottobre scorso, ho sciato per due giorni. A parte le gare, ho fatto cinque giorni di sci, ho sempre le ginocchia che tirano e il braccio che non è ancora guarito. Stare bene è un’altra cosa». E poi mancava il risultato che la convincess­e a poter puntare ancora a qualcosa di grande: «Non sono una che va in pista per arrivare quattordic­esima, non è facile accettare il fatto che non vai e ti vengono tutti i dubbi. A St. Moritz ero demoralizz­ata, ora invece so che me la posso giocare di nuovo. Ero contenta qui, perché quando la pista è difficile so che posso salvarmi. Mentre scendevo non sapevo se ero veloce o no, pensavo di aver tenuto troppo, invece è arrivato questo risultato che cambia tutto di nuovo. Questa è una ripartenza che mi dà un po’ di coraggio. La via è lunga, ma sono tornata per questo». Un cuore grande, ora corre per due.

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Elena e Nadia Fanchini, 32 e 31 anni, quest’anno a Lake Louise AP

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