Giovinazzi panchinaro d’oro «Lotterò per il posto in Alfa»
●Il pugliese prova la Formula E: «Molto diversa, si frena più dolcemente. Ma la F.1 resta la mia priorità». Potrebbe fare il tester per la Ferrari, per il Biscione e anche per la Haas...
Strana situazione, quella di Antonio Giovinazzi. Gli ultimi accadimenti e le scelte della Alfa Romeo Sauber lo hanno rispedito per un’altra stagione in panchina. Ma siccome è una panchina dorata che vale più di quasi tutti i sedili da titolare dell’intero automobilismo planetario, è ovvio che qualsiasi proposta alternativa rischia di suonare come una diminutio. In sostanza: Antonio è e resta ferrarista, solo che è senza Ferrari. E lui non lo dice, ma la prospettiva di subentrare in caso di necessità, le prove libere, il simulatore, sono tutte cose importanti e preziose, ma dopo un anno in riserva un’altra stagione senza corse non è una gran prospettiva. «Un pilota vuole correre», e questo sì lo dice lui. Dunque eccolo qui, in maglia viola sgargiante, «che sembra quella della Fiorentina» e in realtà è della Virgin Ds. Qui in Formula E, ai test di Marrakech. Alle prese con un mondo strano e «molto diverso» da quello della Formula 1. In una pitlane in cui ad ogni auto in arrivo suona una sirena che sembra un allarme aereo, per avvertire, perché se uno è distratto non c’è nessun rumore che gli suggerisca di scansarsi. «È stata una scelta mia venire a provare — spiega —, la Ferrari non c’entra. Per capire come funziona, per farmi un’idea e perché guidare è sempre la cosa migliore. Ma non c’è una prospettiva qui, non immediata quantomeno: la priorità resta la Formula 1». Ovviamente.
CHE ESORDIENTI Però, intanto, ieri Antonio ha staccato il 7° tempo, a 1”225 da Nico Muller, su Audi, che è andato di oltre 4 decimi sotto il miglior tempo dei titolari (di Rosenqvist) in qualifica (e di quasi 7 decimi sotto la pole!), per dire il livello di questi test riservati agli esordienti. «Mi sono divertito, ma è tutto così diverso da quello a cui sono abituato», riassume Giovinazzi. «La cosa più difficile è cambiare il modo di frenare: qui bisogna farlo molto più dolcemente. E in generale ci sono troppe cose differenti a cui dovevo pensare mentre guidavo, perché per me non sono ancora automatismi. Sono convinto che con un giorno in più avrei potuto fare ben meglio». SEMPRE PRONTO Meglio pensare alla Formula 1. Anche se, con l’Alfa Romeo Sauber che si è presa Charles Leclerc e ha confermato Marcus Ericsson, è facile immaginare quanto possa Antonio essere deluso. «Hanno fatto la loro scelta e devo accettarla. Ma non voglio darmi per vinto, farò del mio meglio per conquistarmi il sedile. Anche l’anno scorso ero partito così, poi a Melbourne e a Shanghai ho corso. La stagione è lunga». E le possibilità in effetti possono essere tante. «Farò sei FP1, sei venerdì mattina, con l’Alfa-Sauber, è anco- ra da decidere dove. Poi resto concentrato per cercare di essere utile il più possibile. Anche al simulatore». Dove l’anno scorso si è «sparato» 40.000 km, guadagnandosi i complimenti di tutti per l’aiuto fornito alla squadra. Anche se va detto che per quel compito quest’anno c’è (anche) Daniil Kvyat. «E poi dovrò farmi trovare pronto in caso di necessità». Panchinaro per 4 posti, quelli di Ferrari e Alfa-Sauber, forse addirittura 6: la cosa non è definita, ma Antonio potrebbe diventare terzo anche della Haas. Sempre guardandosi attorno: se nelle settimane di F.1 dovrà essere a disposizione, non è detto che nel resto dell’anno non si apra qualche spazio altrove: la Ferrari, come già per questi test elettrici in Marocco, dovrebbe dare il via libera.
CALDARELLI In pista a Marrakech anche Andrea Caldarelli, con la Dragon-Penske, quella rossa (le due Dragon curiosamente sono diverse tra loro: bianca quella di José Maria Lopez, rossa quella di Jerome D’Ambrosio). Caldarelli, campione del Blancpain GT Series 2017, cognato di Vitantonio Liuzzi, lascia il Giappone (Super Formula e SuperGT) dopo 7 anni e sarà a Daytona (Paul Miller Racing) a fine mese. Ieri mattina, per un problema ai freni, ha sbattuto alla curva 1. Si è rifatto nel finale di pomeriggio, con l’8° tempo, a 88 millesimi da Giovinazzi.