Iachini «BABA, POLITANO E NUOVO BERARDI JUVE, TI GUARDO NEGLI OCCHI»
«ALLEGRI HA TROVATO LA BOMBA PER FAR ESPLODERE LA SUA SQUADRA. SE DOMANI IL SASSUOLO LI ASPETTA È FINITO. L’”EFFETTO IACHINI” C’È ANCORA E CON BABACAR...»
INVIATO A SASSUOLO (MODENA)
Mister, togliamoci un dubbio: 10 punti in quattro partite battendo Crotone, Samp e Inter, poi 1 nelle ultime tre. Non sarà mica già svanito l’effetto Iachini?
«Le rispondo così: nelle ultime tre partite abbiamo preso quattro pali, ed erano tiri per andare in vantaggio o pareggiare. E poi così: prima di sabato scorso, a parte i tre gol del debutto, avevamo subìto quattro gol in sei partite. La regola per me resta quella».
Sassuolo con il penultimo attacco del campionato: più che regola, è un paradosso.
«Il vero paradosso è che abbiamo creato di più nelle ultime partite che nelle quattro da 10 punti: non inquadriamo la porta, o non scegliamo la soluzione migliore. Ma queste cose hanno memoria: un giorno creeremo tre occasioni e faremo tre gol».
Soprattutto se Politano e Berardi giocheranno da Politano e Berardi?
«Di sicuro a Politano il tourbillon di mercato non ha fatto bene, ma se ci è entrato è perché stava facendo bene. E comunque, pur non cercando alibi, le dico che mercoledì sera ho tirato un bel sospiro di sollievo».
Teme ripercussioni?
«Politano sa che il Sassuolo aveva aperto ad una trattativa, ma che non poteva indebolirsi. E sa anche che fare bene nel Sassuolo d’ora in poi significherà poter essere di nuovo, fra poco, un uomo mercato».
Ci diceva di Berardi?
«Domenico doveva lavorare su qualche problema fisico e sui movimenti offensivi: per entrare in area più convinto, per lavorare e gestire la palla con più lucidità e meno errori, sia per rifinire che per concludere. Come gli dico sempre: un conto è tirare – puoi farlo anche a occhi chiusi – e un conto è calciare. Calci? Vuol dire che miri, piazzi, rendi meno bravo il portiere. Perché in Italia sono quasi tutti bravissimi».
Quando giocava la chiamavano «cagnaccio», per quanto e come dava in campo. È un Sassuolo poco suo, in questo senso? E chi è il suo «cagnaccio»?
«Non ho un giocatore con le mie caratteristiche, forse un po’ si avvicinano Magnanelli e Sensi. Ma a quello che chiamavano “cagnaccio” piace giocare a calcio, semmai provare a costringere gli altri ad essere com’ero io. E soprattutto cercare il vestito giusto per la sua squadra».
Per questo niente difesa a tre e 4-3-3?
«Mai stato un integralista del sistema: 4-3-3 già con il Chievo, con il Palermo facevo 3-5-2 ma con il Siena 3-4-3. E con Samp e Brescia era 4-3-1-2».
Con Babacar le verrà la tentazione di cambiare sistema?
«Babacar mi piace: ha un potenziale da esprimere e a Sassuolo sarà meno chiuso che a Firenze. È una prima punta vera: per ora andiamo avanti così, ma non escludo di potergli mettere vicino un’altra punta – Matri, Ragusa, lo stesso Politano – e magari un trequartista alle spalle: Missiroli alla Cristante, o Berardi».
A proposito di variabilità tattica, cosa insegna la Juve?
«Che poter cambiare pelle, anche nella stessa partita, può valere per portarla a casa quanto avere un’identità tattica più precisa e giocare a memoria come fa il Napoli. Che è più bello, sì.
Però la Juve è lì anche se non al top del suo rendimento: e quando lo sarà?».
QUI NON SARÀ CHIUSO. E CON LUI POSSO ANCHE CAMBIARE GIOCO
SU KHOUMA BABACAR NEO ATTACCANTE SASSUOLO
Vincerà lo scudetto?
«La vedo leggermente favorita perché, il giorno che avrà tutti disponibili, se le servirà potrà cambiare di più mantenendo la stessa qualità».
Domani sarà ancora una Juve non al meglio?
«La sosta ha restituito squadre diverse, gli unici a rimetterci sono stati gli allenatori: se tieni un’auto ai box per una settimana, ti serve più di una settimana di Mugello per correre un G.P. Comunque sono passate quasi tre settimane dalla ripresa: sarà di nuovo Juve».
Che lei non ha mai battuto da allenatore (sei sconfitte e un pareggio), ma solo da giocatore con il Verona di Bagnoli: cosa direbbe l’Osvaldo alla squadra, domani?
«Quello che dirò io: serve la partita perfetta nelle due fasi. E se li aspettiamo, abbiamo già perso; se ce la giochiamo, abbiamo qualche chance in più di dargli fastidio».
Dopo il fastidio di averla «rifiutata», può dargli altri fastidi Berardi?
«Berardi non ha rifiutato la Juve: ha scelto di essere protagonista nel Sassuolo. E per un motivo o per l’altro l’ha affrontata poche volte: ha le qualità per fare una grande partita, deve solo capire che può essere sempre la volta buona».
Otto partite contro Allegri, una vittoria e sette sconfitte: collega scomodo da affrontare?
«Allenatore pratico, che ammette il peso di aver allenato Milan e Juve e che sa farsi dare risposte dalla squadra. La sua Juve lavora tutti i palloni, fa un possesso che ti aggira e il capolavoro è stato mettere insieme Dybala, Higuain che torna nella sua metà campo e Mandzukic che fa il quinto difensore. Qualità singole esaltate e mentalità da “provinciale”: se ci riesci, è la bomba che ti fa esplodere la squadra».
L’ultima, Iachini: non perdere mai di vista il pericolo retrocessione per il Sassuolo può essere segnale di saggezza o di debolezza?
«Quando sono arrivato, il Sassuolo era ai margini della zona pericolosa e ho trovato un po’ di sconforto. Dissi quello che ripeto oggi: bisogna pensare una partita alla volta, ma guardare sempre avanti. Anche quando si guarda la classifica».