Nuovo Niang al centro del Torino E quando torna Belotti?
●Due gol in 3 gare da prima punta, ma poi dovrà convivere con il Gallo. Idea Mazzarri: dentro Acquah, fuori Berenguer
M’Baye Niang non lascia ma raddoppia. Oggi a Marassi contro la Samp giocherà la quinta partita consecutiva da attaccante centrale. Oltre alle tre uscite del nuovo Toro di Mazzarri, l’ex rossonero era stato utilizzato da centravanti anche da Mihajlovic nell’ultima del 2017 contro il Genoa e in Coppa Italia contro la Juve, derby che poi risultò fatale al tecnico serbo. A farlo traslocare in mezzo era stato il secondo infortunio stagionale di Belotti, la distorsione al ginocchio del 27 dicembre che aveva indotto i granata ad andare con i piedi di piombo sui tempi di recupero del Gallo. E anche adesso che Belotti è a disposizione, Mazzarri preferisce inserire gradualmente il bomber azzurro.
BOA Fare la boa sta diventando il secondo lavoro di Niang, la cui mansione principale, nonostante tutto, rimane quella da esterno alto di sinistra, la posizione per cui era stato scelto e comprato a caro prezzo dal Toro la scorsa estate. Il fatto, però, di aver raddoppiato i ruoli in campo accresce di conseguenza le chance di giocare anche quando tornerà in squadra il titolare, Belotti. Il Gallo oggi si accomoderà ancora in panchina lasciando la fascia di capitano a Molinaro e i galloni da potenziale bomber a Niang. Entrerà nella ripresa; ma quando – presumibilmente dalla prossima uscita contro l’Udinese – l’attaccante bergamasco riprenderà il suo posto, Niang avrà comunque a disposizione due possibilità per continuare a giocare. La prima chance è costituita dal «ritorno a casa», sulla fascia sinistra che nelle prime tre uscite con Mazzarri in panchina era stata di pertinenza di Berenguer. Poi, però, per Niang c’è sempre l’alternativa, che è rappresentata dal ritagliarsi uno spazio accanto a Belotti, indicendo il tecnico toscano a cambiare modulo e a passare ai due attaccanti centrali schierati uno accanto all’altro, o con l’ex rossonero più arretrato all’inizio dell’azione e pronto a catapultarsi in area accanto al Gallo.
CAMBIARE Per convincere Mazzarri a studiare uno schema ad hoc, Niang ha una sola strada, ossia continuare a segnare. Un compito che gli sta venendo bene, dopo un avvio di stagione difficile. L’inserimento non è stato agevole, proprio come trovare il top della condizione dopo un lungo periodo trascorso più in panchina che in campo. Paradossalmente i giri del motore di Niang hanno iniziato ad alzarsi da quando, ormai un mese fa, il suo mentore Mihajlovic è andato via: gol al Bologna al debutto granata di Mazzarri, e gol anche la scorsa settimana al Benevento. Una manna dal cielo, per un giocatore che in tutto il girone di andata aveva segnato solo al Verona a ottobre, nell’infausta giornata del primo infortunio al ginocchio di Belotti. Poi la svolta: due gol con piede diverso, di mancino il primo, di destro il secondo. Ora il Toro può contare su un Niang nuovo, che ha voglia anche di coronare il sogno mondiale con la maglia del Senegal. Intanto Mazzarri medita un cambio di formazione: fuori Berenguer, dentro Acquah, un mediano in più per proteggersi nella «sua» Genova (ha allenato la Samp per due stagioni). Più chili a centrocampo, insomma: «Difficile fare esperimenti e portare a casa punti - fa il tecnico -, serve un equilibrio di squadra. La Samp? Marassi finora ha fatto la differenza, e loro vivono un periodo di entusiasmo ulteriormente lievitato dopo la vittoria di Roma. Noi per fare punti dobbiamo migliorare la prestazione col Benevento, anche se finora, tutto sommato, i ragazzi hanno fatto bene».